Non ingannino il sole e il mare: Dexter si svolge in Florida e non in California, quindi il Big One del titolo di questo episodio finale della quinta stagione dello show non è il temuto terremoto causato dall'instabile Faglia di Sant'Andrea, ma, più semplicemente... il primo compleanno del piccolo Harrison Morgan. E' mentre il nostro angustiato eroe si prepara ad accorrere in soccorso della sua dolce Lumen, finita di nuovo in mano al mostro misogino Jordan Chase, che il bimbo spedito al sicuro a Orlando si ripresenta alla casa paterna, accompagnato ovviamente dai nonni e dai fratellini, che hanno deciso di chiedere a Dex di trascorrere l'estate con lui. Il nostro eroe riesce a sorridere estasiato nonostante il terrore per Lumen, e poi partire sulle tracce dell'assassino, cercando tra le proprietà di Chase il luogo dove Lumen e le sfortunate ragazze che l'hanno preceduta sono state violentate e torturate per settimane, certo com'è che Jordan sia un criminale metodico e abitudinario come lui.
Mentre lui è in stazione, però, arriva la chiamata sul luogo dell'omicidio di Stan Liddy (non il primo omicidio di un "innocente" compiuto da Dexter in questa stagione, evidentemente il codice di Harry ha guadagnato molto in elasticità) e Dex non riesce a tirarsene fuori; così si trova a ricostruire il delitto da lui stesso compiuto prima di filarsela con un'idea decisamente attendibile di dove trovare Chase e Lumen. Ma le cose prendono una piega imprevista quando Dexter, distratto da Harry che cerca di impedirgli di cadere nella trappola di Chase, esce di strada e si ritrova in un battibaleno nelle grinfie del suo avversario.
Alla sesta e probabilmente ultima stagione di Dexter, sono rinviate le rivelazioni che divengono sempre più ineluttabili, e per lasciare il campo ad esse gli autori devono sgombrarlo dalle storyline fondanti della quinta, riportare la storia non al "via" ma in una condizione in cui, ancora una volta, tutto è possibile. Lo fanno, in questo caso, senza colpi di genio, ma con una coerenza di visione, una consapevolezza dei propri mezzi e una chiarezza innegabili: così Dexter ci lascia ancora una volta con tante domande e con tante emozioni (oltre che con uno Jonny Lee Miller che finalmente riesce ad essere davvero inquietante e a guadagnarsi la pagnotta), ma anche con un nitore che stona forse con la brutalità della storia narrata negli ultimi dodici episodi. Volendo dare una valutazione complessiva della stagione, bisogna riconoscere una grande forza alla storyline principale e del rapporto tra Dexter e Lumen, ben costruito sin dalle prime battute e animato dal talento di Michael C. Hall e della memorabile guest star Julia Stiles: il tema della stagione resta, come annunciato sin dall'inizio, quello del superamento da parte di Dexter del senso di colpa per la tragica morte della moglie Rita. E' questo lo scopo della missione salvifica nel nome di Lumen Pierce, durante la quale, però, Dexter scambia il demone vindice che abita la martoriata ragazza per il suo stesso dark passenger e s'illude di avere trovato una vera anima gemella, una compagna con cui condividere gli orrori e l'ebrezza della sua doppia vita. La parabola di questo amore perverso e poetico serve ad arricchire sostanzialmente la caratterizzazione del protagonista, che appare, a questo punto, indubbiamente uno degli eroi più complessi e affascinanti della recente storia televisiva.
Meno riuscite sono le altre storyline, e in particolare la gestione di quella relativa all'alleanza investigativa tra Quinn e Liddy ai danni di Dexter: una faccenda risolta in maniera davvero poco plausibile e molto sbrigativa nel finale, nell'ottica del "posticipo" del momento tanto temuto eppure atteso in cui Deb dovrò affontare la verità su suo fratello - una strada da cui non c'è ritorno. Non è detto però che la sesta stagione, che per tanti motivi rischia di essere l'ultima, con tanti contratti in scadenza tra cui quello del protagonista/ produttore Michael C. Hall e la separazione tra questi e la co-star Jennifer Carpenter, non riprenda proprio da qui, con le indagini sull'omicizio del poliziotto corrotto che proseguono nonostante la scarcerazione di Quinn, scagionato grazie alla manipolazione illecita delle prove di Dexter.
Ci piace pensare che questi dovrà fare fronte alle proprie responsabilità per la fine violenta di un uomo che non era certo uno stinco di santo, ma nemmeno un serial killer; anche perché come già detto, visto che tutti i nodi sono venuti agilmente al pettine in questo The Big One, non resta molto altro in sospeso che possa farci guardare con ansia alla ripresa dello show.
Certo, per chi ha amato questa stagione, e non saranno pochi, tanto basta, e avanzerà.