Conversazioni con un killer: Il caso Dahmer, la recensione: dentro la mente del killer

La recensione di Conversazioni con un killer: Il caso Dahmer, dal 7 ottobre su Netflix, la docuserie diretta da Joe Berlinger che riporta l'attenzione sulle vittime del cannibale di Milwaukee, dopo la miniserie Dahmer - Mostro.

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Conversazioni con un killer: Il caso Dahmer - un'immagine del documentario

Dopo Ted Bundy e John Wayne Gacy, Netflix continua la sua docuserie true crime diretta da Joe Berlinger con una terza stagione dedicata al serial killer "del momento", tornato in auge grazie alla miniserie di Ryan Murphy Dahmer - Mostro, disponibile sempre sulla piattaforma. Come spiegheremo nella recensione di Conversazioni con un killer: Il caso Dahmer, dal 7 ottobre su Netflix, si tratta di una serie che vuole riportare sotto i riflettori le vittime e le tematiche che si porta dietro la loro morte, piuttosto che dare nuova attenzione al killer, oramai deceduto. È inoltre una conferma della linea editoriale intrapresa dalla piattaforma, che punta sempre più a rimpolpare il catalogo true crime, poiché sta andando molto bene per loro in termini di riscontro di pubblico.

L'inquietante voce di Jeffrey Dahmer

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Conversazioni con un killer: Il caso Dahmer - una scena della docu-serie

Portato in tv quasi contemporaneamente da Evan Peters nella miniserie di Ryan Murphy, in questa docuserie Jeffrey Dahmer rivive solamente attraverso la sua inquietante e pacata voce. Conosciuto anche come "il cannibale di Milwaukee" per il suo essersi cibato degli organi delle sue vittime (dalla sua storia fu tratto un film del 2002 con Jeremy Renner), è stato responsabile di ben 17 omicidi commessi tra il 1978 e il 1991 che comprendevano violenza sessuale, necrofilia, cannibalismo e squartamento. Fu poi condannato nel 1992 all'ergastolo e morì due anni dopo mentre era in prigione, ucciso da Christopher Scarver, un detenuto schizofrenico. Una storia simile e al contempo diversa da quella degli altri serial killer statunitensi raccontata nelle stagioni precedenti di questa docuserie. Simile perché anche Dahmer appariva come un ragazzo solitario e taciturno, ma allo stesso tempo innocuo e gentile, come Bundy e Gacy, soprattutto con i vicini quando andò a vivere da solo nell'appartamento in cui fu arrestato nel '91. Gli stessi vicini che si insospettirono per la puzza incredibile proveniente proprio da quell'appartamento logoro, ma mai avrebbero immaginato cosa stava realmente avvenendo lì dentro. Simile anche perché riporta alcune tematiche affrontate dalla stagione dedicata a Gacy e alla morte passata nell'ombra di molti omosessuali. Diversa perché rispetto a Bundy e Gacy, Dahmer sembra voler comprendere il proprio operato, attraverso le registrazioni che si sentono nella docuserie, rese per la prima volta pubbliche e appartenenti al suo avvocato della difesa, che funge da fil rouge per i tre episodi da un'ora che compongono Conversazioni con un killer: Il caso Dahmer.

Dahmer - Mostro: La storia di Jeffrey Dahmer, la recensione: essere Jeffrey Dahmer, essere Evan Peters

Denuncia sociale

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Conversazioni con un killer: Il caso Dahmer - un' immagine della docu-serie

