Crimes of the Future, la recensione: per Cronenberg l’insurrezione nasce dal corpo

La nostra recensione di Crimes of the Future, il film di David Cronenberg presentato a Cannes 2022 e che segna un ritorno al body horror per il cineasta canadese.

Crimes Of The Future David Cronenberg
Crimes of the Future: una scena del film di David Cronenberg

Con David Cronenberg i film scandalo, da sempre una delle caratteristiche del festival, tornano a Cannes. Questa volta è stato lo stesso autore canadese a preparare pubblico e critica ai contenuti forse troppo forti ed estremi della sua nuova opera, Crimes of the Future, immaginando e preannunciando folle di persone che avrebbero lasciato la sala dopo i primi minuti del film.

In realtà, non ci risulta che sia successo nulla del genere, anzi l'anno scorso il cronenberghiano Titane di Julia Ducournau (poi premiato con la Palma d'oro) aveva certamente mietuto molto più "vittime" nei minuti iniziali. Il che non vuole dire che David Cronenberg, ormai prossimo agli 80 anni, sia diventato meno feroce o estremo; ma semplicemente che questo Crimes of the Future più che immediatamente disturbante per le immagini che ci propone, inquieta per il suo contenuto e per il messaggio che vuole lanciare.

"La chirurgia è il nuovo sesso"

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Crimes of the Future: Viggo Mortensen con Kristen Stewart in una foto

Non che nel raccontare la storia del body artist interpretato da Viggo Mortensen - che, con l'aiuto della chirurga Lea Seydoux, espelle nuovi organi tumorali e tatuati dal suo corpo - Cronenberg si trattenga in nessun modo: il film inizia con un infanticidio e prosegue con autopsie, operazioni chirurgiche ed amplessi non tradizionali che non fanno altro che sottolineare che "la chirurgia è il nuovo sesso" e che, del vecchio sesso, quasi nessuno sembra ricordarsi.

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Crimes of the Future: Viggo Mortensen e Léa Seydoux in una scena

Ma è soprattutto nel finale, quando tutti i temi del film sembrano finalmente venire a galla, tutti insieme, e arrivare a combaciare quasi perfettamente, che quel forte senso di inquietudine raggiunge davvero lo spettatore. Ed è proprio qui che il film finisce, quando tutto sembrava farsi più chiaro ed eravamo finalmente pronti ad accettare e fare nostro questo mondo appena abbozzato, questa nuova filosofia del regista. Che poi non è altro che la stessa tenacemente e coerentemente portata avanti per decenni, ora sintetizzata e unita con lo stile degli ultimi lavori; Crimes of the Future risulta un'opera più matura, forse meno radicale nella sua estetica ma ancora più profonda e definitiva nel suo essere soprattutto concettuale.

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Crimes of the Future: Léa Seydoux, Kristen Stewart e Viggo Mortensen in una scena del film

Un mondo svuotato

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Crimes of the Future: Léa Seydoux e Kristen Stewart in una scena del film

Per questo motivo Cronenberg punta all'essenziale, riducendo all'osso trama e narrazione, svuotando le scenografie e di conseguenza il mondo che racchiude il film, arrivando perfino a prestare pochissima attenzione alla direzione degli attori. Il risultato è un'opera che è tanto affascinante nei suoi spunti e nei messaggi che contiene, quanto apparentemente irrisolta e quasi svogliata nella sua confezione, a partire dalle interpretazioni di alcuni attori (Kristen Stewart in primis) che finiscono col sembrare quasi avulsi dal film e da quello che succede intorno a loro. Ma d'altronde cos'è l'attore se non un altro corpo da sfruttare ed utilizzare a proprio piacimento per produrre un'opera d'arte?

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Conclusioni

Come abbiamo visto nella nostra recensione di Crimes of the Future il film è il body art definitivo, un’opera concettuale che sintetizza l’intera filmografia di David Cronenberg e che lancia un messaggio forte. Molto più forte delle scene raccapriccianti che lo stesso regista ci aveva annunciato. Più interessante che bello, non deluderà i fan più estremi ed esperti del regista.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
3.6/5

Perché ci piace

  • Il film è Cronenberg al 100%, tanto per temi che per estetica, tanto da rappresentare una perfetta sintesi della filmografia del regista.
  • Viggo Mortensen si conferma attore feticcio (in questo caso quasi letteralmente) perfetto per quello che il regista vuole rappresentare…

Cosa non va

  • … ma buona parte del cast appare davvero avulsa dal film, come se Cronenberg non si sia nemmeno interessato a dirigerli ma semplicemente ad utilizzare il loro corpo.