Crucifixion, il nuovo film di Xavier Gens, si basa su fatti realmente accaduti nel 2005, in Romania. In uno sperduto paesino di campagna, padre Dumitru (Catalin Babiluc) e alcune suore, praticano un esorcismo su sorella Adelina, una giovane apparentemente posseduta che allo stremo delle forze dopo tre giorni di supplizio muore. Il prete e le suore vengono quindi arrestati e accusati dell'omicidio della donna. Una giornalista americana, Nicole (Sophie Cookson), viene a sapere delle storia dai giornali e decide di indagare sul caso con l'idea di scrivere un articolo che discrediti l'operato della chiesa al grande pubblico, essendo lei un'atea convinta. Ovviamente, come sempre accade in questo tipo di film - e ne parleremo più approfonditamente in questa recensione di Crucifixion - niente è come sembra e, una volta giunta in Romania, Nicole si troverà ad affrontare forze di cui non sospettava nemmeno l'esistenza.
Questa premessa vi suona familiare? Potremmo elencarvi innumerevoli horror degli ultimi anni che hanno incipit molto simili a questo, evidenziando quindi fin da subito uno dei più grandi difetti (ma non l'unico purtroppo) di questo Crucifixion: la mancanza di originalità. Il film, scritto dai gemelli Hayes - che conosciamo per i ben più riusciti film della saga di The Conjuring - non fa altro che prendere una serie di idee già viste e riviste, trasportale in un angolo sperduto dell'Europa dell'Est (cosa che era già stata fatta per il recente The Nun - La vocazione del male) sperando che una serie di prevedibili jump scares ed un'ambientazione naturalmente inquietante siano sufficienti a mettere insieme un horror in qualche modo significativo.
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Una trama che prende spunto dai capisaldi del genere
La più evidente fonte di ispirazione di questo film è senza dubbio un caposaldo degli horror sulle possessioni demoniache: The Exorcism of Emily Rose. Se nel caso del film con Jennifer Carpenter si restava incollati alla poltrona dall'inizio della pellicola fino al suo terrificante epilogo, mai sicuri se quello che vedevamo accadere alla povera Emily fosse davvero opera del demonio e non semplicemente della sua mente debole e malata, in Crucifixion le cose vanno di certo diversamente. In questo film non si fa mai il tentativo di instillare nello spettatore il dubbio sulla veridicità o meno di quanto vede accadere sullo schermo, cosa che, visto il rimando inziale al fatto che la pellicola sia tratta da una storia vera, avrebbe decisamente fornito alla costruzione della storia molti spunti in più. Sfortunatamente ci ritroviamo davanti ad una serie di eventi prevedibili e, mano a mano che la trama fa il suo corso, sempre meno interessanti.
Un cliché dopo l'altro lo spettatore si trascina stancamente verso una conclusione tutt'altro che inaspettata: i momenti di tensione sono molto meno di quelli che ci si potrebbe aspettare da un film di questo genere e lo snodo narrativo che porta alla soluzione finale avviene negli ultimi quindici minuti del film, non dando nemmeno il tempo a chi guarda di preoccuparsi per le sorti dei protagonisti. Tolto il frettoloso epilogo, il resto della pellicola non è altro che un fallimentare tentativo di spaventare lo spettatore con quelli che probabilmente sono i jumpscare più banali ed abusati in questo genere di horror: candele che si spengono all'improvviso annunciando forze demoniache in arrivo, voci spettrali di sottofondo, terrificanti figure che (urlando) compaiono alle spalle della protagonista e la solita porta che scricchiola, sbatte e si apre e chiude in autonomia.
Una protagonista poco credibile
Passiamo ora a quello che a nostro parere è forse il secondo difetto più evidente di Crucifixion: la quasi inesistente costruzione dei personaggi. Solo nel caso della protagonista ci viene data qualche (scarsa) nozione sul suo passato, per quanto riguarda tutti i comprimari invece si tratta semplicemente di figure funzionali allo svolgersi della trama di cui non capiamo le motivazioni, elementi nella narrazione che hanno la sola utilità di dare informazioni a Nicole che la spingeranno a fare determinate scelte.
Nicole, di cui ci viene spiegato a grandi linee il passato per farci capire cosa l'abbia spinta all'indagine sull'esorcismo di Adelina, è però un personaggio altrettanto inutile: nella prima parte del film per esempio, per farla sembrare un figura femminile forte e decisa, gli autori la rendono forzatamente maleducata verso chi incontra in Romania e ce la fanno risultare più che altro antipatica. Più la pellicola procede più i suoi comportamenti e le sue decisioni perdono di credibilità: come è possibile che gli innumerevoli eventi sovrannaturali che le accadono attorno non riescano a smuoverla dalla sua posizione di incredulità, salvo poi ritrovare la fede dopo (attenzione allo spoiler) aver scoperto che uno dei preti del convento è morto lo stesso giorno della sua defunta madre?
Non sono solo i personaggi a risultare mal pianificati, ma anche l'ambientazione in cui si muovono: come dicevamo ci troviamo in un villaggio della Romania rurale, in cui le strade non asfaltate sono illuminate da torce, l'albergo in cui Nicole si trova ad alloggiare è però dotato di tutti i comfort e di una veloce connessione internet. Ci siamo anche chiesti come fosse possibile che ogni persona incontrata durante l'indagine, dalla suora in convento al contadino chino nei campi, parlassero fluentemente la stessa lingua della protagonista.
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Un horror poco originale
La visione di questo film, a noi che di horror ne vediamo tanti e siamo indubbi fan del genere, ci lascia annoiati e delusi. Il terrore al cinema negli ultimi anni ha avuto tanti momenti di gloria, da film come The Witch a Scappa - Get Out (che si è pure accaparrato un Oscar) queste pellicole si stanno sempre di più guadagnando il rispetto di un pubblico di non soli appassionati: detto questo non possiamo che restare un po' spiazzati davanti ad un prodotto mal riuscito su così tanti livelli come questo Crucifixion. Ci auguriamo che venga lasciato più spazio a degli horror più innovativi ed originali, come ne abbiamo visti di recente.
Movieplayer.it
2.0/5