Ciò che sorprende maggiormente è la calma e il distacco con cui Dahmer racconta le proprie gesta, condendo il racconto però di altrettanto sentito interesse nell'aiutare i poliziotti a scovare i corpi di tutte le sue vittime e dare loro un'identità. Senza di lui non sarebbe paradossalmente stato possibile. Rispetto a Gacy, di cui molte vittime rimangono tristemente ancora senza un nome e un riferimento, tutte le 17 vittime di Dahmer hanno un'identità e un riferimento temporale preciso, che aiuta a ricostruire il puzzle della sua vita criminale. Un primo omicidio a soli 13 anni, un altro ben 9 dopo, mentre abitava dalla nonna dove andò a stare dopo il divorzio dei genitori. Da lì un'escalation che portò a far aumentare il numero in modo spropositato in soli 4 anni. Inizialmente utilizzate come tecnica di difesa, ovvero per ottenere la perizia psichiatrica di infermità mentale, queste testimonianze dirette/registrazioni divengono in realtà una sorta di auto-analisi per uno dei serial killer più agghiaccianti della storia americana. Storia degli Usa che non fa una gran bella figura per come viene dipinta in quegli anni attraverso il dcoumentario. Emblematico in tal senso è un episodio in particolare: quando i vicini chiamarono polizia e vigili del fuoco perché una delle vittime di Dahmer vagava nuda e incosciente per il condominio, accasciandosi sulla strada. Ma gli agenti entrando nell'appartamento di Dahmer lasciarono correre perché si trattava di "cose da gay". La quasi totale disattenzione delle autorità per le continue sparizioni della comunità LGBTQ+, soprattutto neri e asiatici e quindi delle minoranze, è una delle "colpe" di quegli anni con cui gli Usa devono fare i conti, come emerge dalle testimonianze degli stessi agenti che si guardano indietro con vergogna e pentimento.

Dahmer - Mostro: La storia di Jeffrey Dahmer, la spiegazione del finale: il Male puro esiste?

Documentare l'agghiacciante realtà

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Conversazioni con un killer: Il caso Dahmer - una scena del documenatrio

La docuserie diretta da Joe Berlinger va avanti e indietro nel tempo, per raccontare le fasi della vita personale e criminale di Jeffrey Dahmer non in ordine cronologico, rendendo il racconto appassionante de avvincente, da brividi sulla schiena, soprattutto nelle scene di repertorio dei ritrovamenti nell'appartamento di Jeffrey Dahmer al momento dell'arresto. Gli episodi intrecciano le registrazioni in prima persona, che svelarono dettagli non raccontati nemmeno alla polizia, guidate dall'avvocato incaricata di interfacciarsi con Dahmer dal proprio superiore, alle testimonianze dei suoi avvocati, vicini di casa, poliziotti, amici d'infanzia, membri della comunità LGBTQ+. Non mancano le ricostruzioni con gli interpreti, senza mai vederne il volto o le fattezze se non di sfuggita, evidenziando le caratteristiche di Dahmer: gli occhiali, i capelli biondi, il fisico ben piazzato. Esiste il Male puro o nasce da qualcosa? La docuserie prova ad ad indagarlo come avevano fatto in passato le autorità e i legali, rimanendo purtroppo senza risposta.

Conclusioni

Come abbiamo rilevato nella recensione di Conversazioni con un killer: Il caso Dahmer, la terza stagione della docuserie di Joe Berlinger continua il lavoro fatto sui serial killer d'America dopo Ted Bundy e John Wayne Gacy. I tre episodi danno attenzione alle storie delle vittime, e alla denuncia sociale della comunità LGBTQ+ nera e asiatica di quegli anni, alterandole alle registrazioni dello stesso Jeffrey Dahmer, che rendono la sua storia ancora più inquietante e agghiacciante, grazie alle testimonianze dirette di moltissime persone e personalità coinvolte.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
3.0/5

Perché ci piace

  • L’intreccio di registrazioni del diretto interessato alle testimonianze di tantissime persone molto vicine a Dahmer.
  • L'attenzione data alle storie delle vittime e la denuncia sociale attraverso la storia di Dahmer.
  • L'ordine non cronologico del racconto che gli dà maggior respiro e ritmo.

Cosa non va

  • Chi non è appassionato del genere potrebbe apprezzare meno il forte tono documentaristico.