Sfidiamo chiunque a sostenere di non conoscere i Minions, i buffi esseri tondeggianti gialli servitori del malvagio Gru di Cattivissimo me: anche chi non ha mai visto i due film animati e lo spin-off loro dedicato non può essere sfuggito all'invasione mediatica che li ha visti coinvolti, agli spot, i corti e il merchandising, alla inconfondibile silhouette e al bizzarro outfit composto da salopette e occhiali. A quello che è diventato un vero marchio, diventando simbolo della Illumination che li ha creati come Totoro lo è per lo Studio Ghibli e la lampada per la Pixar.
Comprimari che assurgono al ruolo di protagonisti: niente di più indicato per rappresentare uno studio giovane come la Illumination, che in soli nove anni si è imposto nel panorama dell'animazione occidentale, passando da outsider ad interprete di primo piano del campo. Merito dei talenti coinvolti, senza dubbio, ma anche del suo fondatore, Christopher Meledandri, perché senza una guida forte e sicura, senza una visione, sarebbe difficile dare valore e senso unitario al lavoro di così tante persone. Per questo ha senso il tributo dedicatogli dalla 73. Mostra del Cinema di Venezia, un evento che ha accompagnato la presentazione dell'imminente Pets - Vita da animali e l'anteprima del successivo Sing.
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Una vita per il cinema
Il cognome ne tradisce l'origine italiana, dal lato del nonno paterno, ma Chris Meledandri è cresciuto a New York ed in quel periodo il suo desiderio era di lavorare nel mondo del teatro. "Solo al tempo dell'università ho fatto una scuola di cinema per poi non tornare mai più indietro", ha raccontato nel corso dell'incontro al Lido. Il cinema è sempre stato presente nella sua vita grazie a dei genitori amanti della settima arte, i quali però come ha precisato preferivano portarlo ad un film di De Sica o Antonioni, piuttosto che ad uno di Disney. "All'animazione sono arrivato soltanto all'inizio degli anni '90, durante il rinascimento della Disney e grazie ai film di Miyazaki." Quello che è sempre stato presente nella sua formazione è il cinema comico, dai fratelli Marx a Peter Sellers, di cui lo appasionava la capacità di far ridere sia dal punto di vista fisico che verbale. "Eppure sono la persona meno comica che abbia mai prodotto una commedia," ha rivelato, "ma sono molto bravo a scegliere i miei collaboratori."
I primi passi animati
Anche dal punto di vista lavorativo, all'animazione è arrivato tardi, supervisionando l'Anastasia di Don Bluth e Titan A.E., che fu un grosso flop al botteghino. Perché in quel periodo si stava iniziando la lavorazione de L'era glaciale e il fallimento del progetto precedente fece sì che nessuno volesse mettere le mani sui nuovi progetti, lasciandogli grande libertà. "La svolta", ha spiegato, "è stata trovare un gruppo di artisti che lavoravano fuori New York in uno studio che si chiamava Blue Sky e di innamorarmi del loro lavoro." La conferma di quanto detto prima, il saper individuare e capire la sensibilità degli artisti e circondarsi di persone di talento. Fatto sta che con Ice Age si venne a creare qualcosa di unico. "Avevo anche partecipato allo script de L'era glaciale e mi sentivo coinvolto in quel progetto: è stata la prima volta in cui ho sentito una grande convinzione nei confronti di storia e personaggi." La CGI era ancora uno strumento semisconosciuto, ma alla Blue Sky ce la misero tutta, con una curva d'apprendimento ripidissima ed un totale di persone al lavoro sul progetto che passò da quaranta a duecentocinquanta.
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Addio Fox, benvenuta Illumination
Ma una persona come Chris Meledandri non si accontenta di trovare il proprio ritmo e proseguire la sua scia di successi, ha bisogno del brivido del cambiamento, di nuovi stimoli e, perché no, nuove paure. "Iniziare una nuova società mi spaventava" ha dichiarato, eppure è proprio quello che ha fatto, mettendo in piedi la Illumination nel 2007, nonostante l'ottimo riscontro della saga de L'era glaciale e degli altri progetti Fox. Ma l'esperienza maturata nel suo lavoro precedente l'ha spinto a creare una società che potesse essere più internazionale, dandole base a Parigi e passando la prima settimana di vita della nuova creatura a Tokyo: "Fare film d'animazione in USA è qualcosa che dieci anni fa non ho proprio considerato", soprattutto per la sfrenata concorrenza che c'era in quell'ambiente, con i colossi del settore all'opera. "Tutti i talenti erano occupati e non avremmo mai trovato duecentocinquanta artisti di classe mondiale in USA, quindi siamo andati in Gran Bretagna e Francia."
