Se n'è parlato per mesi ed è arrivato il momento della messa in onda di Fear the Walking Dead, ma in attesa del pilot in onda il 23 Agosto in USA su AMC, cerchiamo di capire a chi è rivolta questa nuova serie. In varie interviste gli autori hanno sempre tenuto a specificare che, nonostante il titolo, si tratterà di un prodotto molto diverso da The Walking Dead. Quindi il pubblico a cui mirano non è lo stesso? Risponde Dave Alpert, produttore esecutivo: "Se riuscissimo a convincere tutti i fan di TWD a guardare Fear the Walking Dead saremmo più che contenti." D'altra parte, chi non lo sarebbe con quei numeri? "Pensiamo di aver realizzato una serie che a loro possa piacere. Allo stesso tempo, però, credo anche che si tratti di un prodotto diverso che si regge molto bene sulle proprie gambe e questo permetterà a chi non ha mai visto The Walking Dead di avvicinarsi alla storia con un approccio differente e poterla comunque apprezzare".
"Per descrivervela come Dave Erickson, il nostro showrunner, l'ha descritta a me," confida Elizabeth Rodriguez veterana di Broadway e di televisione, che nella serie interpreta Lisa Ortiz, l'ex moglie del protagonista, "vi dirò che si tratta di un family drama, totalmente focalizzato sulle vicende di alcune famiglie composte da personaggi complessi con storie altrettanto complesse alle quali l'apocalisse zombie per tutta la prima parte della stagione farà solo da sfondo. Poi dopo questa 'partenza diesel', tutto improvvisamente prenderà velocità, e una serie di eventi inaspettati cominceranno ad accadere prendendo di sorpresa gli spettatori di sorpresa e facendo precipitare drasticamente la situazione." "Il fatto è che il pubblico ne sa più dei personaggi." Le fa eco Mercedes Masöhn, interprete della giovane immigrante salvadoregna Ofelia Salazar. "Per noi all'inizio si tratta solo di una malattia. Probabilmente epidemica. Invece il pubblico sa benissimo cosa ci attende e proverà un'apprensione terribile ogni volta che imboccheremo un vicolo buio o apriremo una porta."
"Vedere questa sorta di prequel della storia originale, che spiega come tutto è cominciato, è estremamente interessante per me che ero già fan della serie." continua la Mason. "La quotidianità che si trasforma così radicalmente quando tutte le infrastrutture della società vengono a crollare, è un fenomeno estremamente interessante. Uno potrebbe pensare che se una cosa del genere accadesse davvero chissà quanto tempo ci vorrebbe prima che tutto andasse a rotoli e invece uno studio del National Geographic Channel ha dimostrato che si arriverebbe al caos più totale nel giro di poche ore. Come ne Il Signore delle Mosche ci scaglieremmo gli uni contro gli altri perché il bisogno di sopravvivere prenderà il sopravvento sulla ragione. Da fan, sono super eccitata all'idea!"
Differenze e similitudini con The Walking Dead
Sul come e quanto differisce esattamente Fear the Walking Dead dalla serie madre interviene il produttore esecutivo Dave Alpert: "A parte il fatto che in entrambe ci sia un'apocalisse zombie in corso, credo che le due serie siano molto differenti tra loro. Rick (il protagonista di The Walking Dead, ndr) è l'archetipo dell'onorevole eroe e uomo di legge, il che fa molto western, mentre nello spin-off al centro delle vicende c'è una comunissima famiglia come tante altre e questo rende il nostro punto di vista molto differente. Anche i dilemmi che i nostri personaggi si troveranno a dover affrontare sono molto diversi."
