A tre anni dal successo di Jackie, Pablo Larraín torna al Lido di Venezia con un altro ritratto al femminile, ma questa volta lo fa parlandoci del Cile e di come l'amore, la sessualità e il concetto di famiglia stiano cambiando per le generazioni più giovani. Ema, che arriva a questo Venezia 2019 come un fulmine a ciel sereno, è un film dedicato alla maternità che ruota attorno alla sua magnetica protagonista, interpretata dalla giovane Mariana di Girolamo, una donna che esprime se stessa e la propria sensualità attraverso la danza.
La storia è quella della ballerina Ema e del marito Gastòn - di cui abbiamo parlato nella recensione di Ema - una giovane coppia che sta passando un periodo estremamente difficile: i due sono stati costretti a rinunciare al figlio Polo, bambino che avevano adottato ma che per una serie di circostanze non sono stati in grado di crescere. Attraverso balli scatenati per le strade di Valparaíso e appassionate storie d'amore, Ema cerca di superare il senso di colpa ma si rende presto conto di non voler rinunciare ad essere madre.
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Il reggaeton e la danza
Il film, di cui abbiamo parlato con Pablo Larrain e con il cast durante la conferenza stampa per la sua presentazione a Venezia, sceglie di far comunicare le emozioni dei suoi protagonisti attraverso diversi tipi di danza, una più concettuale ed in qualche modo tribale all'inizio, uno scatenato e sensuale reggaeton nella seconda parte. Alla domanda sul perché scegliere proprio il reggaeton come stile, Larraín risponde: "Volendo fare un film sui giovani dovevamo usare per forza questo tipo di musica. A me non piaceva il reggaeton, ma mentre facevo il film ho imparato ad apprezzarlo. Il reggaeton è il simbolo di una generazione che si esprime con la musica." Mariana spiega poi perché questo tipo di musica sia così importante per i giovani: "Il raggaeton è un ballo di liberazione per Ema e per la sua generazione. Io sono cresciuta con il suo ritmo atavico, sensuale e contagioso, mi piace moltissimo ballarlo. Per Ema è un atto di liberazione." La Ema del regista cileno è una donna che ballando racconta una storia a proposito di se stessa, per Mariana è "la direttrice d'orchestra in un film che è un'unica grande coreografia. Il ballo è una parte molto importante della sua vita, di come seduce."
Parlare della contemporaneità
Uno dei grandi pregi di questo film è la sua capacità di rappresentare i giovani cileni che vivono a Valparaíso, anche se è scritto e girato da persone che appartengono alla generazione precedente a quella dei personaggi. Larraín racconta che "avvicinarmi a questa generazione è stato un processo incredibile, ho imparato tanto. La generazione di Mariana comprende il mondo in un modo diverso dal nostro:" Gael García Bernal, che interpreta Gastòn, spiega che per fare questo film ha dovuto "_imparare a conoscere il presente, un periodo in cui le certezze sono finite ed abbiamo bisogno di nuovi modi di esprimerci e fare arte, perché quelli del passato ormai non funzionano più.
Pablo Larraín continua poi parlando di adozioni e di come nel suo paese non sempre vadano a buon fine: "Tra il 2010 e il 2015 in Cile sono fallite ben 53 adozioni, questo è un problema di cui volevamo parlare, una realtà che esiste." Il regista ci spiega che l'adozione è un tema che ha sempre attratto la sua attenzione: "Adottare un bambino è uno degli atti più generosi che si possano fare, contiene moltissima bellezza. Per questo ho deciso di parlare di adozioni fallite nel mio film."
Conoscere Ema
Mariana ci descrive il suo personaggio, aiutandoci a capire che cosa la rende così affascinate: "Ema è una donna che cerca di essere madre, vuole avere una famiglia diversa, come sono quelle di oggi, che possono essere omoparentali ed ammettere il poliamore. Lei è una persona libera e sicura di se stessa, cosa che la rende attraente e molto sensuale." e poi ci ricorda che Ema "Ha un lanciafiamme e sa come usarlo!" Il regista prende poi la parola e continua: "Quello che ho rappresentato è un tipo di famiglia moderno. Io forse non ho le stesse idee ma quello che volevo dimostrare è che le famiglie sono cambiate nel tempo. Noi non vogliamo rivendicare nulla, siamo solo testimoni di quello che accade, ne vogliamo lasciare testimonianza, una traccia. Proprio come fa Ema con il fuoco, lascia una traccia di se nella città." Sempre parlando del personaggio interpretato da Mariana dice: " La mia Ema è una forza della natura: è una sorella, una figlia, una madre, un'amante, una moglie e una ballerina. E' il Sole, tutti le circolano attorno, ma se si avvicinano troppo possono restare scottati."