Ci sono film che puntano in alto per precipitare drammaticamente ed altri che si muovono umili e diretti e raggiungo il proprio obiettivo con onestà. In questa recensione di Crawl - Intrappolati cercheremo di spiegarvi perché il nuovo film di Alexandre Aja ci sia sembrato una ventata di piacevole brezza estiva e un ritorno del regista all'efficacia che sembrava aver perso con alcune delle sue opere più recenti. Complice il perfetto tempismo di un'uscita a Ferragosto, dopo il positivo riscontro conquistato in patria, tra recensioni positive e i quasi quaranta milioni al boxoffice americano, si prepara a proporsi come una delle sorprese di questa torrida estate in cui si è cercato di fare il possibile per tener vive le nostre sale, riuscendoci solo a tratti. Crawl - Intrappolati ha le carte in regola per portare gli appassionati di un genere, il monster movie, nei cinema. E non è poco.
Faccia a faccia con gli alligatori nella trama di Crawl
La trama di Crawl è semplice ma efficace e prende le mosse da Haley, studentessa del college ma anche abile nuotatrice, come l'incipit del film mette subito in chiaro portandoci a bordo piscina durante una delle sue gare. Ma le cose si mettono presto male per la ragazza, che è costretta a ignorare l'ordine di evacuazione, emesso per l'arrivo di un uragano di categoria 5 nell'area della Florida in cui vive, per andare a controllare il padre che non risponde alle sue chiamate. Una preoccupazione fondata, perché il padre è in difficoltà come la ragazza temeva, ma in una condizione più drammatica del previsto: ferito e intrappolato nella cantina allagata della propria abitazione, tenuto in ostaggio da un alligatore che ha trovato facile via d'accesso dalle strade ugualmente inondate della cittadina. Per Haley e il padre inizia una tesissima partita a scacchi con il mostro, per sopravvivere e guadagnare una via di fuga.
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Tra padre e figlia: due personaggi al centro del film
Pur con le fugaci apparizioni di altri individui, sono due i personaggi di Crawl, Haley e suo padre, ben interpretati da Kaya Scodelario e Barry Pepper. Lo script di Michael e Shawn Rasmussen usa il loro complesso rapporto come base su cui costruire l'affezione dello spettatore, ribaltando una situazione che abbiamo già visto in passato: Qui, infatti, è la figlia, forte e determinata, a darsi da fare per salvare il padre. E poi ci sono gli antagonisti, gli alligatori che si celano sotto la superficie dell'acqua con scaltra premeditazione, pronti a colpire per una lotta impari nella quale i due protagonisti umani dovranno far ricorso a ogni genere di abilità e stratagemma, facendo tesoro di ogni tipo di capacità fisica e mentale (inutile dire che l'anticipata bravura di Haley nel nuoto sarà messa a frutto).
L'onestà di dare ciò che si promette
Quel che colpisce e lascia soddisfatti di Crawl - Intrappolati è la sua onestà, la sua capacità di mantenere ciò che promette, ovvero un paio d'ore scarse di tensione e brividi adatti a tutti. C'è tensione, infatti, costruita con una messa in scena efficace e buona scelta dei tempi narrativi, ma Alexandre Aja si dimostra più contenuto e misurato di altre occasioni quando si tratta di mostrare sangue e violenza. Una scelta che può far storcere il naso a qualcuno, ma che rende il film perfetto per una serata estiva all'insegna del disimpegno senza particolari pretese. Tutto ciò che il film di Aja chiede allo spettatore è una buona dose di sospensione dell'incredulità, per accettare qualche situazione un pizzico troppo oltre la soglia della verosimiglianza, e tanta voglia di divertimento a base di sana tensione. Con queste premesse, sarete sicuramente accontentati!
Conclusioni
Il punto essenziale da ribadire al termine della recensione di Crawl - Intrappolati non può che riguardare l’onestà del film di Alexandre Aja, che fa quel che promette senza troppi giri di parole: sana tensione estiva, a base di brividi accessibili a tutti grazie alla scelta di non spingere troppo sul pedale della violenza. Bisogna mettere da parte la logica nel giudicare alcuni snodi, così come è necessario accettare alcune situazioni al limite della credibilità, ma preso per quel che è, per il semplice e diretto monster movie che vuole essere, assicura una buona dose di divertimento.
Perché ci piace
- Il rapporto padre/figlia, ben rappresentato da Kaya Scodelario e Barry Pepper.
- La tensione derivante dal prolungato scontro tra i protagonisti umani e gli antagonisti alligatori.
- L’onestà di dare allo spettatore esattamente ciò che promette: sani brividi estivi senza impegno.
- Tempi narrativi e costruzione della messa in scena superiore ad alcuni recenti lavori di Aja…
Cosa non va
- … ma una dose di sangue e violenza ridimensionata, che potrebbe far storcere il naso a qualcuno.
- C’è bisogno di una buona dose di sospensione dell’incredulità per accettare alcune situazioni, ma fa parte del gioco.