Diversa è anche la scelta dell'ambientazione: si passa dai paesaggi rurali della Georgia alla giungla urbana di Los Angeles, una scelta narrativa particolarmente studiata, come racconta lo stesso Alpert: "Los Angeles è la quintessenza della città americana. Simbolizza la rinascita e il reinventarsi. Mentre Atlanta simbolizza per eccellenza gli Stati del Sud, L.A. è la città che rappresenta la costa Ovest. Due città, quindi, non solo distanti, ma anche profondamente diverse tra loro. Atlanta è al centro di una regione che vive di agricoltura, è piovosa, fertile e rigogliosa, mentre a Los Angeles, dopo appena 72 ore dall'apocalisse, tutte le scorte di cibo si esauriranno e, senza l'elettricità che alimenta le pompe, la siccità diventerà ingestibile. Insomma, un posto non molto simpatico dove trovarsi in caso di apocalisse. Sarà interessante vedere come i personaggi sapranno reinventare loro stessi per affrontare non solo gli zombie, ma anche una località che diventa improvvisamente tanto inospitale."
Presto, quindi, si perderà l'uso dei dispositivi elettronici. Ma quanto presto? Ce lo spiega Alycia Debnam-Carey, inteprete di Alicia Clark, figlia di Madison e orfana di padre: "Alicia perderà il suo telefono abbastanza presto e non ne sarà molto contenta. E' una di quelle persone che messaggia tutto il tempo. Vi sorprenderete di quanto velocemente rimarranno senza elettricità e servizi telefonici e di come la situazione precipiti velocemente. All'improvviso persino il denaro, come tutte le altre cose materiali a cui oggi teniamo tanto, non avrà più valore. Tutto il resto della stagione esplorerà le conseguenze della scomparsa di una società funzionante." Qualche precisazione arriva anche dal creatore e produttore esecutivo Dave Erickson: "Non perderemo proprio del tutto l'elettricità, ma le comunicazioni diventeranno senza dubbio un problema. Oggi nei nostri telefoni custodiamo tutta la nostra vita: i messaggi, le foto, i video e tante altre piccole cose che ci ricordano il passato. Già mi immagino che quando nella seconda stagione troveranno un generatore, la prima cosa che Alicia vorrà fare sarà caricare il suo cellulare, non perché ne è ossessionata, ma perché la sua intera vita è custodita lì dentro."
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Canada, here we come
Sebbene abbiamo parlato dell'importanza della città californiana, il paradosso è che, per ragioni di incentivi finanziari, la serie invece di essere girata a Los Angeles, dopo l'episodio pilota si è spostata a Vancouver, in Canada.
Racconta di nuovo Mercedes Mason: "Viaggiamo spesso tra le due città perché le riprese esterne sono ancora girate prevalentemente a Los Angeles"
Aggiunge Alpert: "Girare il pilota in California era importante per stabilire il look & feel della serie dipingere un quadro accurato dei quartieri dove vivono i personaggi protagonisti, che, come vedrete, diventeranno essi stessi una sorta di personaggio."
Certo che Vancouver d'inverno non è proprio la scelta ideale per simulare la soleggiata Los Angeles, ma spiega il creatore, Dave Erickson: "Stiamo definendo proprio in questi giorni (l'intervista risale alla fine di luglio 2015, ndr) quale sarà l'arco narrativo della seconda stagione. La storia detterà la scelta della location perchè effettivamente Vancouver d'inverno è particolarmente fredda e piovosa, e le ore di luce non sono molte quindi non si presta particolarmente bene allo scopo. Come città la adoro e adoro la troupe che abbiamo lì, ma il tax credit non sarà l'unico criterio su cui baseremo la nostra decisione in merito."
