Doctor Who, speciale Wild Blue Yonder, la recensione: andare ai confini dell'universo per ritrovare se stessi

Il secondo episodio speciale per i 60 anni di Doctor Who, Wild Blue Yonder, regala un'avventura dall'atmosfera horror e all'insegna dell'introspezione.

Doctor Who, speciale Wild Blue Yonder, la recensione: andare ai confini dell'universo per ritrovare se stessi

Wild Blue Yonder, il secondo dei tre speciali ideati per celebrare i 60 anni della serie, mostra un altro lato di Doctor Who dopo l'avventura di The Star Beast (qui la nostra recensione), addentrandosi in un'atmosfera all'insegna della tensione e dell'approfondimento psicologico dei due protagonisti.
Lo showrunner Russell T Davies, dopo una breve scena leggera e ironica, porta infatti il Dottore e la sua companion Donna Noble ai confini dell'universo, delineando una storia che, nonostante qualche passaggio a vuoto della sceneggiatura, è in grado di suscitare qualche brivido e sorprendere.

La storia raccontata in Wild Blue Yonder

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Doctor Who: Catherine Tate e David Tennant in una foto di Wild Blue Yonder

Il Dottore e Donna, interpretati da David Tennant e Catherine Tate, sono alle prese con un TARDIS fuori controllo che sta viaggiando nello spazio e nel tempo senza svelare la propria destinazione. Dopo una tappa nel 1666, dove i due protagonisti interagiscono con Isaac Newton (Nathaniel Curtis), i due si ritrovano a bordo di un'astronave deserta. Quando il TARDIS prenderà il volo senza di loro, il Dottore e Donna inizieranno a esplorare gli spazi inquietanti, imbattendosi solo in Jimbo, un robot che si muove molto lentamente con uno scopo misterioso. Ben presto, tuttavia, si scoprirà la presenza di una terrificante minaccia.

Spettacolarità ed emozioni in parti uguali

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Doctor Who: David Tennant in Wild Blue Yonder

Wild Blue Yonder, puntata di Doctor Who scritta da Russell T. Davies e diretta da Tom Kingsley, sembra sfruttare il budget più elevato a disposizione grazie all'accordo con Disney+ in occasione di una delle puntate più introspettive degli ultimi anni. Gli spazi dell'astronave, che cambiano di continuo e che passano dalla luminosità quasi eccessiva alle ombre e al buio dei corridoi, rappresentano un'ambientazione perfetta per mostrare uno scontro con delle creature cosmiche in grado di cambiare aspetto e copiare chi sta loro di fronte, assumendone l'aspetto e addentrandosi nei loro ricordi e pensieri.
Tennant e Tate sono praticamente impeccabili nella loro doppia interpretazione che fa emergere i rimpianti, i dubbi e le ansie dei rispettivi personaggi. Il Quattordicesimo Dottore dà così spazio alla sofferenza che prova a causa di ciò che ha vissuto, delle perdite affrontate e delle situazioni in cui è stato coinvolto. Il talento di David Tennant permette di dare forma a un Signore del Tempo in crisi esistenziale, sospeso tra il desiderio di fuggire al proprio passato e di capire realmente chi è. Tate rappresenta la spalla perfetta per questa particolare versione del Signore del Tempo in una fase importante di transizione. L'esperienza dei due attori e il loro innegabile feeling sono così sfruttate nel migliore dei modi per sostenere dei dialoghi che ruotano intorno a ciò che ci definisce e ci rende ciò che siamo. L'uso narrativo dei doppelganger è un espediente brillante per legare la storia all'ultimo decennio della serie e gettare le basi per il futuro della serie, obbligando inoltre gli spettatori a riflettere su ciò che rende il Dottore così speciale e in grado, ormai da 6 decenni, a suscitare emozioni negli spettatori.

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Un ponte tra passato e presente

Wild Blue Yonder
Doctor Who: i protagonisti nell'episodio Wild Blue Yonder

Davies non possiede forse la capacità di mantenere sotto controllo tutti gli elementi del complesso ingranaggio che ha costruito, e il crescendo di emozioni e di tensione negli ultimi minuti a bordo dell'astronave ha l'effetto desiderato principalmente grazie alla bravura delle due star che gestiscono la svolta "esplosiva" con la giusta carica emotiva.
La coda della puntata regala un'altra piccola gioia ai fan con il cameo di Bernard Cribbins nella parte di Wilfred Mott, uno dei personaggi che ha conquistato il cuore degli spettatori che sono ancora alle prese con il lutto causato dalla morte dell'attore. Gli ultimi minuti, con il nuovo cambio di registro, anticipano un terzo episodio ricco d'azione di nuovo ambientato nel presente, questa volta con il malvagio Giocattolaio interpretato da Neil Patrick Harris.
Dopo due delle tre puntate speciali appare evidente che Davies abbia cercato di confezionare delle avventure molto diverse tra loro per ricordare tutte le caratteristiche che hanno reso l'universo di Doctor Who così complesso e affascinante, riuscendo a spaziare tra generi molto diversi tra loro ma sempre mantenendo al centro le emozioni e i rapporti che si stabiliscono tra i personaggi.

Conclusioni

Wild Blue Yonder è un ottimo episodio della saga di Doctor Who, ben confezionato per trovare un equilibrio tra la dimensione personale e la spettacolarità delle avventure del Signore del Tempo.
Le scenografie elaborate e l'atmosfera quasi in stile Alien permettono di costruire una cornice al cui interno si celebra con bravura la complessità della storia e delle emozioni del Dottore. Il ritorno di David Tennant appare così una scelta perfetta per poter riflettere sui cambiamenti avvenuti nel protagonista negli ultimi anni, passando da Matt Smith a Jodie Whittaker, e iniziare a far capire cosa ci si può attendere dall'entrata in scena del Quindicesimo Dottore affidato a Ncuti Gatwa.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.2/5

Perché ci piace

  • L'atmosfera horror è ben gestita e sostenuta dalle performance di Tennant e Tate.
  • Gli importanti momenti di riflessione sono inseriti in una storia in grado di intrattenere e molto spettacolare.
  • Il cameo di Bernard Cribbins e il suo abbraccio con Tennant difficilmente non susciteranno una sincera commozione.

Cosa non va

  • La possibile svolta drammatica riguardante Donna non appare molto credibile.
  • In alcuni momenti delle scene d'azione gli effetti speciali non sono particolarmente convincenti.
  • Il cambio di genere dopo la breve scena con Isaac Newton appare fin troppo repentino.