Se anche a voi è capitato di assistere nei giorni scorsi alla proiezione di The Abandoned al Far East Film Festival 2023, non sarete riusciti a togliervi dalla testa Only You, la canzone di Yazoo scelta per accompagnare il film fin dalla prima, potentissima, scena. Ne abbiamo parlato con il promettente regista Tseng Ying-ting, che sembra avere già le idee molto chiare sul proprio stile, pur prendendo spunto da illustri precedenti tra crime, thriller e amore tragico, qui alla sua opera prima prodotta da Tang Tsai-yang, con cui abbiamo scambiato due chiacchiere. Ecco cosa ci hanno raccontato.
Influenze tra Oriente e Occidente
Nella messa in scena, a partire dalla regia e dalla fotografia, si vede l'influenza di un certo tipo di cinema, a partire da David Fincher e L'amore bugiardo - Gone Girl, ad esempio. Tseng Ying-ting conferma: "Sicuramente c'è stata l'influenza di Fincher nel mio lavoro, come in quello di tanti altri registi e direttori della fotografia della mia generazione. Però la più importante nel mio film credo sia stato il cinema taiwanese degli anni '80 e '90. Partendo da quel periodo, c'è stato un mix di diversi aspetti estetici, assorbendo altre tecniche anche dal mondo occidentale ed europeo. Secondo me però nel suo core, assomiglia di più al carattere taiwanese".
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La chiave è nella musica
La canzone Only You di Yazoo, utilizzata già in altri film e serie, è arrivata al regista quasi per caso. Era una scelta decisiva poiché legata a momenti fondamentali della storia raccontata: "'Only You' è in due momenti principali della pellicola: passa casualmente alla radio durante la proposta di matrimonio della coppia protagonista, quindi rappresenta un momento felice della loro storia, ma è anche in sottofondo quando la protagonista tenta il suicidio all'inizio del film, ovvero per contraltare il suo momento più triste, senza nessuna speranza. Non riuscivo a scegliere il brano musicale da inserire in queste sequenze ma quando mi è apparsa su YouTube durante una pausa pranzo, ho capito subito che era la canzone perfetta, perché è magica, parla di una storia d'amore ma non necessariamente felice, è anche malinconica".
Gli abbandonati
Questo è un crime che parla d'immigrazione, come vi abbiamo raccontato nella nostra recensione del film. Il genere oggi va per la maggiore, tra sala e piattaforme, e forse possono essere un veicolo per parlare di tematiche forti, delicate, importanti e attuali come questa. Ce lo conferma il produttore Tang Tsai-yang, che ha continuato una sorta di progetto con The Abandoned. In progetti precedenti aveva già fatto questo discorso sociale, parlando delle persone che lavorano illegalmente in un altro Paese.
"Durante il nostro lavoro di ricerca creativa su quale storia raccontare, abbiamo scoperto che questi immigrati illegali costituiscono un numero sempre maggiore nella società e sono diventati essenziali per l'economia taiwanese, però rimangono ad un livello sociale molto basso. Come i sudamericani che vanno a lavorare oltre confine negli Stati Uniti oppure gli africani che cercano la fortuna in Europa, o ancora gli abitanti del Sud-Est Asiatico che arrivano a Taiwan. Ovunque si trovino rappresentano il livello sociale più basso possibile in una società molto sviluppata". Continua il regista: "Volevamo che questa fosse la storia di un gruppo di wild ghost, spiriti senza casa. Se uno di loro muore, nessuno si prenderà carico e a cuore la loro vicenda, perché non sono considerati importanti. Bensì abbandonati, dimenticabili". Ecco perché il produttore ha voluto scommettere su un giovane regista alla sua opera prima con una storia del genere, per provare a far ripartire il cinema in sala a Taiwan dopo la pandemia.