Protagonisti: persone qualsiasi invece di superstar
Chiarito l'elemento "location", torniamo a parlare della trama. In una storia ambientata a Los Angeles si poteva benissimo scegliere come protagonista se non un famoso attore di Hollywood, quantomeno una celebrità della musica o dello sport. Sorprende invece la decisione di puntare su una famiglia come tante. Lo spiega ancora Dave Alpert: "Volevamo mostrare il lato più accessibile di Los Angeles, fatto di gente comune che si fa in quattro per arrivare alla fine del mese. Abbiamo filmato nell'area di San Marino, un posto fantastico composto da una vera comunità, la più antica di Los Angeles, composta da gente della classe lavoratrice che raramente viene rappresentata sullo schermo. Ci piaceva molto l'idea di mostrare la natura dell'uomo qualsiasi. Composta da Travis, insegnante di liceo divorziato con un figlio adolescente che lo sopporta a malapena, e dalla compagna vedova Madison con cui è andato a convivere e per i cui figli cerca di essere una figura paterna, la nostra famiglia protagonista è tutta concentrata sulla difficile impresa di amalgamare i due nuclei familiari, ma allo stesso tempo esasperata dal tentativo di cercare di riportare il figlio maggiore di Madison, Nick, sulla buona strada, quando arriva l'apocalisse. Una prospettiva senza dubbio diversa dalla relazione tutto sommato stabile tra Rick e Lori in TWD. Rick vive in un piccola città, ha un lavoro e soprattutto una pistola. Quando arriva l'apocalisse gli spettatori sanno che la userà e questo alimenta la loro convinzione che in qualche modo se la caverà. Vedendo invece la famiglia disfunzionale di Travis e Madison ti viene da chiederti: ce la faranno a sopravvivere? La risposta non è altrettanto scontata."
A proposito di Nick, il suo personaggio è l'unico che interagisce con uno zombie nel pilota, come abbiamo visto nei 3 minuti di clip rilasciata in anteprima. Abbiamo chiesto al suo interprete, il tenebroso Frank Dillane, la sua impressione su questo incontro ravvicinato. "Il primo zombie che il mio personaggio vede, nei primi minuti del Pilota, è la sua fidanzata, Gloria. La sua dipartita influenzerà profondamente il percorso di Nick durante l'intera stagione. Per gli spettatori si tratterà solo di un fugace momento in cui realizzeranno che questa ragazza - di cui non sapevano nulla - non c'è più, ma per Nick vederla trasformarsi in uno zombie sarà l'inizio di una discesa all'Inferno. Tra parentesi: il makeup applicato dai nostri truccatori è fantastico!"
Un cast diverso ed eterogeneo
Guardando il primo episodio non è possibile non notare la diversità del cast. Abbiamo chiesto agli autori se sia stata una loro ragionata idea / strategia. "Los Angeles definisce autonomamente i personaggi e il cast," spiega Dave Erickson, "quindi non poteva essere altrimenti vista la maggioranza di ispanici che si incontra qui. Inoltre il quartiere che abbiamo scelto, El Sereno, è prevalentemente latino quindi questa prerogativa è permeata inevitabilmente nelle tessiture della storia." "Quello che trovo incredibilmente interessante" aggiunge Mercedes Mason "è il come gli autori non l'abbiano reso qualcosa di importante. La famiglia del mio personaggio, ad esempio, viene da El Salvador, ma nessuno l'addita come 'la famiglia ispanica'. Siamo semplicemente una delle famiglie." Lo conferma Elizabeth Rodriguez: "Il mio personaggio non doveva nemmeno essere ispanico! Al contrario, invece, il personaggio di Travis, che è un po' il protagonista della serie, doveva esserlo, ma quando hanno deciso di ingaggiare Cliff Curtis, gli autori si sono detti: 'Chi ha detto che non può essere un Americano di origini Maori? Non ci sarebbe nulla di male...' E così è stato"._
Se The Walking Dead ci ha insegnato qualcosa, è che nessun attore può sapere per certo quanto sopravvivrà il suo personaggio. Lo stesso vale per gli interpreti della nuova serie. "Lasciate che vi dica una cosa," spiega Elizabeth Rodriguez, "anche gli attori di The Walking Dead avevano dei contratti firmati che garantivano loro un certo numero di episodi, se non addirittura di stagioni. E lo sappiamo tutti come è andata a finire. Tutti avevano firmato lo stesso accordo, tutti." "Inoltre," aggiunge Mercedes Mason, "in TWD si basano sul fumetto, quindi da quello ci si può fare una qualche idea della direzione in cui andrà la storia, mentre i nostri autori hanno carta bianca..." "Io però lo capisco,"_ conferma Elizabeth Rodriguez, "La gente deve morire. E' un'apocalisse! Non conta chi credi che sarà. A volte nella vita non conta quanto sei preparato. Può trattarsi di sfortuna, può essere causale o può essere colpa di una scelta sbagliata... tutto può succedere."
