Al dissacrante preferisce il graffiante. Al ridere di un ospite preferisce ridere con l'ospite. Ironia e citazionismo sempre nel suo elegante taschino. Brillante showman dal tocco garbato e dall'invidiabile favella, Alessandro Cattelan è ormai un'affidabile certezza del nostro intrattenimento. Affidabile, però, non significa prevedibile. Attraverso uno stile dinamico e una scrittura mai banale, E poi c'è Cattelan 2019 si è imposto come unico late show italiano capace di ricreare il tono e il ritmo dei grandi spettacoli americani che hanno in David Letterman, Jimmy Fallon e Jimmy Kimmel tre maestri assoluti.
EPCC 2019, gli ospiti: da Alessandro Borghi a Marco Mengoni
Un programma giunto alla sua settima edizione, che non a caso porta il cognome di Alessandro, perché ne incarna il carattere, lo stile e la galanteria. EPCC 2019 è pronto a tornare su Sky Uno con sette nuove puntate e uno studio tutto nuovo, facendo sempre delle sue ormai celebri ospitate un ottimo pretesto per "normalizzare" personaggi dello show business nostrano. Nel corso della primavera lo show farà accomodare sulla sua poltrona gente come Marco Mengoni (star della prima puntata con il quale è stato affrontato con brio il tema dell'ecologia), Alessandro Borghi (preparatevi a riesumare i Backstreet Boys), Antonio Conte, Paola Cortellesi e Antonella Clerici. Il tutto condito da tanti ammiccamenti sagaci agli anni Ottanta e Novanta, come confermato dal corto che apre la prima puntata di EPCC in cui Cattelan, Marco Villa e l'Amico Argentino si reiventano Ghostbuster lottando contro un temibile nemico di nome Salvatore Esposito. Insomma, nuove ricette dal retrogusto familiare in salsa rigorosamente pop.
E poi c'è Jimmy Fallon
Quando ti trovi davanti ad Alessandro Cattelan le cose attorno rallentano. Non sei tu che vai piano, ma lui che va troppo veloce. Tarato su una rapidità e una brillantezza fuori dal comune, Cattelan è puro talento irrequieto, consapevole del suo valore senza mai peccare di presunzione e mettere da parte l'umiltà. Il suo programma è il canto di un coro, non solo merito suo. EPCC è un frutto di un lavoro di gruppo, un prodotto ben scritto da un team affiatato, che condivide gli stessi interessi e immaginare, abile nel far convivere copione e spontaneità. A chi gli chiede se sente di aver acquisito potere grazie ai suoi successi, Cattelan risponde convinto: "Non mi piace parlare di potere, non è una cosa su cui spero di far leva. Credo di aver ottenuto credibilità, questo sì. E la credibilità è necessaria per ottenere fiducia e serenità da parte degli ospiti che siedono accanto a me. Se poi la credibilità è una forma di potere, spero sia un potere buono di cui non abusare mai". Impossibile non citare l'apice della prima puntata (ma anche della carriera di Cattelan), ovvero il grande incontro con il mitico Jimmy Fallon, primo erede di David Letterman e maestro assoluto del late show, incontrato nel suo studio di New York qualche settimana fa: "Devo essere grato a Sky che ha permesso tutto questo e si è mossa con grande disinvoltura.
Diciamo che in questo appuntamento ha recitato la parte dell'amico che manda il bigliettino alla ragazza che ti piace. Sono rimasto stupito dalla semplicità con cui Fallon ha accettato la cosa. È stato tutto molto spontaneo, infatti all'inizio quasi non credevo perché è stato più facile del previsto. Mi hanno colpito tanto la sua disponibilità e la sua ospitalità assieme a tanti aspetti tecnici e trucchetti che ci siamo portati a casa nel nostro bagaglio. È stata un'accoglienza incredibile, uno scambio arricchente. E ammetto che rivedermi lì, seduto sulla poltrona più iconica della televisione mondiale, mi fa un certo effetto. Paradossalmente mi ha emozionato più rivedermi rispetto a quando ero davvero seduto lì".