Recensione Please Give (2010)

Pur con alcune trovate interessanti, il film della Holofcener lascia la sensazione di qualcosa di incompiuto, che scorre con ritmo per tutta la sua durata, ma che manca di affondare i colpi nelle accuse che muove alla nostra società, limitandosi a mostrare più che giudicare.

Dare tutto sè stessi... o quasi

Sembra essere la morte uno dei temi centrali di Please Give e, per un film che si presenta come una commedia, sembrerebbe già un aspetto interessante. Non tutti i protagonisti del film di Nicole Holofcener, però, la vivono allo stesso modo, visto che c'è chi la sfrutta e chi la subisce: la coppia formata da Alex e Kate possiede infatti un negozio di mobili vintage che compra dai figli di anziani deceduti, per rivenderli poi a prezzo enormemente maggiorato, ed inoltre ha acquistato l'appartamento di fronte a quello in cui vivono, aspettando pazientemente la morte dell'anziana signora che ci vive per ampliare la propria casa, pentendosi di non aver scelto di comprare quello al piano inferiore al loro, il cui abitante è spirato prima della dirimpettaia, a dispetto della più giovane età. Mary e Rebecca, invece, la subiscono, a cominciare dal suicidio della madre quando la prima aveva 20 anni e la seconda 15, fino a quella della nonna Andra con cui Rebecca vive, ovvero l'anziana dirimpettaia di Alex e Kate.

Un campionario di personaggi che, salvo rare eccezioni, mette in mostra una varietà di aspetti negativi, dalla spietata sincerità di Andra alla cattiveria di Mary, ai tradimenti di Alex, o i tipici capricci da adolescente di Abby, fino alla meschina ossessione di Kate per la beneficenza, per bilanciare l'eccessivo senso di colpa per la propria condizione economica favorevole, che, da borghese insoddisfatta dei nostri giorni, sente di dover espiare, fallendo miseramente.
La Holofcener ci racconta le loro storie con piglio gradevole e toni da commedia agrodolce, mettendo in piedi un film leggero che scorre con fluidità e ritmo per tutti i suoi 90 minuti, ma che manca di affondare i colpi nelle accuse che muove alla nostra società, limitandosi a mostrare più che giudicare. E' così che Please Give, pur con alcuni momenti e trovate interessanti, ci lascia con la sensazione di qualcosa di non completamente compiuto, di una produzione dall'aspetto di un film indipendente, ma dal gusto mainstream, che poco si integra nel cartellone del 60° Festival di Berlino, che l'ha accolto fuori concorso.

Non mancano le sequenze ben riuscite, a cominciare da quella iniziale con la carrellata di mammografie, alla indimenticabile gaffe di Kate che cerca di donare i resti della propria cena ad un uomo di colore, che in realtà è in fila fuori al ristorante in attesa di un tavolo.
Spicca soprattutto un cast di tutto rispetto, denso di nomi che siamo abituati a vedere nei panni dei comprimari e che qui dimostrano di saper reggere un film sulle loro spalle, da Catherine Keener ed Oliver Platt nei panni della coppia che attende paziente la morte della povera Andra (una simpaticissima ed impagabile Ann Morgan Guilbert), fino alle due sorelle Mary e Rebecca, interpretate da Amanda Peet e Rebecca Hall, diversissime tra loro, ma ugualmente efficaci nei rispettivi ruoli.

Movieplayer.it

3.0/5