Completo dal taglio classico, camicia e cravatta. Ma più di tutto il sorriso. Elemento inconfondibile capace di sintetizzare l'essenza di Riccardo Schicchi. Chissà come l'avrà replicato Pietro Castellitto in Diva futura, secondo lungometraggio di Giulia Steigerwalt presentato in concorso a Venezia 81 che Alberto Barbera ha presentato come "un film pop". Una sorpresa inaspettata tra i titoli che compongono la selezione ufficiale in lizza per il Leone d'oro che vede nel cast anche Denise Capezza, Barbara Ronchi, Tesa Litvan, Beatrice Puccilli e Lidija Kordić.
Diva futura e il punto di vista di una segretaria
Prodotto da Matteo Rovere con Groenlandia, Piper Film (anche distributore) e Rai Cinema, Diva futura è scritto dalla stessa regista che, dopo il fortunato e riuscito esordio con Settembre, prende spunto da Non dite alla mamma che faccio la segretaria - Memorie di una ragazza normale alla corte del re dell'hard (Sperling & Kupfer), libro firmato da Debora Attanasio, segretaria di Schicchi per quasi dieci anni. È quello della giovane donna il punto di vista per raccontare l'Italia a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta. Quella della rivoluzione socio-culturale che ebbe il porno sul nostro Paese grazie all'omonima agenzia di casting e produzione nata del 1983.
A fondarla il re dell'hard e Ilona Staller che, dieci anni prima, avevano lavorato in un programma radiofonico, Voulez-vous coucher avec moi? per Radio Luna, iniziando una collaborazione artistica e privata fatta di un matrimonio segreto, dischi e fotografie. Fino all'intuizione: dare vita alla prima agenzia specializzata in erotismo e pornografia in Italia.
In quel periodo la fruizione del porno stava cambiando. Per anni era stata prevalentemente cartacea - non a caso Riccardo Schicchi veniva dalla fotografia - e riviste maschili come Men e, successivamente, Le ore, nate rispettivamente nel 1966 e 1970, erano ancora il medium principale di riferimento. Ma dalla metà degli anni Settanta cambia tutto.
Il porno in Italia: un fenomeno culturale
Nel 1977 in via Lambro a Milano, in zona Porta Venezia, Luigi De Pedys apre il primo cinema a luci rosse: il Majestic. L'anno successivo Joe D'Amato, pseudonimo di Aristide Massaccesi, gira Sesso Nero, primo titolo hard nostrano uscito in sala. Ed ecco che, tra la fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta, il cinema porno italiano vive la sua stagione più ricca al punto da riuscire a risollevare le sorti di un'industria cinematografica in affanno. Il porno diventa a tutti gli effetti un fenomeno culturale nel nostro Paese.
All'inizio Diva futura non si butta sulla produzione decidendo di focalizzarsi sulla scoperta di nuovi volti per il mercato hard. Oltre a Ilona Staller dalla factory di via Cassia, a Roma, escono personaggi come Ramba, Petra, Barbarella, Milly D'Abbraccio, Éva Henger (che di Schicchi diventerà la moglie nel 1994) e l'indimenticata Moana Pozzi. Erano nate le pornostar e a plasmarle era stato proprio Riccardo Schicchi grazie al suo immaginario. Lo stesso che finirà per abbracciare anche il resto d'Italia.
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Ilona e Moana scendono in politica
Inizia la produzione di film, da Telefono rosso a Fantastica Moana, arrivano le linee erotiche, gli spettacoli live, l'home video. Diva futura accompagna e guida tutte le tappe dell'hardcore nel Paese. Se prima l'hard veniva consumato attraverso pubblicazioni cartacee, con l'avvento delle sale diventa un rito collettivo ma che finisce per tagliare fuori una grossa fetta di consumatori che, magari, per vergogna preferiscono non andare al cinema. La VHS permette una maggiore discrezione e il volto del porno cambia ancora una volta sancendo, di fatto, la crisi dei periodici.
Ilona Staller e Moana Pozzi diventano così popolari da scendere in politica e arrivare a sedere in Parlamento. La prima, nel 1987, viene eletta alla Camera dei deputati nelle liste dei Radicali. La seconda diventa il volto del Partito dell'Amore fondato da Schicchi e Mauro Biuzzi nel 1991 e finisce nella rosa dei nomi candidabili a sindaco di Roma. Il sesso entra nel dibattito pubblico e per la prima volta si parla apertamente di educazione sessuale nelle scuole, della riapertura delle case chiuse, della creazione in aree cittadine dei parchi dell'amore.
Ilona e Moana sono personaggi pubblici a tutti gli effetti, ospiti frequenti del Maurizio Costanzo Show e, addirittura, in Rai. La loro popolarità supera i confini italiani al punto che, oltre vent'anni dopo la morte di Pozzi, Walt Disney rinomina la versione italiana di Moana con Oceania per evitare fraintendimenti. Nell'arco di un decennio le pornostar entrano nelle case degli italiani. E non solo grazie a film hardcore in VHS, tv locali o a pagamento. Sono protagoniste di servizi del telegiornale ed esprimono le loro idee ad un pubblico trasversale.
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L'eredità di una stagione irripetibile
"L'eros è una delle più grandi forme di comunicazione, ha conquistato il mondo e lo ha cambiato. Per sempre" è il messaggio che Riccardo Schicchi lascerà all'indomani della sua morte, avvenuta nel 2012. E il merito è stato anche il suo. Anche se quell'ideale di libertà verrà poi tradito da una visione alterata della sessualità e del femminile, troppo spesso - se non sempre - relegato al solo piacere maschile o ad una violenza che nulla ha a che vedere con l'eros o il godimento fisico.
Ed ecco poi che con l'avvento di Internet o di piattaforme come OnlyFans, oggi il porno è cambiato ancora una volta. Tutto si è velocizzato e l'amatoriale ha finito per mischiarsi con l'industria vera e propria. Di quella stagione l'ultimo rappresentante è anche l'unico uomo che Diva futura abbia contribuito a far diventare una star: Rocco Siffredi. Il porno attore che recentemente è stato protagonista di una serie Netflix, Supersex, in cui Schicchi aveva il volto di Vincenzo Nemolato.
Ma esiste oggi una diva nel porno italiano (e internazionale)? Sì, è Valentina Nappi. Anche lei come le protagoniste di quella stagione irripetibile è riuscita a non farsi relegare in una categoria senza poterne uscire, nascosta nell'ombra . Al contrario ha assunto una popolarità tale da permetterle di giocare con il suo ruolo. Lo dimostra la sua partecipazione in Pensati sexy o l'uso che fa di Instagram in cui parla apertamente di sesso contribuendo, condividendo la sua esperienza, a sfatare tabù, parlando senza filtri.
A Venezia 81 ripecorreremo un decennio cruciale per il costume del nostro Paese. Lo faremo attraverso lo sguardo di una giovane segretaria che si è ritrovata a vivere al centro di una rivoluzione in cui non sono mancati di certo drammi e zone d'ombra. Ma dove, più di tutto, era palpabile un desiderio che Riccardo Schicchi ha permesso di avvicinare, anche se per una breve parentesi, attraverso il sorriso fanciullo di Ilona Staller e lo sguardo seducente e indecifrabile di Moana Pozzi.