Cruel Peter, la recensione: Folklore italiano e ambizioni internazionali

La recensione di Cruel Peter, il film horror di Ascanio Malgarini e Christian Bisceglia disponibile in esclusiva su RaiPlay dal 21 maggio.

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Cruel Peter: una sequenza

È sempre un piacere accogliere le incursioni nel cinema di genere delle produzioni nostrane ed è con gioia che scriviamo la recensione di Cruel Peter, il film di Ascanio Malgarini e Christian Bisceglia disponibile in esclusiva su RaiPlay dal 21 maggio. Si tratta di una fiaba gotica che porta avanti il discorso già iniziato col titolo precedente della coppia di registi (Fairytale, anch'esso disponibile su RaiPlay), e prova a coniugare le ambizioni di visibilità e riscontri internazionali con una storia che affonda le proprie radici nel passato e le tradizioni del nostro paese.

Una storia che parte dal passato

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Cruel Peter: Aran Bevan in una scena

Il racconto di Cruel Peter parte infatti da lontano, dai giorni precedenti al terremoto di Messina del 1908. È a quel tempo che facciamo la conoscenza del cattivo Peter che dà il titolo al film, un tredicenne viziato e prepotente, unico erede della ricchissima famiglia degli Hoffman, che manifesta un indole malvagia le cui conseguenze si trascinano al di là della sua morte. È infatti al presente che ci spostiamo per la porzione principale di storia, seguendo l'arrivo a Messina dell'archeologo inglese Norman Nash con la figlia tredicenne Liz. Lo studioso è incaricato di valutare il restauro dello Storico Cimitero Inglese che si trova nel Cimitero Monumentale e durante gli scavi rinviene una lapide che fa riferimento alla scomparsa del ragazzo tre giorni prima del terribile terremoto del 1908, che lo mette sulle tracce di un antico mistero.

Messina, il set perfetto

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Cruel Peter: una foto del film

Ascanio Malgarini e Christian Bisceglia costruiscono l'intreccio e le sue suggestioni attorno al fascino della città siciliana, che si rivela set perfetto per una storia suggestiva, con i suoi luoghi ricchi, esoterici e carichi di mistero. Non parliamo solo del Cimitero monumentale, uno dei più antichi d'Europa, ma di una selezione accorta di location che contribuiscono a creare quell'impalcatura visiva di una storia che ha radici ben piantate nella storia e folklore del nostro paese. È però solo un punto di partenza per i due autori, che guardano al contesto italiano come a una importante risorsa e non un limite: non intendono rimanere rinchiusi nei nostri confini e sfruttano questa solida base per mettere in piedi un film con ambizioni internazionali.

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Cruel Peter: un'immagine
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Cruel Peter: Zoe Nochi in una scena

Lo conferma la scelta del cast, che vede Henry Douthwaite nel ruolo del dottor Nash accanto a Katia Greco, Rosie Fellner e il giovane Aran Bevan nei panni del malvagio Peter. Gli interpreti internazionali si muovono in un contesto completato da volti del panorama nostrano, ma è doverosa una menzione speciale per Zoe Nochi, brava nel tratteggiare l'altra adolescente della pellicola, Liz, e le difficoltà insite nel suo personaggio.

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Buoni effetti per dinamiche horror consolidate

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Cruel Peter: una scena del film

Una ulteriore conferma della spinta verso il pubblico internazionale è nell'impianto visivo del film e la costruzione delle sequenze più propriamente horror, che riproducono le meccaniche per generare tensione di consolidate produzioni horror internazionali. Pensiamo alla saga di The Conjuring e altre declinazioni dei temi di fantasmi e possessioni. Ci si potrebbe riscontrare un limite nel non perseguire una strada propria e originale, ma la scelta è consapevole e seguita con abilità, affidando all'intuizione di sfruttare una base folkloristica nostrana come punto di partenza (già presente nel lavoro precedente, Fairytale, che prendeva le mosse dalla bonifica della palude pontina) la componente più personale e autoriale.

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Cruel Peter: Zoe Nochi e Katia Greco in una scena

Queste funzionali, ed efficaci, dinamiche horror sono poi arricchite dagli effetti messi in campo da Makinarium, la celebre società italiana specializzata nel settore, che qui figura anche alla produzione del progetto, per un impianto visivo e sonoro che non sfigurano nel ricco panorama horror contemporaneo e si dimostra superiore al costo effettivo di un film che nasce come indipendente e si è già saputo imporre, per quanto possibile data la situazione che stiamo vivendo, in diversi mercati internazionali.

Conclusioni

Chiudiamo la recensione di Cruel Peter confermando la gioia di assaporare un nuovo, efficace, film di genere che viene dal nostro paese e che, per di più, ne sfrutta storia e folklore per costruire un progetto che possa essere appetibile a livello internazionale. Buone le atmosfere, ben realizzati gli effetti firmati da Makinarium, per dinamiche di tensione consolidate e in linea con le tendenze dell'horror contemporaneo. Un'opera seconda che conferma il lavoro interessante portato avanti da Ascanio Malgarini e Christian Bisceglie.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
2.5/5

Perché ci piace

  • La scelta, consapevole e interessante, di sfruttare momenti del nostro passato per rendere più ricca e radicata la storia.
  • La costruzione visiva del film, tra atmosfere ben evocate, location scelte con cura ed effetti di buona fattura.
  • L'ambizione internazionale messa in campo con intelligenza, senza rinunciare a raccontare il nostro paese.

Cosa non va

  • Le dinamiche horror seguono le tendenze consolidate contemporanee, ma è più una scelta per raggiungere un pubblico più ampio che un difetto.