Elisa & Marcela, la recensione: La resa deludente di un tema interessante

La recensione di Elisa & Marcela, film Netflix che racconta il primo matrimonio omosessuale della Spagna e in concorso a Berlino 2019.

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Elisa & Marcela: una scena del film

Netflix l'ha fatto di nuovo, ha di nuovo fatto arrabbiare una parte della stampa cinematografica portando un altro suo film in concorso in un prestigioso festival cinematografico: si tratta di Elisa y Marcela di Isabel Coixet, presentato nella sezione Competition della Berlinale, edizione 2019, dove è stato accompagnato da sparsi ma sonori buuu sul logo del popolare canale streaming e da una occupazione del tappeto rosso da parte di manifestanti anti-Netflix. Una ostilità che abbiamo approfondito, e continueremo a farlo, in sedi più opportune della recensione di Elisa & Marcela, che si è accesa la primavera scorsa in merito al conflitto con Cannes, è continuata a Venezia, si è rinvigorita con l'arrivo in catalogo dei film dei Coen e di Cuaron, e si riflette anche sul Festival di Berlino.

Una polemica che non deve, però, distrarci dal film, che va valutato in quanto tale. Va detto subito che non è all'altezza di altre produzioni Netflix apprezzate nei mesi scorsi, Roma in primis, anche se il tema è importante è interessante: la storia vera del primo matrimonio omosessuale spagnolo, ottenuto con l'inganno, nel 1901, dalle due giovani donne che danno il titolo al film, Elisa Sánchez Loriga e Marcela Gracia Ibeas. È proprio il suo argomento che ne giustificherà la visione una volta in catalogo su Netflix nei prossimi mesi.

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Scene da un matrimonio per una trama ispirata alla realtà

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Elisa & Marcela: una sequenza del film

La trama di Elisa & Marcela apre nel 1925, ma fa subito un salto indietro al primo incontro, datato 1898 a La Coruna, tra le due ragazze, nel loro primo giorno in una scuola cattolica. Un amore a prima vista che rende l'iniziale amicizia una vera e propria relazione sentimentale, soltanto momentaneamente frenata quando Marcela viene mandata in collegio da genitori sospettosi e subito ripresa al successivo incontro tra le due ragazze. Anni dopo, infatti, le due decidono di vivere insieme, pur dovendo tener nascosta la loro relazione per evitare le inevitabili critiche dei concittadini cattolici. Le difficoltà non fermano le due ragazze, che prendono una decisione coraggiosa: il matrimonio, in una chiesa del paese, con Elisa travestita da uomo e spacciatasi per il cugino di lei, Mario. Quello delle due ragazze è un inganno che non può durare a lungo, che porta a ripercussioni che le seguono fino in Portogallo, dove decidono di scappare, ma che non riescono a frenare la passione che le anima.

Elisa e Marcela, i due personaggi della storia

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Berlino 2019: le protagoniste al photocall di Elisa & Marcela

Sono Natalia de Molina e Greta Fernández a interpretare rispettivamente Elisa e Marcela, due personaggi che insieme rappresentano la vera anima del film della Coixet. Lo fanno, però, più come simboli per trasmettere un messaggio così importante ancora oggi che in quanto persone reali e tridimensionali: manca un certo spessore sia nella loro caratterizzazione in quanto singoli individui e personaggi della storia, sia nel definire le dinamiche della loro relazione. Come loro, anche le figure secondario che ruotano attorno alle due ragazze, pur con qualche simpatica eccezione soprattutto nel blocco portoghese della storia, appaiono come delle pedine per sviluppare e portare avanti con lineare semplicità la vicenda. Un peccato, soprattutto perché il casting delle due protagoniste è indovinato e le due giovani attrici presentano un'intensità che si sarebbe potuta sfruttare meglio.

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Vittima della semplicità

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Elisa & Marcela: un momento sul set del film

Uno dei problemi del film è infatti la scrittura, che fallisce nel rendere la complessa storia di cui sono state protagoniste le vere Elisa e Marcela, fin troppo semplicistica e costruita per il messaggio che vuole comunicare, ma anche sul piano visivo ci sono diverse note stonate: il bianco e nero scelto ha una certa eleganza, ma segnato da alcune trovate di post-produzione che ne rovinano la resa. L'uso di una determinata transizione, ripetuta in diverse occasioni, per evocare un look vecchio stile e la grana posticcia aggiunta in qualche sequenza, per accompagnare delle vere immagini di archivio, sono solo un paio di esempi di scelte poco riuscite della regista. Il risultato finale è deludente dal punto di vista prettamente cinematografico, ma non dubitiamo che possa attirare l'attenzione una volta inserito nel catalogo Netflix a causa di un tema che desterà curiosità e discussioni.

Movieplayer.it

2.5/5