Quanti attori possono vantare una action figure personalizzata? Qualcuno ne ha addirittura un paio a lui dedicate e questa popolarità (riflessa) è frutto di una breve partecipazione a uno strambo film di fantascienza girato, nel 1976, in buona parte negli studi di Elstree, sobborgo a Nord di Londra. Il film in questione è Guerre stellari di George Lucas, la pellicola che ha ridefinito il concetto di fantascienza e fantasy inaugurando una saga che prosegue vitalissima ancora oggi.
Per comporre il documentario Elstree 1976, il regista Jon Spira si è rimboccato le macchine ed è andato a ricercare le comparse di Guerre stellari capaci di poter vantare una partecipazione piccola, ma fondamentale in quello che è un caposaldo della storia del cinema moderno. La massa di spettatori ricorda soprattutto Harrison Ford, Carrie Fisher, Mark Hamill e Alec Guinness, ma a fianco di queste figure chiave il film di Lucas è popolato di attori a cui sono stati affidati ruoli piccoli, talvolta privi di battute. Attori sconosciuti ai più, ma ben noti ai fan del franchise. Attori con un notevole curriculum teatrale, dilettanti alle prime armi, ex modelle, emigranti in cerca di fortuna. È su questo sottobosco cinematografico che il documentario di Jon Spira si concentra, mostrando come l'esperienza sul set di Guerre stellari abbia cambiato loro la vita per sempre.
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Metti un'estate a Londra
Elstree 1976 è sostanzialmente un collage di interviste in cui le comparse di Guerre stellari parlano di sé, del proprio passato, dell'incontro con George Lucas e delle loro esistenze post Star Wars. Il tutto intervallato da materiale di repertorio legato al film, al backstage e alle convention dedicate al mondo della fantascienza. I protagonisti del documentario sono perfettamente consapevoli del fatto che, qualsiasi cosa abbiano fatto prima o dopo, saranno ricordati unicamente per la loro partecipazione a Guerre stellari. Perfino chi nel film non è mai comparso (l'interprete del mitico Fixer Anthony Forrest) visto che il suo ruolo è stato tagliato in fase di montaggio.
Il gigante David Prowse, il cui volto irregolare era celato dal celebre elmetto di Darth Vader, ci racconta la sua tragica infanzia segnata dalla morte dei genitori e da una malattia che lo ha costretto in ospedale per oltre un anno. Paul Blake, blasonato attore di teatro inglese, dopo aver indossato i tragici panni di Macbeth si infilerà la maschera verde dell'alieno Greedo. Pam Rose, avvenente modella che aveva lasciato Londra per trasferirsi a Milano e lavorare nel mondo dell'alta moda, era appena tornata sui suoi passi dopo aver scoperto di essere incinta quando è incappata nel mestiere di comparsa interpretando un'aliena dall'enorme testa a uovo nella celebre scena del bar. Poi c'è il modello e aspirante cantautore Laurie Goode, spedito dallo psichiatra per curare a suon di Valium le sue ambizioni frustrate, e il canadese Angus MacInnes, giunto a Londra senza un soldo in tasca per cercare fortuna come attore, che diverrà celebre per aver interpretato il pilota di X-wing noto come Gold Leader. Tutte figure umanissime che si mettono a nudo davanti all'obiettivo di Jon Spira.
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Un film indipendente ha cambiato la storia
Elstree 1976 è descritto come un "bizzaro, dolceamaro, melancolico sguardo alle vite di un gruppo di persone" gravitate intorno all'orbita di Star Wars. Mai definizione fu più azzeccata. Agli appassionati della saga che si accosteranno alla visione resterà addosso una sensazione di malinconia dovuto al mood crepuscolare che permea il documentario. Per fortuna a tratti lo humor del regista controbilancia l'amarezza che trapela dagli sguardi delle comparse, i cui racconti restituiscono con dovizia di dettagli l'atmosfera del set. Quando sono incappati nei provini del Central Casting indetti a Soho in un'estate calda e umida, nessuno di loro era consapevole dell'avventura che stava per intraprendere. Pur respirando l'aria del set, in molti ammettono che la natura indipendente della produzione e l'atteggiamento schivo di George Lucas, che se ne stava sul set a grattarsi la barba tra un ciak e l'altro, non potevano restituire la misura di ciò che sarebbe diventato il fenomeno Guerre stellari.
A cambiare l'esistenza delle comparse del film non è stata, infatti, tanto la partecipazione al film quanto il fenomeno divistico esploso successivamente. David Prowse ammette candidamente che la sua principale fonte di reddito sono diventate le convention in cui lui si diletta a firmare autografi per la gioia dei fan in cambio di una lauta ricompensa. Derek Lyons, che interpreta una delle Guardie del Tempio, confessa addirittura di essere guarito dalla depressione grazie alle convention e all'interesse dei fan. Esiste dunque la possibilità di una vita dopo Guerre stellari? Apparentemente sì. Molte comparse hanno costruito famiglie felici, hanno gestito con successo ristoranti in Scozia o hanno usato la loro verve per lavorare coi bambini. Ma come ammette Paul Blake nel film "Sono un attore serio. Ho interpretato Macbeth. E sulla mia lapide ci sarà scritto 'Qui giace Greedo!". La lezione è chiara: Star Wars per un giorno, Star Wars per sempre.
Movieplayer.it
3.5/5