(Nota: volendo tenere conto del fatto che non tutti guardano le serie Netflix allo stesso ritmo, le considerazioni contenenti spoiler maggiori sono limitate all'ultimo paragrafo, appositamente contrassegnato)
Anno nuovo, struttura nuova
C'è chi si era dichiarato preoccupato all'idea che la seconda stagione di Daredevil avesse dei nuovi showrunner, dopo la fortunata gestione di Steven S. DeKnight nel primo ciclo. Un timore legittimo, ma tutto sommato immateriale, poiché Doug Petrie e Marco Ramirez (con la consulenza del produttore esecutivo Drew Goddard, creatore del progetto) hanno continuato in una direzione simile a quella del loro predecessore, apportando però delle modifiche necessarie per impedire che la formula della serie si trasformasse in minestra riscaldata. Laddove DeKnight si era concentrato su una versione più violenta della classica evoluzione dell'eroe, i nuovi showrunner hanno privilegiato una maggiore introspezione in certi ambiti precisi, in particolare la moralità a tratti contraddittoria di Matt Murdock, avvocato e vigilante (come ci ha ricordato la prima puntata, un eventuale smascheramento comporterebbe la radiazione).
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L'altra scelta intelligente, legata alla natura seriale del programma e al bingewatching associato a Netflix, è stata quella di suddividere la stagione in piccoli archi narrativi più o meno definiti - i primi quattro episodi si focalizzano sullo scontro, fisico e filosofico, tra Daredevil e il Punitore, i quattro successivi raccontano il rapporto fra Murdock ed Elektra, e gli ultimi cinque si concentrano sulla Mano e la componente più mistica, con ramificazioni significative per l'universo Marvel in generale - che formano un tutt'uno coerente, fluido e più facilmente godibile. Anche perché, vista la quantità di materiale e personaggi da gestire, fare altrimenti avrebbe potuto generare un mezzo pasticcio, con passaggi più superficiali per accomodare tutti gli spunti al servizio di una trama orizzontale più classica.
Commistione di generi
Ci siamo pertanto trovati dinanzi ad una stagione multiforme, dove il legal drama in senso stretto - per lo più assente lo scorso anno - ha convissuto con il revenge movie, il film d'arti marziali e la storia d'amore dai risvolti non proprio positivi, quest'ultima in chiave duplice (Matt - Elektra e Matt - Karen). Un amalgama il cui funzionamento era una necessità, dato che Daredevil non solo fa parte del mondo variegato che è il Marvel Cinematic Universe, ma è anche uno dei tasselli del microcosmo televisivo legato al progetto Defenders, dove l'eroe cieco di Hell's Kitchen - dotato di superpoteri, ma comunque molto "terra terra" - dovrà allearsi con Jessica Jones (superforte), Luke Cage (invulnerabile) e Iron Fist, le cui capacità sono di natura mistica. Per preparare i personaggi - e gli spettatori - a questo crossover era doveroso aprire il mondo di Murdock a possibilità maggiori (Jessica Jones ha già abbracciato il paranormale tramite l'antagonista telepatico), e la sfida si può considerare vinta, anche grazie ai nuovi personaggi.
Amore e punizione
Molti hanno reagito con entusiasmo alla notizia che Frank Castle, alias il Punitore, sarebbe apparso nella seconda stagione, e l'entusiasmo è aumentato esponenzialmente quando è stato annunciato che il celebre vigilante avrebbe avuto le fattezze di Jon Bernthal, reduce da un altro adattamento fumettistico sul piccolo schermo (The Walking Dead). E l'uomo che fu Shane non ha deluso le aspettative, trasformando Castle in un personaggio a tutto tondo ed evitando la caratterizzazione macchiettistica che è quasi sempre stata un problema del Punitore al cinema (solo Thomas Jane, protagonista del The Punisher del 2004, si era mosso nella direzione giusta). In mano a Bernthal, Castle rimane uno psicopatico allo stato puro, con tanto di maglietta con il teschio, ma con quel briciolo di umanità apparente che lo rende credibile, grazie ad un interprete che, quasi a sorpresa, riesce anche a tenere testa al grandissimo Vincent D'Onofrio, di ritorno nei panni di Wilson Fisk per porre le basi per un ritorno che sa tanto di Born Again, la celebre saga ideata da Frank Miller, l'autore definitivo di Daredevil a fumetti.
Non ha deluso neanche Elodie Yung nei panni di Elektra, donna contraddittoria ed affascinante il cui rapporto con Matt è magnificamente paradossale: sia nei fumetti che sullo schermo, i due sono filosoficamente opposti (lei è disposta ad uccidere, lui no), ma non possono fare a meno di essere attratti l'uno dall'altra. E in un filone dove non scarseggiano i supereroi disposti ad appendere il costume al chiodo in nome dell'amore (lo Spider-Man di Raimi, il Batman di Nolan, il Tony Stark dello stesso Marvel Cinematic Universe), è alquanto toccante sentire quella che è la dichiarazione più folle e sincera da parte di un eroe mascherato nei confronti dell'amata: "Non posso vivere senza essere Daredevil, e tu sei l'unica che lo capisce." Il merito è soprattutto di Yung e Charlie Cox, che rendono più che plausibile quell'alchimia bizzarra che anni di tradimento e dissensi morali non riusciranno mai a sopprimere.
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Tutto è collegato
Dopo qualche lamentela legata al fatto che Jessica Jones contenesse pochi nessi con Daredevil, i fan del Marvel Cinematic Universe saranno stati felici di constatare che la seconda stagione delle avventure dell'eroe non vedente, pur funzionando perfettamente come unità drammatica a sé, sia ricca di rimandi al passato e al futuro, che si tratti di ospitate da parte di Michelle Hurd e Carrie-Anne Moss o possibili allusioni al debutto di Iron Fist (difficile credere che la zona mistica di Daredevil sia slegata dalle vicende di Daniel Rand, il cui esordio televisivo è stato anche oggetto di un bel depistaggio da parte degli showrunner). Per non parlare dell'equivalente Netflix del trailer di The Avengers dopo i titoli di coda di Captain America: il primo vendicatore, ossia il primo teaser di Luke Cage (previsto per il 30 settembre), disponibile al termine del finale di stagione.
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What's Next (ATTENZIONE: SPOILER)
Per quanto concerne Daredevil in senso stretto, un'eventuale terza stagione parlerà, verosimilmente, del ritorno di Fisk, ora divenuto Kingpin (e, forse, in grado di intuire l'identità segreta del suo avversario), e del rapporto fra Matt e Karen. Molto probabilmente li vedremo fare capolino o in Luke Cage o nella seconda stagione di Jessica Jones (ammesso che quest'ultima esca prima di The Defenders), dato che Foggy è stato reclutato da Jeri Hogarth. È praticamente garantito il ritorno di Frank Castle ("Ci vediamo, Rosso"), forse nella sua serie personale. Per quanto riguarda invece The Defenders, è ipotizzabile, a questo punto, che la Mano sia una minaccia sufficientemente grande per richiedere l'intervento di tutti e quattro gli eroi. Soprattutto se al loro comando c'è la rediviva Elektra...
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Movieplayer.it
4.5/5