Molti avvocati si considerano dei veri 'profeti' in materia di cavilli e processi, ma Eli Stone forse lo è davvero. E' un uomo affascinante, un avvocato di successo associato ad un prestigioso studio legale di San Francisco, un professionista scrupoloso e talvolta spietato, che mette a disposizione il suo talento per le più grandi multinazionali del mondo. E' fidanzato con una donna molto bella (l'attrice Natasha Henstridge di Fantasmi da Marte), nonché la figlia del suo capo, ed ha anche una caustica ma adorabile segretaria tuttofare. La sua vita sembra scorrere per il meglio fino a che Eli non inizia ad avere strane allucinazioni, a vedere George Michael nel suo salotto che canta Faith, a sentire nella sua testa una musica che nessun altro oltre lui è in grado di sentire e ad avere visioni sul suo passato.
Tutto questo in concomitanza alla decisione di seguire un caso 'umano', piuttosto che, come al solito, inseguire il denaro e una facile vittoria. La spiegazione di tutto però non è lo stress ma qualcosa di più grave: un aneurisma al cervello, esattamente uguale a quello che aveva suo padre da giovane. La comparsa di questi strani fenomeni potrebbero essere dovuti proprio a questo ma potrebbero anche avere un significato più importante. E se il suo destino, come gli diceva sempre suo padre quando era piccolo, fosse veramente quello di salvare il mondo?
Presentato in anteprima (e applauditissimo) al Roma Fiction Fest il pilot della serie-tv americana Eli Stone, un legal-drama in 13 puntate da circa un'ora ciascuna che andrà in onda negli States nella prossima stagione, prodotto dalla ABC.
Strepitosa la performance del protagonista Johnny Lee Miller, che nei panni di Eli Stone garantisce tante risate ma anche qualche amara riflessione. Senz'altro una delle serie tv più divertenti mai trasmesse dopo Ally McBeal, scritta con ritmo ed incentrata totalmente sui personaggi e sulle loro complesse personalità. Eli Stone miscela alla perfezione il fascino dei legal serial con quello della spiritualità e del paranormale, anche se, in alcuni tratti, sembra avvicinarsi troppo al sopracitato Ally McBeal - sia per le visioni che per l'ambientazione professionale. Battute a raffica, dialoghi frizzanti ma un tono sempre piuttosto drammatico: tutto racchiuso nel volto dell'attore inglese Johnny Lee Miller, già visto in Melinda e Melinda di Woody Allen e in Trainspotting. Non una rivelazione dunque, ma indubbiamente il suo sguardo furbo ed allo stesso tempo malinconico, insieme ad una grinta davvero fuori dal comune, permette allo spettatore di indentificarsi nel suo personaggio e a rendere tutto sommato credibile una storia quanto mai 'fantasiosa'.