A due anni di distanza dal primo Escape Room Adam Robitel ha trasformato quel film in un possibile franchise: esce infatti nelle sale italiane il 23 settembre Escape Room 2 - Gioco mortale. Ma potrebbe non essere finita qui: il regista sta infatti già pensando al terzo film. E trovare nuovi modi sempre più creativi per uccidere i suoi personaggi non è facile.
In questo secondo capitolo cambiano le stanze e anche i protagonisti: nel cast Logan Miller, Indya Moore (Angel nelle serie tv Pose) e Holland Roden. Come nel film precedente, sei persone che non si conoscono si ritrovano rinchiuse in una escape room e devono collaborare per sopravvivere.
Abbiamo raggiunto il regista Adam Robitel su Zoom, mentre era nella sua casa di famiglia nel New Hampshire: abbiamo scoperto che la sua passione per il genere horror e per le storie spaventose viene da sua nonna. Di cui ci ha anche mostrato la foto.
La video intervista ad Adam Robitel
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Escape Room verso il franchise
Abbiamo parlato per il primo Escape Room: mi hai detto che volevi creare un franchise. Ce l'hai fatta: come ci si sente?
Sta' attento a ciò che desideri! È bello. C'è un po' di pressione per il sequel perché a seconda di come andrà potremo farne altri. Sono stato fortunato con il primo che è stato un successo. Ma ora veniamo da una pandemia, quindi spero che al pubblico piaccia, in modo da poter fare il terzo. Non do niente per scontato. Sono film difficili da fare, non è stato facile immaginare un sequel: nel primo film avevamo già usato il fuoco, il gas, la gravità. Non erano rimasti molti modi per uccidere le persone! Nel terzo film sarà ancora difficile: ci sarà la morte tramite zucchero filato!
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Per il terzo film mi piacerebbe un'escape room nello spazio e una con dei dinosauri: ci conto!
I dinosauri costano poco: lo possiamo fare!
Escape Room 2: disegnare le stanze
In questo film c'è molto lavoro di squadra: quanto è importante per te?
Il lavoro di squadra è una regola fondamentale del gioco: ingaggio persone di talento che mi facciano fare bella figura. Ho una crew fantastica: il mio production designer, Edward Thomas, è un genio. Lui e il suo team hanno disegnato le stanze: sono instancabili, come tutto il reparto scenografia. Il mio direttore della fotografia, Marc Spicer, rende tutto così bello. Ho un montatore fantastico, Peter Pav. I registi verso la fine sono davvero esausti: i montatori ti salvano. Il mio compositore, Brian Tyler, lavora ai film della Marvel: ha lavorato a questo film facendomi un favore. È come un dio nordico: la sua musica lo rispecchia. Il lavoro di squadra è fondamentale: bisogna circondarsi delle giuste persone.
Adam Robitel ama l'horror grazie a sua nonna
Tu conosci tutti i trucchi per spaventare le persone: quando guardi un film cosa ti spaventa?
È un'ottima domanda. Adesso sono grande, ho perso i miei genitori, quindi mi spaventano cose che riguardano la salute. Il corpo che cede mi spaventa. Cose come l'Alzheimer. Sto facendo una serie di Netflix sulla dipendenza: la dipendenza mi fa paura. Mi spaventano cose reali, che ti scuotono davvero: mi intriga inserirle in un film o una serie di genere. Amo anche le storie di fantasmi. Non ci credo, ma fanno paura: sono cresciuto con mia nonna che mi raccontava un sacco di storie di fantasmi da bambino. Ora sono nella mia casa nel New Hampshire e ho la foto della mia dolcissima nonna che mi raccontava queste storie e terrorizzava tutti i miei amici che giocavano a football e poi non volevano nemmeno andare al bagno da soli. Le storie di fantasmi hanno qualcosa che fa ancora molta paura.
Quindi ti piace spaventare le persone grazie a tua nonna?
Praticamente sì.
Se dovessi creare una escape room pensata per lei cosa faresti?
Amava la cultura, quindi avrei messo nella stanza con lei delle persone che non sanno la grammatica. E con la camicia fuori dai pantaloni: penso che sarebbe la cosa che l'avrebbe spaventata di più! Amava i libri: quindi una stanza in cui i libri bruciano sarebbe stato il suo peggiore incubo.