E alla fine arrivano i Minion
"Il concept di Cattivissimo me veniva originariamente da alcune immagini che mi furono mostrate da Sergio Pablo", ha ricordato Chris Meledandri. Specificando però anche che poco di quelle idee iniziali è rimasto invariato. Erano previsti degli assistenti del supercattivo, ma sarebbero dovuti essere dei villain a loro volta e solo con il lavoro dei due registi Pierre Coffin e Chris Renaud si è arrivati all'idea di seguaci che fossero inusuali e originali, che hanno la loro forza nel look così come nell'irresistibile linguaggio. I Minions e la loro caratterizzazione sono stati frutto di un lavoro di squadra, il risultato delle idee di tre persone che si confrontavano per creare qualcosa di nuovo. L'animazione è un'opera di gruppo ancor più del cinema, in cui ogni talento coinvolto contribuisce in modo creativo all'evoluzione del film. Quello che può fare una figura come Meledandri, oltre che a proporre le proprie idee, è selezionare gli artisti, creare il gruppo che metterà in piedi il progetto. Una scelta fatta soprattutto di istinto, come nel caso del regista de L'era glaciale o di Cattivissimo me, tutti al loro esordio in un lungometraggio.
Pets e Sing, idee d'autore
"Cosa fanno i miei animali quando non sono in casa?" Questa la domanda che si è posto il produttore e che ha portato al film che sarà nelle sale italiane il 6 Ottobre. "Conosciamo bene i loro sentimenti, quello che provano per noi," ha spiegato, "ma facciamo fatica a immaginare la loro vita interiore e quello che li spinge a compiere le loro azioni." Il film è stato sviluppato, anche in questo caso, con il contributo di tutti gli artisti della Illumination: "Abbiamo chiesto a chiunque avesse un animale di contribuire con le proprie idee." Interrogato sulla sua preferenza tra cani e gatti non ha avuto dubbi: "Mi piace l'idea dei gatti, ma preferisco i cani. Mi piace l'amore incondizionato che sanno esprimere e che non si sforzano mai di nascondere, come capita costantemente nel nostro mondo." Ma nascendo da un concetto così vago, la cosa davvero difficile è stata impostare la struttura narrativa di Pets, che come in molti lavori dello studio arriva in corso d'opera, dopo aver definito i personaggi, vero punto di forza della Illumination.
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Qualcosa di simile a quanto accaduto per Sing, il lavoro successivo che vedremo a inizio 2017 (negli USA sarà nei cinema per Natale). In questo caso l'idea è stata di affrontare il mondo della produzione, uno spettacolo nello spettacolo, di raccontare del proprietario di teatro dal nome Buster Moon che sta cercando disperatamente di trovare un modo per attirare nuovo pubblico verso la sua struttura in rovina e lo trova in un concorso per cantanti, una specie di talent show. La particolarità è che Buster Moon è un koala e la storia di Sing è ambientata in un mondo di animali non dissimile dallo Zootropolis di casa Disney. Fiore all'occhiello di entrambi i recenti progetti è il cast vocale, scelto con cura e composto da grandi nomi: se Pets ha Louis C.K., Eric Stonestreet, Lake Bell, Dana Carvey e Steve Coogan, Sing punta ancora più in alto scritturando Matthew McConaughey, Reese Witherspoon, Seth MacFarlane e Scarlett Johansson, tutti alle prese anche con la parte canora dell'interpretazione.
Il futuro, tra Dreamworks e Illumination
La recente acquisizione della Dreamworks da parte di Universal ha posto Chris Meledandri anche nel ruolo di supervisore di un secondo studio, almeno per la fase intermedia di fusione. Ma il produttore non si esprime sul futuro di quello studio, che "continuerà a fare quello che ha sempre fatto, con grandi artisti e grande storie che toccano il grande pubblico." Ma facendo intendere che ci sarà bisogno di una maggior internazionalizzazione: "Per fare un film adatto a un pubblico appartenente a più culture, anche chi lo realizza deve esserlo." In casa Illumination, invece, non vengono prodotti moltissimi film e Chris Meledandri confessa che circa una metà delle idee in cantiere diventa realtà. In ogni caso comunque il punto di partenza è rappresentato sempre dai personaggi. "La parte narrativa arriverà se abbiamo i personaggi giusti", ha spiegato confermando un'impressione che abbiamo avuto guardando gli ultimi lavori, notando una struttura narrativa esile che ha la sua forza nelle singole situazioni più che nell'insieme. Ma va bene così per divertire il proprio pubblico di giovanissimi, evitando di ragionare troppo su un futuro che si trasforma ed evolve a velocità impressionante. "Il nostro obiettivo è semplice" ha spiegato "piacere al pubblico, far ridere, dare un sorriso in un mondo complesso e difficile. Se riusciamo a fare questo, siamo soddisfatti."