Doctor Who: la stagione 9 attinge al passato

Due episodi per introdurre temi ed atmosfere della nuova stagione della serie britannica, la seconda con Peter Capaldi come protagonista.

Nove stagioni iniziano ad essere un numero ragguardevole per qualsiasi serie. Eppure basta fermarsi un attimo a riflettere per rendersi conto che quelle del nuovo Doctor Who, avviato nel 2005 ed ancora attivissimo, non sono niente in confronto agli oltre 50 anni della sua storia complessiva, iniziata dal 1963 e giunta fino alla sua dodicesima incarnazione interpretata dallo scorso anno da un folgorante Peter Capaldi. Una storia lunga che comporta una mitologia altrettanto elaborata, fatta di luoghi, personaggi ed eventi che vanno a comporre un quadro complesso e stratificato che rende la visione d'insieme di gran lunga superiore a quella di un singolo episodio.

Doctor Who: l'entrata in scena di Peter Capaldi in The Magician's Apprentice
Doctor Who: l'entrata in scena di Peter Capaldi in The Magician's Apprentice

Se iniziamo così questo nostro articolo sulla doppia premiere della stagione 9 (e attenzione perché parleremo di entrambe le parti nel nostro discorso, quindi occhio agli spoiler se avete visto solo il primo e siete fermi al suo suggestivo cliffhanger) è perché ci rendiamo conto ancora una volta di quanto questa lunga e complessa mitologia sia fonte di infinita ricchezza per chi si trova a scrivere ora le nuove avventure di Doctor Who, a dar vita ad una dodicesima incarnazione che già lo scorso anno aveva convinto e che sembra partire già con una marcia in più. Nello specifico parliamo di Steven Moffat, il bardo inglese diventato showrunner della serie a partire dal 2009, che proprio da questa esuberante mitologia è andato ad attingere per arricchire il lancio della nuova stagione.

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Nel mezzo della battaglia

Doctor Who: Peter Capaldi in un'immagine dell'episodio The Magician's Apprentice
Doctor Who: Peter Capaldi in un'immagine dell'episodio The Magician's Apprentice

Un campo di battaglia, ma di quelli surreali che solo in una serie come Doctor Who possiamo trovare, con tanto di biplani dotati di laser che affrontano soldati armati di soli archi e frecce. Nel mezzo della battaglia, avvolto in un'atmosfera cupa e lugubre, c'è un bambino circondato da mani che spuntano dal terreno, mani spaventose nel cui palmo si apre un inquietante occhio. Sono handmines, mine che afferrano il nemico e lo trascinano sottoterra, mine dalle quali è impossibile fuggire. Il bambino, indifeso e fragile, non è però abbandonato a sé stesso: dal nulla arriva l'insperato aiuto, quello del Dottore. Ma è un barlume di speranza che anticipa di pochissimo il vero dramma: il bambino rivela il suo nome e il Dodicesimo Dottore vacilla, perché capisce di essere al cospetto di una delle sue nemesi più pericolose, qualcuno a cui si deve la creazione dei suoi più acerrimi nemici. Davanti a lui c'è Davros.

Davros, chi era costui?

Doctor Who: Davros in un'immagine dell'episodio The Witch's Familiar
Doctor Who: Davros in un'immagine dell'episodio The Witch's Familiar

Quello di The Magician's Apprentice è un incipit potentissimo, sia dal punto di vista visivo che tematico, perché mette il protagonista faccia a faccia con un personaggio di altrettanto spessore, ma introduce anche un tema fondamentale che Moffat sta sviluppando in relazione al personaggio interpretato da Capaldi: il Dottore è buono o no? Un quesito che echeggia in tutto l'episodio, fino al teso cliffhanger che ci mostra il nostro eroe in procinto di sparare al bambino che diventerà Davros ed enfatizzato dallo sviluppo della storia, dall'apparente morte di Clara e Missy, dalla prospettiva di fermare un suo futuro nemico. Perché proprio la presenza di Davros è così importante per mettere in risalto questo tema tanto caro a Moffat? Perché andare a scomodare un personaggio importante, ma fin qui mai preso in esame dal nuovo corso della serie partito nel 2005? Semplice, perché a Davros si deve la creazione dei Dalek, quei letali ammassi di metallo che se ne vanno in giro esclamando il loro agghiacciante Exterminate!.

