Dracula, recensione: Radu Jude stravolge il mito del vampiro a colpi di humor, sesso e AI

Una rutilante satira politica travestita da riflessione sul vampiro è il nuovo film di Radu Jude, la pellicola fiume che decostruisce il mito. In concorso a Locarno 2025.

Una scena di Dracula

Non fatevi ingannare dal titolo del nuovo film di Radu Jude. Il Dracula presentato in concorso al Festival di Locarno 2025 non ha niente a che vedere con i più celebri adattamenti del classico di Bram Stoker. Jude, che è rumeno e di versioni del mito del vampiro ne ha pieno fin sopra i capelli, ha deciso di stravolgere, o meglio, devastare il paradigma con una pellicola fiume di tre ore in cui accade un po' di tutto, che lascia lo spettatore frastornato dal fiume di immagini, parole, sangue e sesso che lo ha investito durante la visione.

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Una scena dello sketch di Dracula in fabbrica

Difficile descrivere a parole un film così carico di metafore, sarcasmo, riferimenti politici più o meno facili da comprendere, quindi proviamo a mettere ordine. Come nel caso del precedente Eight Postcards from Utopia, documentario di montaggio, il Dracula di Radu Jude è diviso in capitoli. La premessa da cui parte il film si concentra su un giovane sceneggiatore che si pone il problema di come "rinnovare" il mito del vampiro interrogando un'intelligenza artificiale fake. Da qui le varie versioni del vampiro, prete, padrone di una fabbrica, attore e chi più ne ha più ne metta che si susseguono sullo schermo.

C'era una volta il Conte Dracula

Per il suo Dracula, Radu Jude lavora per accumulo. Il vampiro ha mille volti diversi ed è interpretato da una pioggia di attori che non fanno molto per rendersi credibili. Quella a cui assistiamo è una vera e propria decostruzione del mito che avviene spogliando il personaggio del Conte Dracula di ogni suo fascino. A tratti sembra di assistere a gag in stile Benny Hill tanto è stereotipata la recitazione dei vari interpreti, coinvolti nel gioco al massacro del regista (dove a essere massacrata è, di fatto, la tradizione).

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Un dialogo in Dracula

Tra le incarnazioni che tornano più di frequente lo vediamo incarnato da un attore vecchiotto, semicalvo e sessualmente poco prestante che, insieme a una sexy vampira punk e tatuata, sbarca il lunario lavorando in un locale di spogliarelli. Oltre a richiedergli prestazioni erotiche, il compito suo e di vampira è quello di fuggire per la cittadina, per essere inseguito dagli avventori del locale armati di paletti di legno in una caccia al mostro che rievoca quella di frankensteiniana memoria. E non è un caso visto che Frankenstein, con la complicità dell'attore Sebastian Stan, sarà il prossimo progetto di Radu Jude.

Religione, sesso e politica: i bersagli di Radu Jude

Dracula Radu Jude
Una scena di Dracula

Caustico e impietoso, con il suo montaggio vortiginoso che non risparmia allo spettatore, sangue, sesso, vagine, campi di peni giganti, denti acuminati e una miriade di personaggi, Dracula è. in realtà, un film lucidissimo, che ha ben chiari gli obiettivi della sua critica. In perfetto Radu Jude style, il film si fa beffe dell'autorità politica, religiosa, della storia passata della Romania (gustose le battute su Ceausescu) e dell'Europa dell'Est. Tra gli episodi più memorabili quello in cui Dracula è costretto a sedare l'agitazione sindacale dei suoi dipendenti usando le "maniere forti". Ferocissima anche la satira contro la chiesa. Nei vari episodi vediamo preti travestirsi da vampiro per abusare di donne più o meno avvenenti, o cedere ai piaceri della carne di fronte al campo di peni che un povero contadino sfrutta per sbarcare il lunario.

L'affabulazione continua, la raffica di dialoghi che tiene impegnati i personaggi scena dopo scena è faticosa da seguire e rende impossibile cogliere tutti i riferimenti, ma è chiaro che il progetto di Radu Jude, dietro l'apparente caos, è una satira del potere impietosa che punta il dito contro il passato, ma anche contro il presente lasciando aperta una porta su un futuro in cui vige l'incertezza.

Conclusioni

Una rutilante satira politica, condita di sesso e volgarità, con cui Radu Jude, in tre ore, decostruisce il mito del Conte Dracula scagliandosi contro governi, chiesa e tradizione col suo stile caustico e dissacratorio.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Le scelte intriganti di montaggio.
  • La critica coraggiosa del potere e del sistema politico e religioso.
  • Alcune gang sono davvero gustose.

Cosa non va

  • La durata e la ricchezza di input mette a dura prova lo spettatore.
  • La recitazione stereotipata, i personaggi diventano macchiette ridicole.