Copshop – Scontro a fuoco, la recensione: sangue e pallottole nella stazione di polizia

La recensione di Copshop - Scontro a fuoco, film action con Gerard Butler, Alexis Louder e Frank Grillo, disponibile su Sky e NOW.

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Copshop - Scontro a fuoco: Gerard Butler in un'immagine

Come avremo modo di approfondire nella nostra recensione di Copshop - Scontro a fuoco, se amate un certo tipo di cinema denso di azione e particolarmente adatto per una serata di sano intrattenimento, non potete perdere il film disponibile su Sky e NOW a partire dal 22 novembre. Dalla trama esile, più interessato al divertimento che alla narrazione, il nuovo film di Joe Carnahan mostra sin da subito il suo biglietto da visita: una colonna sonora che sembra provenire direttamente dai vecchi pulp movie di serie B tanto amati da Quentin Tarantino, dialoghi sopra le righe, personaggi che non richiedono un grosso approfondimento psicologico. Tutto per arrivare a un solo scopo: far parlare le armi.

Tutto in una stazione

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Copshop - Scontro a fuoco: Gerard Butler in una scena del film

Teddy (Frank Grillo) sta fuggendo nel deserto. È inseguito da qualcuno (non sappiamo chi) e si trova in una posizione di grosso pericolo. Così grosso tanto da decidere di farsi arrestare per rimanere al sicuro, chiuso in una cella. A portarlo nella stazione di polizia è l'ufficiale Valerie Young (Alexis Louder), giovane talentuosa pronta a trascorrere una delle solite nottate di lavoro. Un altro uomo viene presto portato all'interno dell'edificio. Si tratta di un ubriaco che risponde al nome di Bob Viddick (Gerard Butler), arrestato per un incidente d'auto che ha provocato, scontrandosi contro un'auto della polizia. I due prigionieri vengono chiusi in due celle separate, ma vicine. Presto la vera identità di Bob viene alla luce: si tratta di un sicario, il cui scopo è proprio quello di uccidere Teddy. Sarà l'inizio di un'escalation di violenza che cambierà per sempre la tranquillità abitudinaria che si trova all'interno della stazione di polizia.

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"La velocità può uccidere"

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Copshop - Scontro a fuoco: una scena d'azione del film

Si tratta di una battuta che viene pronunciata da un personaggio e che descrive al meglio la prima metà del film. Con la voglia di costruire una tensione sempre maggiore, sempre sul punto di esplodere ma allo stesso tempo lenta e inarrestabile, Copshop sceglie la via della pazienza e del lento bollire. Tutta la prima ora, molto dialogata, si concentra sulle backstory dei personaggi, sulle spiegazioni e i racconti, mostrati attraverso i flashback, che hanno portato alla situazione che sta avvenendo alla stazione di polizia. Un dilatato modo di preparare le carte sul tavolo e costruire la situazione. Una scelta apprezzabile, ma che potrebbe mettere a dura prova la pazienza dello spettatore più interessato all'azione. Infatti, i personaggi, chiusi non solo nelle celle, ma anche bloccati in una superficie monodimensionale, non riescono ad esprimere il loro potenziale coinvolgendo a dovere. Tutto cambia intorno al minuto 50, con l'ingresso in scena di un terzo personaggio, un secondo killer professionista che darà il via a un vero e proprio massacro all'interno dell'edificio. A quel punto il film muta, alza i giri del motore e decide di lasciar spazio ai proiettili e al sangue.

Non prendersi sul serio

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Copshop - Scontro a fuoco: Gerard Butler in un momento del film

Da un regista come Joe Carnahan, saltato sotto le luci della ribalta con quel piccolo cult movie che risponde al nome di Smokin' Aces del 2007 e visto recentemente in Boss Level, non bisogna aspettarsi qualcosa di troppo serio. Interessato a divertire il proprio pubblico con semplicità, il regista americano lascia da parte i pretesti più impegnativi per dedicarsi al grado zero dell'intrattenimento. I personaggi, di conseguenza, non si fanno carico di chissà quali messaggi, relegandosi al ruolo di stereotipi incapaci di prendersi sul serio. Ne è dimostrazione soprattutto il personaggio di Anthony Lamb, interpretato da Toby Huss, che spesso supera il confine tra esagerazione e parodia involontaria. Ricco di ironia e sarcasmo (a volte ricercando - senza riuscirsi - quello stile di conversazione di cui Quentin Tarantino è maestro incontrastato), Copshop offre anche qualche inquadratura creativa, insieme ad alcuni colpi di scena inaspettati, che può appagare il pubblico.

Conclusioni

A conclusione della nostra recensione di Copshop – Scontro a fuoco, possiamo affermare che il nuovo film di Joe Carnahan è un onesto action che regala allo spettatore esattamente quello che promette. Lo spettatore si ritroverà ben contento di seguire una vicenda a cui serve un po’ per carburare, ma che regala parecchio sangue e una buona dose di divertimento. A tratti sin troppo sarcastico e sopra le righe, Copshop paga dazio sui personaggi sin troppo stereotipati e monodimensionali, ma sa intrattenere a dovere come i sinceri B-Movie sanno fare.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.4/5

Perché ci piace

  • Il film sa divertire e intrattenere a colpi di pistola e sangue versato.
  • Ricco di ironia e sarcasmo, è ideale per un pubblico che non vuole prendersi troppo sul serio.

Cosa non va

  • I personaggi sono sin troppo monodimensionali e sopra le righe.