Come anticipa il titolo della nostra recensione di El Paraiso, Edoardo Pesce si misura col ruolo di un moderno Edipo alle prese con una madre ingombrante nel piccolo, ma intenso film diretto da Enrico Maria Artale. La tensione interna che invade El Paraiso nasce da questo rapporto di amore/odio, da questa reciproca dipendenza che vede Pesce nei panni di un quarantenne impossibilitato a intrecciare una relazione o ad avere un minimo di indipendenza di fronte all'invadenza e al giudizio materno.
A intensificare la dimensione drammatica della vicenda contribuisce l'ambiente a cui Julio Cesar e la madre Ines appartengono. Lei è una colombiana emigrata in Italia quarant'anni prima, incinta del figlio. Insieme spacciano la droga in arrivo dalla nazione sudamericana nell'hinterland romano e vivono in una casa isolata nei pressi di Fiumicino. Il loro microcosmo è fatto di piccoli spacciatori, prostitute, tossici, e dei maturi corteggiatori della donna, che dietro la dirompente vitalità si rivela fragile e insicura.
Performance attoriali di livello per un dramma che non fa sconti
Grazie alla solida regia di Enrico Maria Artale, El Paraiso si rivela il terreno più adatto per un grande confronto attoriale. Le prove di Edoardo Pesce e Margarita Rosa de Francisco, gran bella rivelazione per il pubblico italiano (in Colombia è una stella di prima grandezza), rappresentano la linfa vitale della pellicola. Favoriti da una scrittura efficace, capace di mettere a nudo sentimenti difficili da esprimere, i due attori danno il meglio di sé sfoderando performance complementari. In un costante incontro/scontro tra opposti, quanto Julio Cesar è sbrigativo, taciturno ed esasperato dalle attenzioni materne, quanto l'estroversa genitrice, rosa dal timore di perdere l'unico figlio, si rivela una manipolatrice. I suoi continui ricatti emotivi chiariscono che è lei la più bisognosa della coppia.
Enrico Maria Artale cerca la massima credibilità nel racconto di questo rapporto filiale che spesso e volentieri sembra più vicino a una relazione di coppia. Senza mai diventare morboso, il film mostra madre e figlio che vanno a ballare insieme, guardando film abbracciati sul divano, nutrono malsani sentimenti di gelosia nei confronti dell'altro. L'unica valvola di sfogo per Julio Cesar di vivere la sua problematica sessualità lontano dallo sguardo materno giudicante, verso cui prova timore e vergogna, sono i fugaci incontri con le prostitute di Fiumicino e l'irruzione di un elemento estraneo nel ménage - la colombiana Ines, affascinante corriera di droga che approda a Fiumino col suo carico - turberà gli equilibri irrimediabilmente.
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Una storia che non fa sconti
El Paraiso è un film d'autore italiano che gode del supporto di Matteo Rovere, produttore del film con Andrea Paris, Carla Altieri e Roberto De Paolis, e di "roveriano" possiede la libertà di uscire dagli schermi tradizionali, concedendosi qualche scena forte, disturbante e decisamente scomoda agli occhi della morale italica. La visione mette alla prova a livello emotivo, soprattutto coloro che hanno un rapporto irrisolto con la figura materna, per la capacità di risultare disturbante grazie all'intensa interpretazione di Margarita Rosa De Francisco, il cui atteggiamento passivo-aggressivo con cui esercita il controllo sul figlio risulta tanto fastidioso da provocare vera e propria "claustrofobia esistenziale".
L'efficacia del film sta proprio in questo suo approccio realistico, privo di compromessi, che ci trascina all'interno della storia creando un'immediata empatia coi personaggi e costringendoci a ripensare a lungo sul loro destino anche a visione conclusa. Azzeccata ed efficace anche la scelta del finale aperto. Con questo progetto, Enrico Maria Artale rivendica la sua personalità autoriale che, ci auguriamo, venga confermata prossimamente dai suoi nuovi lavori.
Conclusioni
Come anticipa la nostra recensione de El Paraiso, il film di Enrico Maria Artale si rivela una delle sorprese di Venezia 2023. Una storia familiare senza compromessi che scava nella relazione madre/figlio sviscerandone complessità e aspetti malsani. Il tutto grazie a una coppia di attori in stato di grazia come Edoardo Pesce e la colombiana Margarita Rosa De Francisco.
Perché ci piace
- Le interpretazioni coraggiose di Edoardo Pesce Margarita Rosa De Francisco.
- L'afflato realista con cui si racconta una storia senza escluderne gli aspetti scomodi e disturbanti.
- La sincerità nell'approccio del regista ai personaggi.
Cosa non va
- Alcune scelte narrative aprono strade altre che però non vengono percorse e lasciano lo spettatore in cerca di risposte.