Dead Man’s Wire, recensione: un folle Bill Skarsgård e un film che gioca con il poliziesco anni ’70

Presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, Dead Man's Wire è la nuova fatica di Gus Van Sant. Un'opera che mostra una nuova anima del regista.

Una scena del film Dead Man’s Wire

Gus Van Sant non ama ripetersi: nella sua lunga carriera ha dato vita a film estremamente diversi l'uno dall'altro, pellicole a volte amate a volte criticate aspramente che però hanno raccontato personaggi e realtà tra storie vere e inventate. Con Dead Man's Wire il regista cambia per l'ennesima volta registro confezionando un'opera in bilico tra dramma e ilarità, una vicenda che affonda le radici in un caso di cronaca americano pieno di quelle contraddizioni proprie della società statunitense. Per i due ruoli centrali sceglie due volti significativi: Bill Skarsgård, attore che più di altri sembra riuscire a reggere ruoli sopra le righe e Dacre Montgomery, conosciuto ai più come il Billy di Stranger Things. Presentato fuori concorso all'82ª Mostra del cinema di Venezia, il lungometraggio è un'ottima occasione per apprezzare tutta l'eclettica forza di un regista che non ha sempre fatto centro, ma che di sicuro fa sempre parlare di sé.

Un caso di cronaca americano

L'8 febbraio 1977, Anthony G. "Tony" Kiritsis si reca di buon'ora nell'ufficio di Richard O. Hall, presidente della Meridian Mortgage Company. Tony sperava di incontrare il padre dell'uomo d'affari ma accetta l'imprevisto con la scusa di discutere di un terreno di sua proprietà. L'uomo ha però un altro piano che applica poco dopo: prendere in ostaggio Richard per ottenere soldi e scuse formali da chi, a suo dire, ha rovinato i suoi affari e la sua famiglia, impedendogli di concludere un accordo che gli avrebbe permesso di estinguere un suo debito.

Dead Mans Wire  Scena
Bill Skarsgård e Dacre Montgomery in una scena

Tony punta un fucile alla testa del suo interlocutore, collega il grilletto con un cavo al suo collo, un "dead man's wire" appunto, e gli intima di uscire per raggiungere la sua abitazione. Da quel momento i due saranno legati per alcuni lunghi giorni di prigionia, nei quali le richieste del rapitore diventano sempre più pressanti.

Due personaggi opposti

Dead Man's Wire è un film folle proprio come il suo protagonista. Bill Skarsgård interpreta Tony, un'uomo con molti problemi che a seguito di una presunta ingiustizia decide di ottenere quella rivincita che sogna da anni, in una vicenda tanto rocambolesca quanto, in qualche modo, grottesca. Il suo personaggio è in continuo equilibrio tra follia, dramma e comicità: è goffo, confuso e instabile, tutte caratteristiche che Skarsgård con la sua recitazione riesce a rendere alla perfezione.

Dead Mans Wire Gus Van Sant Festival Venezia 2025
Il cast a Venezia

Pur rimanendo sempre sopra le righe riesce a caratterizzare Tony con ogni gesto, sguardo o tono di voce, rendendolo una figura assurdamente verosimile: il vicino un po' bizzarro e bonario, che saluta sempre e che contro ogni aspettativa nasconde in casa un fucile a canne mozze. Uno stereotipo della società a stelle e strisce che trova veridicità in un caso di cronaca effettivamente accaduto.

Dead Mans Wire  Dacre Montgomery
Dacre Montgomery al photocall di Dead Man's Wire

Sua controparte è Dacre Montgomery, ovvero Richard, personaggio invece interamente drammatico: le vicende permettono di tratteggiare un personaggio che esula dal banale cliché dell'uomo d'affari o del "figlio di papà", mostrandolo per quello che è, ovvero un individuo che vive quotidianamente conflitti e disagi interiori. Lui e Tony appiano quasi come due facce di una stessa medaglia, due prodotti diversi della stessa società.

L'ennesimo cambio di stile

Nel mutare suggestioni Gus Van Sant sceglie per Dead Man's Wire lo stile dei polizieschi degli anni settanta. Lavora sulla grana, sui colori dominanti e su un montaggio enfatico, fatto di transizioni con dettagli e immagini statiche. Quasi un vero e proprio esercizio stilistico che alleggerisce la narrazione e allo stesso tempo costituisce l'elemento originale che caratterizza e permette di distinguere questo film da tutti gli altri del regista. Nel complesso un Van Sant in piena forma che con la stessa pellicola, in 105 minuti, riesce a divertire e appassionare raccontando qualcosa in più di ciò che mostra.

Conclusioni

Dead Man’s Wire è un film folle, con un protagonista folle e un regista, Gus Van Sant, che dopo così tanti anni di carriera ama sperimentare con stili e narrazione. Qui, nel riproporre un caso di cronaca avvenuto in America alla fine degli anni settanta approfitta per muovere una, nemmeno troppo sottile, critica alla società americana alternando dramma a ilarità in un equilibrio quasi perfetto. Bravissimi Bill Skarsgård e Dacre Montgomery che interpretano due personaggi tanto diversi quanto figli della stessa cultura. Interessante e riuscito lo stile visivo che richiama il cinema poliziesco anni settanta.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Gli attori Bill Skarsgård e Dacre Montgomery, bravissimi in ruoli molto diversi tra loro.
  • Lo stile che imita i film polizieschi anni ’70.
  • La critica sociale veicolata attraverso il caso di cronaca.
  • L’umorismo, spiazzante e dissonante…

Cosa non va

  • … che a volte piò risultare quasi inopportuno.