Una delle serie più apprezzate su Netflix è sicuramente The Sandman, adattamento quasi impossibile dell'opera di Neil Gaiman, piccolo miracolo produttivo che ha fatto riscoprire anche al giovane pubblico una delle pietre miliari del fumetto occidentale. La serie con protagonista il Morfeo di Tom Sturridge ha riscosso, infatti, largo consenso facendo comprendere quanto il mondo lì raccontato offrisse infinite potenzialità. Divinità vecchie e nuove, personaggi biblici e del folklore si incontrano in uno spazio condiviso dando vita ad mondo complesso e interessante che nel 1991 ha dato alla luce due personaggi che in seguito sono comparsi anche in altre serializzazioni.
L'intenzione di realizzarne una produzione per la televisione parte però da lontano ed ha comportato, nel corso degli anni, una serie di spostamenti tra vari network che si sono rimpallati l'idea, suggerendo anche nomi di importanti showrunner per il progetto. Da spin-off di Doom Patrol, dove i due adolescenti defunti compaiono in un episodio, a HBO Max fino ad approdare su Netflix, Dead Boy Detectives è finalmente rilasciata in streaming nella casa del del TuDum dal 25 aprile 2024, affidando il ruolo dei protagonisti ai convincenti George Rexstrew e Jayden Revri (già noto alla piattaforma per aver preso parte al cast di Fate: The Winx Saga). Cosa ci ha convinto e cosa no di questa serie? Ve lo diciamo in questa recensione dove cercheremo di restituirvi un'idea di questo progetto che fin da subito ci è parso molto simile ad un'altra produzione purtroppo cancellata: Lockwood & Co.
Fantasmi, demoni e gatti parlanti nella trama
Ma qui siamo nel regno di competenza di Morte, una dei sette Eterni, ed è proprio da lei che Charles Rowland and Edwin Paine tentano di fuggire da anni. I due ragazzi sono defunti da tempo e vagano ancora sulla Terra con una missione: aiutare i fantasmi in difficoltà a venire a capo di quelle faccende irrisolte che li trattengono legati al mondo dei vivi. È proprio nel tentativo di risolvere uno di questi casi che incontrano Crystal Palace, una ragazza posseduta dal demone David e che, una volta liberata, si rivela essere una medium con grandi capacità.
Il problema, però, è che Crystal sembra aver perso la memoria e, nel mentre cercherà di venire a patti con David per riavere i suoi ricordi, presterà le sue capacità ai due detective, aiutandoli a risolvere una serie di casi intricati per i quali si spingeranno fin in una piccola cittadina costiera americana dove Charles rimarrà confinato dopo aver fatto uno sgarbo al Re dei Gatti. Tra parassiti ultraterreni, demoni, fantasmi e strane creature Charles, Edwin e Crystal impareranno a fidarsi gli uni degli altri scoprendo i propri sentimenti e ad abbandonarsi ai tumulti del cuore, il tutto mentre tentano di non essere annientati da streghe e demoni oppure... raggiunti da Morte!
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Fa più paura Morte o Netflix?
Lo abbiamo già accennato prima: Dead Boy Detectives non rappresenta nulla di nuovo, è molto simile ad altre produzioni che hanno trovato, anche se per poco, la loro casa su Netflix. Quello che però la fa spiccare sulle altre e che potrebbe dargli un'occasione di evitare il triste destino della cancellazione, è proprio quell'ambientazione che il pubblico ha già imparato ad amare, anche se con atmosfere meno mature rispetto a The Sandman e un look chiaramente teen. La componente del racconto adolescenziale, infatti, è preponderante nello sviluppo della storia: i protagonisti sono molto giovani e inevitabilmente parlano a quel pubblico che è loro coetaneo in modo efficace e procedendo tramite stereotipi, molto semplici e a volte piuttosto scontati, che però in qualche modo si fondono in maniera organica e funzionale alla narrazione e al target di riferimento.
A intrigare in maniera un po' più trasversale è invece la parte sovrannaturale che regala momenti horror spesso piuttosto sopra le righe ma divertenti e interessanti, anche se è la componente grottesca a rendere veramente originale questa serie dando vita a diverse situazioni che vanno a braccetto con l'assurdo e che proprio per questo soddisfano sia visivamente che per quanto riguarda il racconto vero e proprio. Ciascun personaggio ha un lato comico e uno più tragico, ma è proprio la tragedia ad essere lasciata da parte, il più delle volte per fare spazio alla leggerezza, forse per paura di eccedere conferendo all'intera opera una cupezza che poi, in fondo, non le appartiene. Dead Boy Detectives, quindi è ben lontana dal toccare quelle vette raggiunte in The Sandman, ma dopotutto le due produzioni sono profondamente diverse per vocazione pur essendo nate dalla stessa penna e non reputiamo sia troppo corretto sottoporle ad un vero e proprio confronto. Di certo i due giovani fantasmi più che l'incontro con Morte dovranno temere l'oscura mannaia di Netflix, sempre pronta a calare a sorpresa sulle sue serie.
Conclusioni
Possiamo condensare la nostra recensione di Dead Boy Detectives dicendovi che la serie teen ambientata nell’universo di The Sandman è stata pensata per cucirsi addosso al suo pubblico di riferimento, ovvero quello degli adolescenti. Demoni, streghe e gatti parlanti fanno da sfondo ad una vicende che unisce horror, mistery e romanticismo con un look grottesco ma efficace che la contraddistingue da altre produzioni simili. Buone le interpretazioni dei protagonisti e la chimica tra i personaggi principali.
Perché ci piace
- I personaggi principali e le loro interazioni.
- La componente grottesca della serie.
- L’ambientazione e la fusione con il mondo di The Sandman.
Cosa non va
- La serie rimanda ad una sensazione di già visto.
- Alcuni personaggi e situazioni troppo stereotipate.