Damien Chazelle e Justin Hurwitz, una collaborazione basata sull'amicizia e sul rispetto reciproco

Il regista Damien Chazelle e Justin Hurwitz sono amici da tempo e, in una masterclass organizzata a Venezia 2023, hanno rivelato i retroscena della loro collaborazione.

Damien Chazelle e Justin Hurwitz, una collaborazione basata sull'amicizia e sul rispetto reciproco

Damien Chazelle e Justin Hurwitz hanno costruito una fruttuosa collaborazione professionale su un'amicizia nata molti anni fa e il loro legame è stato anche al centro della Masterclass The Art and Craft of Cinema che si è svolta durante Venezia 2023.
Una conversazione, intervellata da clip tratte da film realizzati insieme dai due artisti, che ha permesso di addentrarsi nel dietro le quinte di una partnership che ha regalato agli spettatori alcuni dei momenti musicali più significativi degli ultimi anni nel settore cinematografico.

La nascita di un'amicizia

Damien Chazelle
Babylon: Damien Chazelle sul set

Damien Chazelle ha raccontato che, nonostante avesse suonato fin da bambino molti strumenti, non aveva una grande passione per i musical: "Ho preso lezioni di piano da quando avevo 6 anni e ho avuto fasi in cui l'amavo e altre in cui l'odiavo. Non ho mai amato suonare il pianoforte, ma ho continuato a prendere lezioni fino ai 18, riconoscendo poi che non era quello che amavo realmente".
L'incontro con Justin Hurwitz è avvenuto grazie alle audizioni del musicista che voleva formare una band. Damien suonava la batteria e aveva vinto numerosi concorsi jazz, attirando quindi l'attenzione del giovane artista.
All'audizione il futuro regista ha scoperto che c'era un altro musicista che stava cercando di ottenere il posto, dando vita a una battaglia che si è conclusa in modo positivo per entrambi, considerando che il rivale di Chazelle è diventato il cantante della loro college rock band Chester French.
Tra i due si è formato immediatamente un rapporto di amicizia e di condivisione artistica che è poi proseguita nel mondo del cinema.

L'inizio dell'amore per i musical

Il futuro regista di La La Land ha quindi raccontato come, dopo un profondo odio per il genere musical, ha cambiato idea: "Ho avuto un vero e proprio colpo di fullmine dopo il profondo fastidio per il genere: le persone, improvvisamente, cantavano senza alcun motivo apparente, ho visto The Umbrellas of Cherbourg. Inizialmente c'erano dialoghi e poi, con mio profondo orrore, si sono messi a cantare, ma mi sono sforzato di continuare la visione. Ci deve essere stata una specie di reazione chimica perché alla fine mi sono profondamente emozionato, sono rimasto colpito dalla purezza della fusione tra musica e cinema. Sono stato trascinato dentro la vita dei due personaggi. E da allora ho capito che c'era qualcosa in più nel genere"

Le lezioni imparate nelle prime fasi della carriera

Miles Teller in Whiplash
Miles Teller in Whiplash

Justin ha parlato della sua prima esperienza vissuta nel collaborare, a Bratislava, con un'orchestra per incidere le sue composizioni: "Non avevo mai sentito suonare le mie musiche. Appena hanno iniziato a farlo sono iniziato a saltare dall'entusiasmo, facendo ridere le persone intorno a me. Ma è stata un'esperienza molto formativa perché non avevo mai pensato a molti aspetti pratici".
Hurwitz ha ammesso che si rende conto che in passato, anche con La La Land, ha compiuto molti errori, ma è stato un percorso di crescita costante.

La collaborazione tra i due artisti

Damien Chazelle  Credits Giorgio Zucchiatti 2
Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia 80: il presidente della giuria Damien Chazelle in una foto

Tra il filmmaker e l'artista la collaborazione nasce grazie a numerosi incontri, come ha sottolineato Justin parlando di First Man: "Mi ricordo tante conversazioni. Ci siamo incontrati da Starbucks ogni settimana per parlare di script, di come doveva essere la colonna sonora, cosa poteva funzionare... Ci siamo scambiati molte idee, abbiamo pensato a come registrare gli strumenti e avere spunti elettrizzanti, ma che fossero organiche con il mondo che volevamo portare sul grande schermo. Io e Damien abbiamo lo stesso processo da quando avevamo 18-19 anni. Magari in passato mandavo dei file mp3, ora file via iPhone, un'attività che ho compiuto milioni di volte". Chazelle ha aggiunto: "Sono entusiasta quando ricevo proposte. Justin non interpreta quello che faccio, alle volte dò delle indicazioni di base e lui ha delle idee, molte volte io interpreto quello che fa e il mio film diventa una specie di interpretazione del lavoro di Justin e poi, nuovamente, tutto cambia in post-produzione. Si tratta di un continuo scambio di idee fin dalle prime fasi".

