Constantine: 5 motivi per riscoprire il cinecomic con Keanu Reeves

In vista dell'annuncio del sequel, a distanza da 16 anni dall'uscita di Constantine, scopriamo perché il film di Francis Lawrence è ancora affascinante.

Constantine: 5 motivi per riscoprire il cinecomic con Keanu Reeves

Constantine è un lungometraggio finito nel dimenticatoio nonostante sia il primo adattamento di Hellblazer, una serie fumettistica della linea Vertigo della DC, uscita per la prima volta nel 1988. L'opera vede al centro della storia l'ambiziosa odissea esoterica e soprannaturale di John Constantine. Quest'ultimo, diventato a tutti gli effetti una delle icone più riconoscibili di Detective Comics, è un potente stregone ed esorcista perennemente a caccia di demoni e altri incubi arcani. Il personaggio, caratterizzato negli anni da fumettisti del calibro di Alan Moore, Neil Gaiman, Grant Morrison, Jamie Delano e altri, ha molte peculiarità in comune con i protagonisti delle narrazioni noir, con un passato tormentato e una vita maledetta ed è dotato di un'ironia sprezzante. Un antieroe cupo e affascinante portato sul grande schermo nel 2005 da Francis Lawrence, con Keanu Reeves ad incarnare proprio Constantine. In occasione dell'ufficializzazione di un sequel, andiamo a vedere i 5 motivi per riscoprire un progetto che, nonostante sia imperfetto, ha parecchi spunti interessanti.

1. Keanu Reeves

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Constantine: un'immagine del film

Proprio Keanu Reeves (Matrix, L'avvocato del diavolo) che 16 anni fa aveva già alle spalle una carriera cinematografica sconfinata, è di per sé una motivazione molto valida per vedere Constantine. L'attore canadese originario di Beirut, infatti, ha fatto suo il personaggio e ha lavorato profondamente sulla sua psicologia, nonostante ci siano tante differenze che lo separano dalla controparte cartacea. Per quanto sia diverso esteticamente e abbia un background alternativo rispetto ad Hellblazer, Reeves è riuscito a riportare perfettamente quel mix di sagacia, spavalderia e tormento che hanno reso così tanto ammaliante e fascinoso John Constantine. La sua interpretazione, inoltre, trasmette quel briciolo di umanità ed empatia che seppur rarissimo, è parte integrante dello sviluppo dell'antieroe ed arricchisce ancora di più la sua complessa e stratificata caratterizzazione. Probabilmente la Warner Bros. non poteva scegliere una star migliore per questo ruolo che, già sappiamo con certezza, tornerà ad interpretare nel seguito della pellicola.

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2. L'atmosfera

Una scena di Constantine
Una scena di Constantine

Tra i difetti più evidenti di Constantine c'è una trama che non decolla mai a causa di un intreccio scarno che approfondisce genericamente l'universo che ruota attorno al cacciatore di demoni, ma tale mancanza è sopperita da uno studio dettagliato dell'atmosfera. Ogni sequenza del lungometraggio, infatti, è immersa in una coltre fumosa di nebbia, sangue e terrore, mentre l'ambiente dove si muove il protagonista e i comprimari è spietato, ma anche ricco di misteri ed enigmi che non hanno nessuna voglia di venire a galla. Questa commistione di elementi, da un lato la componente spaventosa tipica degli horror, dall'altro questa incessante ricerca di una verità divina scomparsa che è invece un tratto tipico dei polizieschi a tema soprannaturale, rende estremamente varia l'esperienza cinematografica. Non solo: il pubblico è messo nelle condizioni di capire in modo lineare e per niente complesso la sagace e graffiante filosofia dietro Hellblazer, una sorta di estensione capillare della maledizione interiore di John.

3. Le scene action

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Constantine: un'immagine del film

Proprio per l'alternanza di cui parlavamo poc'anzi (ma anche per lasciare più spazio all'indagine psicologica del protagonista), Constantine presenta poche sequenze d'azione che comunque risultano memorabili nella loro messinscena. I passaggi più frenetici e adrenalinici del lungometraggio, infatti, oltre alla dose ingente di spettacolarità data da un raffinato bilanciamento di luci ed ombre (d'altronde nel film è centrale lo scontro tra bene e male come vedremo dopo), ciò che salta all'occhio è la gestione sapiente della macchina da presa. Le inquadrature riescono ad essere sempre varie, creative nella loro costruzione su schermo e anche ricche di spunti. Francis Lawrence ha di fatto inserito parecchi elementi di background che in realtà mancano in sceneggiatura, suggerendo, con solo l'utilizzo delle immagini e dell'estetica, tanti particolari fondanti della storia, così come tante regole non scritte del worldbuilding della pellicola. Se è vero che un lettore di Hellblazer è più facilitato alla comprensione di tali dettagli, sono questi accorgimenti che spingono il pubblico a recuperare il fumetto.

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4. Gli antagonisti

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Constantine: un'immagine del film

È sicuramente vero che il più grande nemico di John Constantine all'interno del film (ma anche nei fumetti) è lui sé stesso perché combattere i propri demoni è sicuramente più difficile di qualsiasi minaccia esoterica, ciononostante ci sono due forze che giocano un ruolo fondamentale nella pellicola. Si tratta dell'Angelo Gabriele (Tilda Swinton) e di Lucifero (Peter Stormare), a capo delle legioni del Paradiso e dell'Inferno, che si danno battaglia sulla Terra attraverso la possessione degli esseri umani, solo fragili pedine di uno scontro più complesso e articolato. Le due entità hanno un'impronta marginale nella storia, ma la loro importanza è ugualmente essenziale: il loro peso nel destino di Constantine e dell'umanità è considerevole. Ecco che quindi gran parte dell'interesse dietro queste figure opposte, ma complementari nell'equilibrio del mondo, è dato dalle loro macchinazioni invisibili e dalla loro assenza che rende le loro apparizioni rade ancora più spettacolari e significative.

5. Il finale

Keanu Reeves in una scena di Constantine (2005)
Keanu Reeves in una scena di Constantine (2005)

Il finale aperto di Constantine ha un valore del tutto esclusivo: cercando di non svelare troppo e rimanendo sul generico, vi basta sapere che, in fin dei conti, tutto il film può essere visto come un origin story in piena regola, con le battute conclusive della pellicola che hanno una doppia valenza. Da un lato, infatti, aprono le porte ad un seguito (che, anche se dopo 16 anni, non a caso è in cantiere in questo momento), dall'altro segnano in modo evidente l'inizio vero e proprio delle avventure del protagonista che corrisponde ad un evento cruciale di Hellblazer ovvero il particolare patto dell'occultista con il sovrano dell'Inferno. Tra l'altro, anche la scena post credits nascosta, è quella chicca particolare che rischia di passare particolarmente inosservata visto che niente lascia presagire quell'inaspettato proseguimento della storia di Chas Kramer (Shia LaBeouf). Il mistero prosegue, con il misterioso John che ha appena cominciato la sua missione: ma dopo così tanto tempo ne varrà la pena?

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