Doctor Who: Tom Baker con Davros in Genesis of the Daleks
Doctor Who: Tom Baker con Davros in Genesis of the Daleks

Originario del pianeta Skaro, Davros è un genio scientifico ossessionato dall'idea di supremazia, comparso per la prima volta nel 1975 in Genesis of the Dalkes, scritto da Terry Nation che si è ispirato liberamente all'ideologia nazista per gettare le fondamenta della cultura dei Daleks, la loro ossessione per la supremazia della razza e la conquista dell'universo. In Genesis of the Daleks, il Quarto dottore (Tom Baker) e i suoi companion tentarono di impedire la creazione dei terrificanti alieni per mano del genio malefico. Gli originari abitanti di Skaro, i Kaleds, erano coinvolti in un conflitto millenario contro una razza nemica, i Thal: Davros, all'epoca capo della Divisone Scientifica , accelerò la mutazione genetica in corso sulla sua gente (dovuta all'esposizione di radiazioni e armi biologiche) per creare queste creature e infilarle nelle macchine ispirate alla sua sedia mobile. Pur essendo uno dei punti fermi della mitologia di Doctor Who, questo arcinemico del Dottore non era mai apparso nella nuova edizione della serie, ma mettere un scena un faccia a faccia tra il protagonista e la sua nemesi era sempre stato un sogno di Moffat.

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Capaldi è cool

Doctor Who: un meme sulla premiere della stagione 9
Doctor Who: un meme sulla premiere della stagione 9

Più efficace nel suo primo episodio, leggermente in calo nel secondo che non riesce a portare a compimento tutti gli spunti inseriti da Moffat una settimana prima, l'inizio della stagione 9 di Doctor Who ha un'ottima atmosfera, alcune buone trovate, il piacevole ritorno di Missy che conferma il fascino del suo personaggio ed è protagonista di un magnifico confronto con Clara, ma colpisce per un aspetto in particolare: Peter Capaldi. La sua presenza scenica è notevole, il suo approccio e il tono che dà al personaggio è ricco di sfumature e perfetto per mettere in scena i tormenti interiori che lo showrunner ha pensato per lui. Capaldi sa mostrare un Dottore sofferto ed allo stesso tempo affascinante e cool al punto da generare già diversii meme sui social, in particolare per la scena in cui suona la chitarra a bordo di un carro armato. Un'intensità che rende unico anche il lungo faccia a faccia con Davros, intenso ed emozionante sia per il calibro dei due personaggi, sia per l'abilità di Capaldi di reggere la scena.

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Doctor Who: i protagonisti Jenna Coleman e Peter Capaldi in The Magician's Apprentice
Doctor Who: i protagonisti Jenna Coleman e Peter Capaldi in The Magician's Apprentice

La scorsa stagione era stata quella del rodaggio, una lunga presentazione delle potenzialità del nuovo Dottore e dell'intesa con la Clara di Jenna-Louise Coleman, che si affidava in particolare ad alcuni buoni episodi autoconclusivi, mettendo in secondo piano una trama orizzontale intrigante ma sviluppata e poi chiusa in modo frettoloso. Questa nona ha tutte le carte in regola per essere la definitiva consacrazione di Peter Capaldi nel personaggio ed allo stesso tempo per fare un deciso passo in avanti anche dal punto di vista narrativo, tessendo un intreccio di fondo che possa dare il giusto saluto all'attuale companion, la cui uscita di scena a fine stagione sembra già annunciato.

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Movieplayer.it

4.0/5