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Il processo creativo

Il Primo Uomo Ryan Gosling Scena
Il primo uomo: un primo piano di Ryan Gosling

Per trovare il sound unico ideato per First Man - Il primo uomo i due artisti hanno iniziato partendo da un brano molto amato da Neil Armstrong, poi apprezzato anche da Ryan Gosling, e su quella base si è costruito un tema inizialmente al piano e poi aggiungendo altri suoni. Chazelle ha ammesso: "Come regista preghi per avere quei momenti, quando hai un'idea chiara e capisci esattamente come sarà l'atmosfera del film".
La scelta del theremin, strumento che Hurwitz considera quasi un'intersezione tra la tecnologia e qualcosa di umano, ha però rischiato di far licenziare il compositore perché i produttori non erano affatto convinti fosse una buona idea. Uno degli elementi più importanti del lavoro dei due artisti, inoltre, è stato quello di poter compiere le registrazioni con l'orchestra perché cambia radicalmente il sound dei brani.

Commentando una scena di Babylon, Chazelle ha ricordato: "Uno dei principi che hanno guidato le riprese del film è che si è davanti a una specie di treno che esce dai binari. Ma nel caos, nell'andare a pezzi, alle volte e quasi per caso, c'è qualcosa di sublime". Justin ha quindi sottolineato che la scelta di citare e rendere omaggio a Wagner, riuscendo comunque a creare qualcosa di originale, gli ha creato qualche problema, dovendo allungare ulteriormente il crescendo con cui si suscita il senso di tensione e di attesa.
Il suo lavoro è comunque sempre apprezzato da Damien che ha ribadito: "Sa quello che fa. Durante la registrazione dei brani io sono prevalentemente uno spettatore: dò appunti se penso che dovrei farlo, ascolto idee, condivido le mie reazioni. Prevalentemente osservo e apprezzo".
Tra i momenti difficili dei lavori compiuti negli ultimi anni c'è anche lo swing inserito nei brani ideati per Babylon e alle volte non si riusciva a capire cosa si voleva dire ai propri artisti.

Nei lavori di Chazelle e Hurwitz c'è quindi un continuo scambiarsi di ruoli, come ha raccontato Chzelle: "Io sono molto noioso quando sto girando, in quel caso devo essere il cattivo. Quando si tratta della musica sono problemi che solo Justin può risolvere e io posso solo apprezzare".

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L'importanza del rispetto reciproco e di se stessi

Damien e Justin, rispondendo alle domande dei presenti in sala, hanno quindi affrontato il tema dei compromessi che gli artisti possono rischiare di compiere quando sono nelle prime fasi della carriera. Il regista di Babylon ha spiegato: "Quando inizi non hai possibilità di contrattare. L'importante è trovare quello che ti rende unico perché spesso la gente vuole farti cambiare idea. Non ho mai incontrato qualcuno di più testardo rispetto a Justin". Hurwitz ha confermato: "Sono davvero testardo. Cerchiamo di ascoltare tutti, ma poi devi filtrare e capire cosa è intelligente e cosa stupido. C'è sempre qualcosa di vero in quello che ti dicono. Io ascolto tutto, cerco la verità e potrebbe esserci una via di mezzo. Ma bisogna sempre rimanere fedele a te stesso".

Damien Chazelle  Credits Giorgio Zucchiatti 1
Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia 80: il presidente della giuria Damien Chazelle al photocall

Il loro lavoro inizia spesso proprio ascoltando musica prima della scrittura, che si tratti di composizioni di Justin o di una semplice playlist, passando poi alla fase di stesura dello script. Nonostante la grande amicizia che li lega, i due artisti hanno comunque avuto dei momenti di tensione. Chazelle ha aggiunto: "A un certo punto esci e te ne vai, come è successo con La La Land e anche con Babylon durante il mix". Justin ha ricordato: "Abbiamo discusso a lungo anche per La La Land, per la scena del planetario. C'è stata una grande lotta durante il montaggio e abbiamo girato entrambe le versioni e poi abbiamo capito chi aveva ragione. Ho vinto io. Ma la nostra partnership si basa sul fatto che nessuno dei due obbliga l'altro se si è infelici di qualcosa".