Emilia Pérez non somiglia a nient'altro: si tratta di uno di quei rarissimi casi in cui un regista, Jacques Audiard, tra i migliori autori contemporanei, è riuscito a creare qualcosa di unico, quasi un genere a sé. E, come la sua protagonista, è una storia che cambia, muta si trasforma: a metà tra musical e gangster movie, è impossibile che vi lasci indifferenti. Nel bene e nel male.
Arrivato in sala, distribuito da Lucky Red, Emilia Pérez ha già vinto il Premio della giuria e quello alla miglior interpretazione femminile (diviso equamente tra le tre attrici, ovvero Karla Sofía Gascón, Zoe Saldana e Selena Gomez) al Festival di Cannes 2024. È inoltre fresco di tre Golden Globes (miglior film commedia o musicale, miglior attrice non protagonista e miglior canzone originale) e si appresta ad avere un ruolo importante agli Oscar 2025.
È una storia di cambiamento, dicevamo, in cui il discorso sul corpo diventa fondamentale. Un terribile boss del cartello messicano, Manitas, vuole cambiare sesso, diventando Emilia Peréz. Nella nostra intervista ne abbiamo parlato proprio con il regista e soprattutto con Karla Sofía Gascón, che grazie a questo ruolo ha dimostrato di essere una star e un'interprete notevolissima.
Emilia Pérez: intervista a Karla Sofía Gascón e Jacques Audiard
In Emilia Perez c'è la frase: "Se il corpo cambia, cambia l'anima. Se l'anima cambia, cambia la cultura. Se la cultura cambia, cambia la società". Quanto è vero questo? E quanto è importante il discorso sul corpo, oggi?
Jacques Audiard: "Sì, il discorso sul corpo è fondamentale, sono d'accordo. Anche se sul cambiamento non sono sicuro. Parliamo in termini sperimentali: prendo il destino di miliardi di persone e per me la cosa interessante da osservare è dove è rimasto Manitas? Come può tornare? E che effetto ha su Emilia il ritorno di Manitas? Questo è un punto di vista, ma non è affatto così per tutti. C'è una scena che mi piace molto. Per di più, è quasi una scena che mi ha dettato Karla. È quella con Jessie: Manitas riemerge e questo per Emilia è una cosa da affrontare. Per lei è una sofferenza: è una reminiscenza troppo dolorosa. Quindi, sì, cambiare il corpo, cambiare la mente, ecc. Ma in generale, poi, occasionalmente, può non funzionare affatto".
Karla Sofía Gascón: "Quando si ha la libertà di poter fare della propria esistenza ciò che si vuole, si raggiunge il più alto livello di coscienza in questo mondo. Il problema non è quello che fai con il tuo corpo, il problema è che gli altri vogliono controllare quello che fai con il tuo corpo. Mi spiego: chi è che ha il potere sul tuo corpo, sulla tua anima, sul tuo spirito e sulla tua essenza? Questo è il problema che abbiamo. Ed è per questo che sarà possibile iniziare a cambiare la società quando avremo il potere sulla nostra stessa esistenza. Credo che questa sia la vera base".
Il lavoro di Karla Sofía Gascón sulla voce
A proposito della scena citata da Audiard: è un momento straordinario, in cui Emilia fa riemergere l'aggressività di Manitas. Gascón non cambia soltanto la voce: cambia lo sguardo, l'intenzione, i movimenti. Un lavoro durato due anni, come ammette lei stessa: "Jacques voleva due personaggi completamente diversi e separati: quasi come se stessimo facendo due film diversi in uno. Io ho aggiustato e scambiato le caratteristiche dell'uno nell'altra. Ogni giorno ero una persona diversa. Dietro c'è un lavoro importantissimo: mi ha aiutato una squadra incredibile di insegnanti. Di canto, di movimento, di voce. La mia voce non è né come quella di Emilia, né come quella di Manitas: è a metà tra loro due. Ho dovuto quindi cambiarla: più grave per lui e più sottile per lei".
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Meglio la versione originale o il doppiaggio?
Dopo questo grande lavoro, Karla Sofía Gascón lancia un appello: "Vi prego, guardatelo in versione originale! Anche io faccio la doppiatrice, mi piace molto farlo, ma non voglio il doppiaggio come spettatrice, perché manipola l'interpretazione. Ho dedicato due anni a costruire queste due voci e che uno venga e, in quindici giorni, faccia la voce che gli piace per me non è bello. Mi viene da dire: aspetta un attimo! Per me sono due anni di lavoro! E tu arrivi e in una settimana mi rifai tuto il film?! No. Ma rispetto tantissimo la professione".
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Ci sarà un prequel di Emilia Pérez?
Durante l'intervista è uscito fuori che una delle battute simbolo del film, quando Emilia dice: "Bingo!", ha rischiato di non vedere mai la luce. "A Jacques non piaceva quella parola!" ci ha detto Gascón. Il regista si è difeso così: "Ora c'è! Mi volete fare il processo?!".
Parlando poi di un'altra battuta, quella detta dal dottor Wasserman (Mark Ivanir), ovvero: "Un lupo è sempre un lupo", il regista ha parlato di una cosa molto interessante. Forse avremo un prequel di Emilia Pérez? Audiard: "Credo che su questo saremo d'accordo: c'è qualcosa di piuttosto schematico nel film. Siamo in un impianto operistico, siamo in un musical, non ci addentriamo nella psicologia dei personaggi. È ovvio che quando una persona... E su questo forse dovrebbe parlare Karla, ma, quando qualcuno decide di fare una transizione, significa che il risultato di questa transizione è già al lavoro da anni. Ecco perché Karla e io abbiamo pensato di fare un prequel su Manitas. Quello che voglio dire è che tendiamo a parlarne, ma semplificando, perché è meglio così, credo, dal punto di vista dinamico. Diciamo: sì, c'è un lato A e B così, subito. Ma quando Manitas esprime a se stesso il desiderio di essere Emilia, è già Emilia da tempo. Questo risolve la questione. È per questo che il dottor Wasserman dice il vero, ma allo stesso tempo è una semplificazione".