Senza un fumetto a fare da guida alla narrazione, in che direzione ci possiamo aspettare che vada la storia? "Non c'è un arco prestabilito." Racconta Dave Erickson, "Ho già in mente dei passaggi chiave per alcuni personaggi e alcune relazioni, ma niente è irremovibile. Ad esempio uno degli eventi che prevedevo di poter far accadere nella stagione 3 o 4 adesso potrebbe avvenire in una ipotetica stagione 7 come finale di serie perché più ci penso e più non riesco ad immaginare cosa potrebbe succedere dopo una scena del genere. Per la seconda stagione ho già un'idea generica, ma adesso che cominceremo a lavorarci con tutti gli altri sceneggiatori è possibile che alcuni elementi cambino".
Possibili incontri
Ci saranno mai dei crossover con The Walking Dead? "Mai dire mai, giusto?" Afferma positivo Dave Alpert, "Ma con i trasporti di massa completamente inutilizzabili e 3000 miglia popolate di zombie di mezzo non dico che sia impossibile, ma certo sarebbe difficile trovare una spiegazione realistica per cui qualcuno si prenda la briga di fare un viaggio da una parte all'altra." "Entrambe le serie hanno lo stesso DNA e vivono sotto il stesso ombrello mitologico." Conferma Dave Erickson. "Mi piacerebbe molto scrivere un crossover per far incontrare Rick con Madison. o Alicia con Maggie, ma geograficamente c'è una distanza troppo grande da colmare e anche cronologicamente sarà difficile che riusciremo mai a raggiungere TWD. Per il momento abbiamo abbastanza storie da raccontare. Poi magari tra tre o quattro anni, quando cominceremo ad annoiarci delle nostre idee, magari cominceremo ad esplorare l'espediente del crossover. Quello che posso garantire è che ci saranno Easter eggs." "Non credo arriveremo mai al punto di viaggiare parallelamente, episodio per episodio." Conclude Dave Alpert. "Fondere le due narrazioni, in questo momento, non è uno dei nostri obiettivi." In The Walking Dead il gruppo dei protagonisti è in continua migrazione. Succederà anche qui o questi personaggi resteranno per sempre intrappolati a Los Angeles? "Vorremmo cercare di evitare qualsiasi tipo di schema già adottato in TWD," risponde Dave Erickson, "anche se per loro ha - narrativamente - funzionato. Tuttavia ci potrebbe essere una sorta di migrazione all'inizio della seconda stagione. Mi piacerebbe trovare un luogo che sia esclusivamente nostro. Culturalmente L.A. è così ricca di diversità che ci sono migliaia di posti in cui potremmo andare. Una cosa che sono sicuro di voler mantenere è il Pacifico perché penso che l'idea di essere al confine del continente sia molto importante. Vorrei mantenere anche l'elemento urbano che ci distingue dalla Georgia rurale di TWD."
Quanto alla violenza che caratterizza la serie di partenza, è Alpert a dirci la sua: "Ci saranno momenti di estrema violenza che interromperanno lunghe pause drammatiche, come se arrivassero in brevi e potenti ondate, ma sono assolutamente funzionali alla storia, niente di eccessivo o - perlomeno - di gratuito." Qualche ultima battuta è dedicata a Robert Kirkman ed il suo coinvolgimento nel progetto. "Quando ho incontrato Robert la prima volta," ci racconta Dave Erickson, "aveva già abbozzato i personaggi di Madison, Travis e della loro famiglia prima ancora che io potessi dare qualsiasi tipo di input. Da lì ci siamo passati e ripassati la palla svariate volte. Per essere uno che sta dirigendo un impero è molto coinvolto e sempre al corrente di quello che succede."