Dominic Morgan e Massimo Ruggero sono tornati: in Diavoli 2 li ritroviamo all'alba della Brexit e ancora in forte competizione. A interpretarli sempre Patrick Dempsey e Alessandro Borghi. La serie ispirata al libro di Guido Maria Brera è su Sky Atlantic e Now Tv dal 22 aprile.
I protagonisti questa volta si sono divisi: all'alba della Brexit Dominic vola in Sud Corea per capire cosa sta succedendo nel mercato asiatico, dominato dalla Cina, mentre Massimo scommette su cosa succederà in Europa. Ora è lui alla guida della New York-London Investment Bank (NYL). In Diavoli 2 arrivano anche facce nuove: i Jun Li, che interpreta Li Wei Cheng, nuova Chief Strategy Officer della NYL che si avvicina molto a Massimo. Clara Rosager, che ha il ruolo di Nadya Wojcik, ragazza polacca dalla mente matematica geniale, scovata da Dominic in Corea del Sud. Tom McKay e Carolina Elsher.
Patrick Dempsey e Alessandro Borghi hanno presentato a Milano la seconda stagione di Diavoli: li abbiamo incontrati lì, dove ci hanno spiegato come quelli dei loro personaggi siano due fortissimi ego costantemente in competizione. Proprio come la dinamica tra le super potenze economiche America e Cina, centrale in questi nuovi episodi.
Diavoli 2: intervista a Patrick Dempsey e Alessandro Borghi
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Diavoli 2: la sfida tra Patrick Dempsey e Alessandro Borghi
Dominic dice: "Hai mai visto due soli nel cielo?" I vostri personaggi sono davvero due soli? O uno di loro è una Luna? E se sono davvero due soli: chi brucerà?
Patrick Dempsey: Si riferisce ai due poteri più forti al mondo: a cosa sta succedendo tra America e Cina. Sono due forti personalità in competizione: non possono sopravvivere a meno che l'alpha sia soltanto uno. Ci deve essere equilibrio. Ci deve essere uno scambio di potere. È come una relazione: non può essere soltanto una la figura dominante, bisogna dare e avere. Quando ci sono due soli c'è una distruzione totale.
Diavoli, Alessandro BorghI: "Siamo quelli che mantengono l'ordine in un momento di caos"
Alessandro Borghi: Credo che, applicato ai nostri due personaggi, sia molto simile a un'eclissi. Nel momento in cui uno riesce a oscurare l'altro c'è il momento di potere dell'uno. Poi si riscoprono. È uno scambio continuo di gestione del potere. Soprattutto tra loro due. E soprattutto nella seconda stagione: mentre nella prima c'era un rapporto allievo maestro, qui si vanno ad equiparare da un punto di vista emotivo ma anche di conoscenza tecnica. Quindi credo che sì, nel nostro caso possano esistere, ma che uno debba per forza andare a oscurare l'altro.
Diavoli 2: rendere la finanza divertente
Avete reso la finanza appassionante! Come ci siete riusciti? Questo è un thriller e non una lezione noiosa di finanza.
Patrick Dempsey: È merito di Guido Maria Brera e del suo libro, della sua esperienza. Nick e Jan, i registi, l'hanno portata in vita dal punto di vista visivo. E abbiamo un ottimo cast che dà umanità alla storia.
Alessandro Borghi: Sì noi siamo due rotelle di un ingranaggio. C'è sicuramente un valore aggiunto nell'approccio, che gli è stato dato sin dall'inizio. Dipende dalla scrittura, dal mood del racconto. Ogni tanto ci confrontano con Billions, ma quella è proprio un'altra serie, riguarda un altro aspetto della finanza. Noi paradossalmente abbiamo fatto una cosa più tecnica che però, secondo me, riesce a emozionare anche un po' di più. Abbiamo lasciato la parte nel mezzo e ci siamo presi i due estremi.
È interessante come Dominic sia quasi un padre per Massimo. Come si è evoluto questo aspetto del vostro rapporto nella seconda stagione?
Patrick Dempsey: C'è ancora un po', ma meno. Adesso è più una collaborazione basata sul rispetto reciproco. Dominic capisce che cosa succederà. È molto più difficile da controllare: è questa la grande sfida. Ma sa che cambierà idea e capirà la verità. Perché Massimo crede ancora nella verità: quell'idea è ancora viva dentro di lui.
Alessandro Borghi: C'è sicuramente un rapporto più allo stesso livello. È come se la mia rincorsa per cercare di arrivare a quello che è stato Dominic per me si sia in qualche modo completata. Ovviamente ci sono due punti di vista molto diversi. Come ha detto Patrick, c'è ancora accesa in me una parte morale, che però, soprattutto all'inizio della seconda stagione, Massimo va un po' a perdere. Cerca di rapportarsi al mondo esterno con questa maschera cinica che in realtà gli appartiene poco. Quando però lui viene a chiedere il mio aiuto è una cosa che nella prima stagione non avrebbe fatto: perché avrebbe avuto qualcun altro a cui chiedere aiuto. Adesso va da Massimo perché sa che è il più bravo.