L'apertura del concorso di Venezia 74 è affidata a Downsizing, satira sociale futuristica concepita da Alexander Payne. Il regista originario del Nebraska stavolta si trasforma in un novello Jonathan Swift per raccontare una parabola morale meno sofisticata rispetto ai lavori passati, ma più ecumenica. Per interpretare il suo eroe improbabile, stavolta, Alexander Payne ha scelto Matt Damon, il volto pulito del cinema americano per antonomasia. Ad affiancarlo troviamo Kristen Wiig, troppo spesso incasellata solo in ruoli comici, ma capace, all'occasione, di sfoderare il proprio duttile talento, e la sorpresa Hong Chau.
Downsizing parte da una premessa pseudo-scientifica immaginando che un team di scienziati norvegesi scoprano il modo per poter rimpicciolire gli esseri umani. Questa invenzione si profila come una possibile risposta alla sovrappopolazione, all'eccessivo consumo di risorse e al problema dello smaltimento dei rifiuti, questioni che minacciano l'equilibrio del nostro pianeta. Dieci anni dopo la diffusione della scoperta, il rimpicciolimento è ormai una prassi consolidata a cui ricorrono coloro che vogliono risolvere i propri problemi economici per fare un upgrade qualitativo. È anche la soluzione a cui ricorre la coppia composta da Matt Damon e Kristen Wiig, insoddisfatta della propria condizione e abbrutita dal troppo lavoro a cui non corrispondono pari gratificazioni economiche. All'ultimo momento, però, qualcosa va storto.
Leggi anche: Downsizing: un Matt Damon in miniatura per salvare un mondo che si autodistrugge
La fine del mondo tra humor e visioni apocalittiche
Per creare gli universi di Downsizing, Alexander Payne ha dovuto far ricorso a un budget molto più elevato del solito, agli effetti speciali della Industrial Light and Magic, ma soprattutto ha consultato degli scienziati per capire quanto la sua idea di partenza fosse compatibile con le leggi della fisica. "Abbiamo avuto alcune consultazioni con gli scienziati per capire a che punto avremmo smesso di preoccuparci della fisica" confessa ironico il regista. "In realtà, anche se questa storia ha una premessa fantascientifica, è in linea con le cose precedenti che ho fatto. Ha lo stesso sense of humor".
Inedita anche la scelta di Matt Damon come protagonista. Dopo George Clooney e Jack Nicholson, Alexander Payne si misura con la presenza di una nuova superstar sul set, ma Damon si schernisce e con grande umiltà confessa: "Ogni attore vuole lavorare con Alexander Payne. Quando ho letto la sceneggiatura, ho pensato che la sceneggiatura fosse fantastica e originale. Il mio ruolo era affascinante, mi piaceva l'empatia che trasuda dal mio personaggio e adoro la storia. È vero che la parabola che vive ha dell'incredibile, ma credo che in fondo questo sia un film ottimista. Alcuni dicono che sia il film più ottimista mai girato da Alexander, in fin dei conti qui abbiamo solo un'apocalisse". Le due interpreti femminili, Kristen Wiig e Hong Chau, confermano l'entusiasmo nei confronti del regista che le ha coinvolte in questa incredibile avventura. "Sono una fan di Alexander da sempre" esclama la Wiig. "Adoro l'aspetto della love story, credo che questo film sia una storia d'amore, anche se molto atipica". Hong Chau aggiunge: "Ciò che amato del lavoro di Alexander è che ha scelto di mettere in primo piano un personaggio che si solito sta sullo sfondo dandomi lo spazio necessario per esprimermi".
Leggi anche: Da Matrix ad Hunger Games: distopie e proiezioni di un futuro che fa paura
Payne, il mago del controllo
Downsizing è un romanzo di formazione di un personaggio già cresciuto. A questa prospettiva inedita si aggiunge un sapore internazionale, dovuto alla scelta di Alexander Payne di allargare la prospettiva allontanandosi per un po' dal suo Nebraska. Il regista motiva la sua scelta dichiarando: "Fin dall'inizio abbiamo pensato a introdurre nella storia personaggi internazionali. Finora avevo modellato personaggi del Midwest che incarnano un certo tipo di valori. Stavolta abbiamo guardato all'estero. Anche se ho pensato a un film ambientato principalmente negli USA, volevo sapere come avrebbe echeggiato nel mondo una scoperta come quella al centro del film". Pensando alla ricezione che una pellicola intrisa di un afflato ambientalista come la sua avrà sul pubblico americano, in particolare sull'elettorato di Trump, Payne confessa: "Non ne ho proprio idea. È difficile prevedere come una persona reagirà di fronte a un film, ma il mio è un film per tutti. Sono più interessato all'umanesimo che alla politica".
Matt Damon, impegnato in molteplici iniziative ecologiche e a sfondo sociale, supporta la visione del regista ribadendone l'estremo rigore sul set: "Alexander è un regista molto meticoloso. Tutto quello che gira è nel film, nessuna scena è inutile. Ogni shot è come lo voleva, con lui il lavoro è estremamente facile perché sai sempre dove sei e cosa fai. Ha sempre il controllo della situazione". Questa pulizia formale e logica si rispecchia già nei precedenti lavori del regista, ma Payne sembra a suo agio anche con l'esplorazione di una dimensione che si apre a situazioni fantascientifiche come quelle prospettate nel film. Ma come reagirebbero gli interpreti di Downsizing se avessero davvero la possibilità di rimpicciolirsi? Kristen Wiig scherza: "Non voglio rimpicciolire, semmai vorrei diventare più grande". Hong Chau aggiunge: "Sono talmente bassa che mi sento già rimpicciolita".