Nella serata finale del Noir in Festival 2021, anche in versione virtuale, non potevano mancare i Manetti Bros. I fratelli romani, habitué del festival dove hanno presentato in anteprima molti dei loro lavori e hanno anche fatto parte della giuria, stavolta sono intervenuti per celebrare il trentennale del Noir con un regalo speciale per i fan. I Manetti hanno, infatti, mostrato in anteprima un breve, ma gustoso backstage di Diabolik, in uscita nei prossimi mesi, che svela alcuni retroscena sulla creazione di Clerville, lo stato fittizio in cui vivono Diabolik e Eva Kant.
"In tutto quello che facciamo c'è del noir" confermano Marco e Antonio Manetti. "Possiamo dire che tutti i nostri film sono noir, anche se ci scappa qualcosa altro. Song 'e Napule, che è una commedia vera e propria, contiene delle sfumature noir. Perfino Il Commissario Rex lo abbiamo trasformato in un noir. Era la condizione che avevamo posto per accettare quel lavoro, volevamo avere un po' di libertà in una struttura così granitica". Il cinema dei Manetti, così giocoso e cinefilo, è anche un inno al mestiere, all'attenzione ai dettagli, alla tradizione artigianale italiana del cinema degli anni '50 - '60, che sono anche gli anni in cui Diabolik fa la sua comparsa. Come spiega Antonio Manetti: "Il mestiere ti rende libero, se non hai mestiere la libertà la perdi".
Dal fumetto al film: come nasce un progetto del cuore
Diabolik, uno dei film più attesi del 2021, sarebbe dovuto uscire a Natale, ma la chiusura dei cinema italiani ha costretto la distribuzione a rinviare uno dei titoli forti di questa annata. Conseguenza indiretta di questa mossa obbligata è l'aumento dell'hype. Da fumetto di culto, Diabolik ha uno stuolo di fan sparsi ovunque che non vedono l'ora di vedere l'adattamento dei Manetti. Per il momento sappiamo che a interpretare il ladro trasformista sarà Luca Marinelli. La bella Miriam Leone, in versione platinata, mentre Valerio Mastandrea interpreterà l'ispettore Ginko, nemico storico di Diabolik.
Manetti Bros: come misurarsi col cinema di genere e vivere felici
A far luce sulle motivazioni che li hanno spinti a misurarsi con questa impresa titanica, riportando Diabolik al cinema dopo la versione di Mario Bava del 1968, è Marco Manetti: "Questo fumetto ci appassiona da quando siamo bambini. Il numero 3, episodio a cui si ispira il nostro film, lo leggevo nel giardino delle elementari. C'era scritto sopra 'fumetto per adulti', mi faceva sentire grande. Abbiamo sempre sognato di farlo, è un progetto che portiamo avanti da prima di diventare registi".
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La creazione di Clerville
Arriva il momento del backstage che ci svela frammenti del set di Diabolik. Le immagini che mostrano i Manetti sul set insieme a Valerio Mastandrea e Miriam Leone sono state catturate a Courmayeur, sede storica dei Noir fino a pochi anni fa che i registi hanno scelto per ambientarvi un frammento di Bellair, noto centro climatico invernale di Clerville. Uno degli hotel più eleganti di Courmayeur è teatro dell'incontro tra Eva Kant e Ginko anche se, basandosi sul fumetto, è probabile che dietro le fattezze dell'ispettore si nasconda in realtà Diabolik, capace di trasformarsi in chiunque grazie alle sue incredibili maschere di lattice. Le immagini successive, in notturna, mostrano un'elegantissima Eva Kant che cammina per le strade deserte della cittadina.
Parlando di Clerville, i Manetti svelano come hanno creato questo non luogo che è il regno in cui si muove Diabolik. "Nonostante i nostri gusti cinefili, noi siamo dei registi molto italiani, sentiamo di saper raccontare l'Italia e Diabolik è l'unico grande fumetto che si svolge in Italia" spiega Marco Manetti. "La nostra Clerville si situa in Nord Italia e l'abbiamo creata girando in Lombardia, Liguria, a Trieste, Bologna e Courmayer. Abbiamo girato in molte città italiane prendendone dei pezzi qua e là. Ma l'aspetto più importante è l'epoca. Diabolik è del 1962, ma noi abbiamo ricostruito l'Italia di fine anni '60 per comodità nostra, visto che erano gli anni in cui noi leggevamo il fumetto". Antonio Manetti aggiunge: "Abbiamo usato pezzi di città conosciuti e li abbiamo svuotato per ricreare questo mondo. Questa è la prima volta che facciamo un film in costume, è stato davvero bello. Possiamo dirlo, è il film che ci siamo divertiti di più a fare".