L'orgasmo, quello sconosciuto. Tutte lo vogliono ma poche lo vivono. Eh sì, perché per ogni uomo convinto di essere un ottimo amante spesso c'è una donna che finge, triste e insoddisfatta della sua vita sessuale. Proprio come Chiara (Vanessa Incontrada), donna affascinante, professionalmente appagata da un lavoro, quello del food designer, che la porta nei migliori salotti romani, tra feste per il divorzio e funerali che assomigliano ad un vernissage. La sua vita, apparentemente invidiabile, tra una solida tranquillità economica e privilegi borghesi, si rivela essere però meno perfetta di quanto sembri. Sempre attenta all'esteriorità, alle apparenze, proprio come il suo lavoro a ben vedere, è vittima di un gioco delle parti - quello della figlia perfetta dal tubino impeccabile arricchito da un filo di perle e uno chignon - che la fa vivere in una costante ansia da prestazione tanto da renderle impossibile rilassarsi ma soprattutto accettarsi nella sua imperfezione anche in relazione al prossimo, rendendo la sua vita sessuale una sbiadita copia di quello che vorrebbe. Decide così di frequentare un gruppo di donne con il suo stesso problema, l'impossibilità a raggiungere l'orgasmo, nella speranza di riuscire ad abbattere questo blocco. Confrontandosi con le altre donne viene a conoscenza di un GPS, Generoso Partner Sessuale, un uomo capace di far provare autentico piacere, a titolo gratuito e senza implicazioni sentimentali, al gentil sesso.
Quello che doveva essere l'incontro "professionale" in grado di farle ritrovare la gioia sessuale da tempo dimenticata si trasforma, per una serie di equivoci ed incidenti, nell'incontro/scontro con Orazio (Enrico Brignano), un goffo sciampista per cani e amante degli animali che ancora crede nell'amore e nei mazzi di fiori, scambiato da Chiara per il GPS. Da qui inizia un vortice di malintesi che porta i due ad avvicinarsi sempre di più, tanto da far dimenticare quell'ossessione per la mancanza di piacere alla food designer.
Incomprensioni
Alessio Maria Federici, dopo il debutto nel 2006 con Bambini ed i successivi Lezioni di cioccolato 2 e Stai lontana da me, torna ancora una volta alla commedia e alla collaborazione con Enrico Brigano al quale affida il ruolo di protagonista maschile. In questo caso si tratta di un commedia degli equivoci dove i protagonisti per buona parte del film si muovono inanellando un'incomprensione dopo l'altra. _"Il film nasce da un'idea iniziale delle tre sceneggiatrici. Successivamente abbiamo iniziato a collaborare e l'abbiamo adattato in prospettiva degli attori scelti per le varie parti. Volevamo raccontare e anche scherzare sul fatto che una volta imparato ad accettarsi poi si sta meglio con se stessi. In corso di scrittura abbiamo cambiato diverse cose.
Inizialmente, ad esempio, si era pensato ad un'ambientazione extraurbana, con dei viaggi, ma ero interessato ad inserire la storia all'interno di una quotidianità nella quale mi sembrava più facile far funzionare gli equivoci" ha affermato lo stesso Federici durante la conferenza stampa. Questo giocare incessante sul malinteso che coinvolge tutti i personaggi ma che ha ovviamente ripercussioni maggiori sui due protagonisti, alla lunga sfianca però lo spettatore, così come i doppi sensi a sfondo sessuale che caratterizzano i dialoghi dei due, reciprocamente ignari, protagonisti. Doppi sensi che, va detto, non scivolano mai nel volgare come ci tiene a precisare lo stesso regista: "Già dalla fase di scrittura per noi c'era un obbligo di partenza per evitare di scadere nel triviale. Cosa che credo siamo riusciti ad fare grazie sia all'interpretazione degli attori sempre molto calibrata, sia all'attenzione avuta durante la fase sceneggiativa"._
Un racconto nel racconto
In Tutte lo vogliono Federici interseca la storia tra i due protagonisti con il racconto, a posteriori, fatto dallo stesso Orazio. Un racconto particolare, on the road, dato che lo sciampista si rivolge ad uno scimpanzé portato fino in Germania, con il suo furgoncino della Volksvagen, per farlo accoppiare. E mentre i due tornano a Roma, Orazio commenta la storia dal suo punto di vista, aggiungendo alla narrazione di un problema apparentemente solo femminile, le reazioni e i pensieri maschili, secondo le intenzioni stesse del regista: "Quello del film è un racconto che parte da un punto di vista femminile che poi si allarga anche al maschile dato che fa parte anche lui del problema. Un problema non personale ma di coppia che abbiamo provato a mostrare in entrambi i punti di vista". A Brignano viene dunque riservata una parentesi interpretativa, che ricorda i suoi monologhi teatrali, per cercare di sfruttare al massimo le sue doti comiche e unire due approcci al medesimo tema, quello della mancanza di piacere sessuale che, dati alla mano, affligge all'incirca il 44% delle donne. Per farlo il regista usa un espediente narrativo, interazione uomo/scimpanzé, che s'inserisce con facilità e senza eccessi nel film, data la passione del protagonista per il mondo animale e le sue stranezze, con tanto di blog personale nel quale carica video bizzarri con protagonisti cani, pappagalli e maialini vietnamiti che danno un tocco di originalità al film. "La scelta di inserire le sequenze con lo scimpanzé derivano dall'interesse di mettere a contatto un appassionato di animali, Orazio, proprio con uno dei suoi rappresentanti e anche perché sentivo l'esigenza di raccontare e tirare le fila di questa storia" ha precisato Federici.
L'ironia come pretesto narrativo
Sebbene Tutte lo vogliono approcci un tema spesso vissuto con imbarazzo e poco discusso, quello dell'impossibilità sia femminile che maschile di raggiungere l'orgasmo, il film lo approccia con una leggerezza comica che invita lo spettatore a vivere con più naturalezza la relazione con l'altro ma soprattutto con se stessi. "Parlando in altre occasioni di questo film e della sua tematica spesso è capitato di dire che si tratta di un tema delicato, vissuto come un tabù. Credo che non dovrebbe essere percepito così, visto anche il periodo storico nel quale ci troviamo. È un problema reale che esiste sia per l'uomo che per la donna ma del quale si dovrebbe parlare più apertamente" ha sottolineato Vanessa Incontrada che da voce e corpo a Chiara, la protagonista che, proprio attraverso l'abbandono delle resistenze, riesce a trovare un equilibrio interiore tale da abbattere quelli schemi mentali e fisici che l'attanagliavano. "Non mi era mai capitato un ruolo di questo tipo. L'ho affrontato come una sfida perché l'imbranato lo so fare, avevo però bisogno di togliere o aggiungere qualcosa. Il film racconta un problema molto serio, quello della mancanza di piacere o, se si pensa all'Africa, alla sua negazione, con la pratica medievale, cruda e cattiva dell'infibulazione. Una mancanza che noi abbiamo cercato di raccontare in un modo ironico e scherzoso" ha aggiunto Enrico Brignano parlando del personaggio in relazione al tema del film.
Una pellicola, Tutte lo vogliono, lodevole per la volontà di raccontare un tema delicato, grazie ad un'attitudine ironica che sa sdrammatizzare senza mai scendere nel volgare ma che risulta fin troppo "pulita" nella forma, quasi contornata da un'aurea da fiaba negli intrecci, che rischia di rimanere incastrata nel meccanismo dei doppi sensi.
Movieplayer.it
2.0/5