L'arrivo su Disney+ Star è passato in sordina ma, come spiegheremo nella recensione di Daily Alaskan (in originale Alaska Daily, il cambio di titolo non ce lo spiegheremo mai), non per questo è meno meritevole di attenzione. La nuova serie segna il ritorno in tv di Hilary Swank dopo Beverly Hills, 90210 e dopo le brevi parentesi più recenti di Trust la miniserie FX sul rapimento Getty, e Away la serie nello spazio di Netflix. Ora l'attrice torna sulla Terra per combattere un nemico ben tangibile e tristemente attuale in un serial generalista procedurale che invece dei soliti polizieschi e legal drama punta sul giornalismo e lo utilizza per far conoscere al pubblico uno Stato mostrato poco come l'Alaska coi suoi usi e costumi, la sua popolazione nativa e i suoi collegamenti geopolitici particolari.
Giornalismo d'inchiesta
In Daily Alaskan Hilary Swank interpreta Eileen Fitzgerald, una reporter in disgrazia che subisce una sorta di cancel culture dopo una storia delicata che riguarda un Generale, futuro Segretario di Stato degli Stati Uniti, e il proprio rapporto coi sottoposti: è scontrosa, non sa lavorare in squadra, non guarda in faccia a niente e nessuno per trovare la verità. Insomma una moderna Erin Brockovich - la giornalista entrata nella storia a cui ha dato il volto Julia Roberts nel celebre film omonimo - che accetta la proposta del vecchio amico Stanley (un ritrovato Jeff Perry dai mondi di Grey's Anatomy e Scandal) e lascia la propria vita a New York in una grande testata per entrare nella redazione di un quotidiano locale ad Anchorage (il Daily Alaskan del titolo). L'obiettivo è aiutare la redazione locale a far luce e giustizia su una serie di sparizioni di donne native che non hanno avuto la giusta attenzione e la sua esperienza potrebbe fare la differenza. Che è lo scopo che si è sempre posta col proprio lavoro, quindi anche se inizialmente riluttante, accetta scoprendo un mondo di cui non sapeva quasi nulla. Vuole in fondo ottenere una sorta di redenzione sia personale che professionale, mentre raccoglie materiale e prova a scrivere il libro che sbugiarderà il Generale davanti all'opinione pubblica.
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Giornalismo idealista
Un po' come in The Newsroom, la meravigliosa serie di Aaron Sorkin che tutti dovrebbero vedere, in Daily Alaskan si denuncia tra le righe la deriva che ha preso il pubblico, primo destinatario del giornalismo, che oramai legge e commenta sui social media non per partecipare alla discussione e informarsi ma per fare rumore, alzare la voce e voler avere ragione, come dirà ad un certo punto Claire (Meredith Holzman), una dei veterani del Daily Alaskan. Si affrontano quindi idealismo e scontro quotidiano con la realtà e la burocrazia, che spesso fanno ostruzionismo e utilizzano due pesi e due misure per le ragazze native e quelle bianche (un tema affrontato anche nella terza stagione di Truth Be Told su Apple Tv+).
A provare ad aiutare Eileen nel far riaprire il caso - ufficialmente è rimasto aperto ma chissà come non ci sono indagini effettive in corso - c'è Roz Friendly (Grace Dove), giornalista del Daily e nativa, quindi primariamente coinvolta nella vicenda. Entrambe dovranno imparare a fidarsi l'una dell'altra e soprattutto la respingente Eileen dovrà imparare a lavorare in squadra e a non pensare soltanto a se stessa e alla battuta d'arresto per la propria carriera. La serie è creata da Tom McCarthy, già ideatore di The Loudest Voice con Russell Crowe sull'ascesa e la caduta di Fox News, e ispirata al reportage Lawless: Sexual Violence in Alaska di Kyle Hopkins realizzato per l'Anchorage Daily News e ProPublica. Attualità e fiction si incontrano ancora una volta e per una tematica sentita e importante da divulgare e su cui sensibilizzare attraverso la tv generalista.
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Giornalismo di squadra
Tom McCarthy e Hilary Swank mostrano quindi una Eileen dura e apparentemente irremovibile che pian piano entrerà a far parte della famiglia del Daily Alaskan in cui ognuno ha i propri problemi personali e le proprie storie e inchieste da seguire e coprire. Dall'apparentemente burbero caporedattore Bob (Matt Malloy) al padre divorziato Austin (Craig Frank), fino ai redattori più giovani, Yuna (Ami Park) e Gabriel (Pablo Castelblanco), che per il momento fa da autista a Eileen. Daily Alaskan cambia quindi un po' le caratteristiche e gli ingredienti rispetto ai più recenti procedurali mettendo il giornalismo al centro della storia, con vari casi che si intersecheranno tra loro grazie anche alla particolare situazione geopolitica di confine dello Stato dell'Alaska e alla sua conformazione, che permette riprese suggestive, location mozzafiato e dinamiche diverse rispetto alle solite ambientazioni metropolitane o meramente campagnole. Anche l'editore dietro il quotidiano locale, Aaron Pritchard (Shane McRae), ha i propri interessi in gioco che andranno a incontrarsi e scontrarsi con quelli di Eileen, costretta a farsi un esame di coscienza dopo quanto successo a New York. La donna insegnerà molto ai nuovi colleghi in campo professionale, ma chissà che non impari qualcosa sul lato umano da questa piccola comunità nell'Alaska che potrebbe diventare la sua nuova casa.
Conclusioni
Alla fine della recensione di Daily Alaskan lodiamo l’intento di Tom McCarthy di proporre un procedurale diverso, che utilizza la via del giornalismo invece che quella del poliziesco o del legal drama. Al centro una protagonista apparentemente durissima che pian piano dovrà smussare i lati del proprio carattere per migliorarsi come persona e come reporter della verità. L’ambientazione particolare e suggestiva è il valore aggiunto insieme al legame con l’attualità dell’inchiesta raccontata.
Perché ci piace
- Hilary Swank è una credibile e respingente Eileen Fitzegerald che andrà smussata.
- La storia tristemente attuale dei due pesi e due misure per la sparizione di ragazze native.
- La location inusuale in tv e il procedurale visto attraverso il giornalismo.
- I comprimari sono particolari come in qualsiasi realtà locale raccontata in tv...
Cosa non va
- … ma andrebbero sviluppati maggiormente.
- Nonostante la storia orizzontale alla base, rimane un procedurale.