Dall’alto di una fredda torre, la recensione: Edoardo Pesce e Vanessa Scalera in un film intimo e profondo

Edoardo Pesce, Vanessa Scalera, Anna Bonaiuto, Giorgio Colangeli: un poker d'assi per l'opera prima di Francesco Frangipane, che prova ad indagare le conflittualità dell'animo umano. Al cinema dal 13 giugno.

Edoardo Pesce e Vanessa Scalera tra le nebbie di Nell'alto di una fredda torre.

Realizzare il primo lungometraggio è tutt'altro che semplice. Non solo a livello economico, ma anche e soprattutto a livello di scrittura e regia, per dimostrare, fin da subito, di avere qualcosa da dire. Ci prova Francesco Frangipane con un film intimo e personale come Dall'alto di una fredda torre, tratto dall'omonimo testo teatrale di Francesco Gili, che firma anche la sceneggiatura, e girato nei borghi umbri. Presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2023, è nelle sale italiane dal 13 giugno distribuito da Lucky Red.

Una storia unica eppure come tante

Dall Alto Della Fredda Torre 2
Edoardo Pesce e Vanessa Scalera sono fratello e sorella

C'è un conflitto impossibile al centro di Dall'alto di una fredda torre, che necessita di una buona dose di sospensione dell'incredulità. La quotidianità e "monotonia" di una famiglia composta da padre, madre e due figli, vengono irrimediabilmente spezzate da una scoperta medica che ha dell'incredibile: entrambi i genitori hanno contratto una malattia molto rara e i consanguinei potrebbero salvare solo uno dei due. I figli sono costretti quindi a prendere la decisione che non si vorrebbe mai dover prendere nella vita: chi salvare, mamma o papà? Gli incontri con la dottoressa incaricata non aiutano, aumentando esponenzialmente le discussioni familiari.

Dissidio interiore

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I genitori, Giorgio Colangeli e Anna Bonaiuto

Per i ruoli dei protagonisi, Francesco Frangipane è riuscito a riunire quattro talenti del nostro cinema: Edoardo Pesce, Vanessa Scalera, Anna Bonaiuto, Giorgio Colangeli. Tutti e quattro riescono a portare in scena i sentimenti contrastanti dei propri personaggi, creando una chimica tanto familiare (soprattutto nei pranzi della domenica, ricchi di spunti) quanto fraterna, con un rapporto fratello-sorella quasi morboso su cui scherzano gli stessi figli. Proprio questa vicinanza rischia di allontanarli ancora di più, mentre cercano di capire quale sia la soluzione giusta, se mai esista. Spesso sono i genitori e dover scegliere tra i figli, qui invece viaggiamo su binari invertiti con un ribaltamento del punto di vista. Come? Giocando proprio con le "preferenze" da parte dei personaggi.

Stasi interiore

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Dall'alto di una fredda torre: Vanessa Scalera in una scena del film

Nonostante la dinamicità psicologica, sorretta da Edoardo Pesce e Vanessa Scalera, c'è una certa stasi nella messa in scena. Da un lato perché ci troviamo di fronte ad un testo per il palcoscenico riadattato per il grande schermo, e la matrice teatrale rimane, tanto nelle sequenze casalinghe e in ospedale, quanto in quelle all'esterno. Dall'altro perché è come se, proprio a causa di ciò che stanno vivendo, i protagonisti fossero andati fuori dal tempo e dallo spazio, in una sorta di bolla da cui non vogliono uscire perché altrimenti dovranno prendere una decisione. Procrastinano, teorizzano, testano, tutto pur di rimandare l'inevitabile. Una nebbia costante pervade il percorso dei personaggi, che è difficile diradare per fare chiarezza, letteralmente e metaforicamente. L'istinto animale e primordiale contro quello dell'essere pensante, insieme ad alcuni elementi del loro passato.

Una location che parla

Dall Alto Di Una Fredda Torre Edoardo Pesce Con Vanessa Scalera
Il rapporto morboso tra i personaggi di Pesce e Scalera

Eppure, quella dinamicità è data dall'ambientazione scelta, in giro per i borghi umbri alternando poi grandi spazi aperti. È come se le riprese di Dall'alto di una fredda torre, tra campi e controcampi, rappresentassero i sentimenti vissuti contemporaneamente dai quattro: respirano e parlano allo spettatore, a modo loro, se si ha la voglia e la pazienza di mettersi ad ascoltare. Tanto che il film vive più di scrittura che di regia. E i luoghi che diventano personaggi a loro volta, combaciando con quelli in carne ed ossa. Così come gli animali, ad esempio il cavallo del personaggio di Pesce. Il tutto, per arrivare ad un finale che probabilmente non accontenterà tutti ma che forse era l'unico possibile, in questo film di presenze e assenze, di fantasmi e umani. Di volere e (non) potere.

Conclusioni

Una recensione volutamente vaga quella di Dall’alto di una fredda torre perché abbiamo voluto presentarvi il caso che è il pretesto narrativo per accendere la storia della pellicola ma allo stesso tempo non svelarvi nei dettagli né gli sviluppi né l’epilogo, che ovviamente farà discutere. Se riuscite ad abbracciare la “normalità anormalizzata” dei personaggi, allora sarete pronti a fare con loro un viaggio emotivo impossibile, grazie anche a quattro ottimi interpreti e ad una messa in scena di stampo teatrale.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
3.4/5

Perché ci piace

  • Il poker d’assi degli interpreti.
  • La location che parla al posto dei personaggi
  • Il dilemma vissuto dai protagonisti…

Cosa non va

  • …ma bisogna riuscire ad accettare la premessa.
  • La stati narrativa potrebbe annoiare qualcuno.
  • È un film molto dialogato, sconsigliato se non vi piace la matrice teatrale.