Mentre si scrive la recensione di Doom Patrol 2 è difficile non pensare al destino alquanto curioso della serie per quanto riguarda la distribuzione: in Italia e altri paesi europei, infatti, la seconda stagione arriva direttamente su Amazon Prime Video, mentre in patria è stata messa a disposizione in simultanea su DC Universe, la piattaforma di streaming dedicata a tutto ciò che è DC Comics, e su HBO Max, il neonato servizio dedicato a tutte le produzioni targate WarnerMedia, ed è già stato annunciato che la seconda piattaforma sarà la patria esclusiva, negli Stati Uniti, della terza stagione, mentre DC Universe sarà esclusivamente un archivio digitale della produzione fumettistica della casa editrice. Tra l'altro in America la distribuzione ha seguito il modello Apple TV+, con i primi tre episodi subito e gli altri a cadenza settimanale, tra il 25 giugno e il 6 agosto. Approccio che, applicato da Amazon per un'altra serie di supereroi, The Boys, ha generato non poche polemiche. Da quel punto di vista, per gli appassionati di genere, il ritorno della stramba squadra della DC è esattamente ciò che ci vuole, essendo la nuova stagione disponibile in un'unica soluzione, senza dover aspettare.
Piccoli grandi problemi
Avevamo lasciato gli eroi di Doom Patrol alle prese con un nuovo problema: con l'eccezione di Larry Trainor, erano tutti stati rimpiccioliti dopo aver sconfitto Mr. Nobody (Alan Tudyk). Mentre cercano di risolvere la cosa, devono fare i conti con l'ingresso nel team di Dorothy Spinner, la figlia di Niles Caulder (Timothy Dalton), che possiede la capacità di far diventare reali i suoi amici immaginari. Un potere che potrebbe rivelarsi catastrofico se sfruttato dalle persone sbagliate, come il misterioso Candlemaker, una voce che tormenta la ragazza. E non finisce qui, perché i problemi personali degli altri membri della squadra rimangono, in primis le personalità multiple di Jane, e i nostri eroi devono anche vedersela con situazioni sempre più bizzarre come l'entrata in scena di un'unità paranormale del Pentagono nota come SeX-Men (no, non è un refuso). E come nella prima stagione, vari flashback approfondiscono il passato dei vari personaggi, con binari paralleli in vista della resa dei conti finale, che però questa volta avrà una forma inattesa...
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Tutto come prima?
La minaccia è diversa, ma lo spirito dello show rimane inalterato, e risulta sempre più evidente quanto fosse saggio rinunciare all'idea di fare della serie uno spin-off ufficiale di Titans (dove alcuni degli attori sono apparsi nei panni degli stessi personaggi). È infatti difficile immaginare una parentela tra uno show che si diverte a decostruire in chiave dark il team di eroi giovani della DC (celeberrima la battuta "Fuck Batman!" nel primo episodio) e un altro che invece si diverte e basta, restando fedele allo spirito generalmente caustico del fumetto originale (in particolare la gestione di Grant Morrison). Nella prima stagione c'era tutto il côté metatelevisivo, grazie al personaggio di Tudyk che poteva alterare la realtà e quindi sapeva di essere all'interno di una serie televisiva, e la seconda annata allude a questo giustificando la sua assenza con la frase "Ha trovato lavoro nell'animazione" (Tudyk doppia Joker e Clayface in Harley Quinn, altra produzione di punta della DC degli ultimi anni). Per quanto rimescolata con elementi leggermente diversi, la follia rimane, dalla prima all'ultima inquadratura, e il fascino della serie può quindi considerarsi intatto. Con risultati inattesi sul versante produttivo che paradossalmente si rivelano brillanti.
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Un'incompleta completezza
Dopo i quindici episodi della prima stagione, era previsto che la seconda ne avesse dieci, ma la situazione sanitaria globale ha interferito con quei piani, portando all'impossibilità di completare il finale in tempo (sulla falsariga di The Walking Dead, che solo adesso ha potuto portare a termine la conclusione della decima annata, sei mesi dopo la messa in onda degli episodi precedenti). Pertanto salutiamo Caulder e i suoi pupilli sul più bello, con tanto di cliffhanger in bella evidenza, eppure la cosa non dà fastidio. Anzi, se non fosse stato per la ben nota circostanza esterna, si sarebbe potuto pensare a una scelta ponderata degli autori per accentuare il lato poco convenzionale dello show e l'ammiccamento nei confronti dello spettatore, del tipo "Vi aspettavate il solito finale? E invece no!". Certo, rimane l'ansia di sapere come finirà, ma dato il coefficiente di stramberia - basti pensare che torna in scena Flex Mentallo, l'eroe che può alterare la realtà flettendo i muscoli - un po' di attesa non guasta, in vista di quella che senz'altro sarà una terza stagione ancora più fuori dal comune.
Conclusioni
È solo parziale la frustrazione con cui chiudiamo la recensione di Doom Patrol 2, perché se da un lato è irritante non poter giudicare la stagione nel suo complesso a causa delle circostanze esterne che hanno portato all'interruzione della lavorazione del finale, dall'altro una situazione simile è perfettamente in sintonia con il tono stralunato dello show. Alcune cose sono cambiate, ma questa pattuglia continua a divertire proprio perché non è la solita squadra di supereroi.
Perché ci piace
- I nuovi ingressi nel cast sono molto interessanti.
- Il lato strambo dello show trova nuove, brillanti forme espressive.
- I flashback continuano ad arricchire la storia.
Cosa non va
- Dà un po' fastidio dover aspettare per vedere il finale di questa seconda stagione.