In Confidenza di Daniele Luchetti, tratto dall'omonimo di Domenico Starnone (edito da Einaudi), ci sono tante finestre aperte. Addirittura, il film inizia con una finestra aperta, spalancata su un cortile di una palazzina romana. Un pretesto altamente simbolico, per una storia di un uomo incapace tanto di cadere, quanto di alzarsi. Un uomo in attesa, Pietro Vella, interpretato da Elio Germano, che di mestiere fa il professore di italiano, amato da tutti per la sua "pedagogia dell'affetto". Amato da tutti, ma soprattutto amato dalla sua (ex) studentessa Teresa, con il volto (sorprendente) di Federica Rosellini.
Tra i due però c'è di mezzo un segreto indicibile, che potrebbe rovinare il percorso professionale di Vella. Si lasciano, e allora Pietro si sposa con la professoressa di matematica, Nadia, interpretata da Vittoria Puccini. Ma se il tempo passa, Pietro e Teresa continuano ad essere accomunati da una verità tenuta nascosta. A proposito di finestre, e di concezione rispetto agli spazi narrativi di Confidenza (qui la recensione), è proprio Daniele Luchetti, nella nostra intervista, a spiegare le forti metafore visive: "La dimensione della verticalità è importante. Cadere, cadere e non arrivare in fondo. C'è questo senso di caduta. È una sorta di rappresentazione di come si sente Pietro Vella, il protagonista. C'è desiderio di cadere, ma manca il coraggio di cadere per davvero. Il film è sbilenco, come se fossimo sopra un piano inclinato e saponato. Scivoliamo, senza sapere dove andare a finire".
Confidenza: la nostra intervista a Daniele Luchetti, Elio Germano, Federica Rosellini, Vittoria Puccini
Se Confidenza è, per noi, un film estremamente riuscito, lo è anche per la costruzione del panorama umano, e nel continuo stimolo che suscita verso il pubblico una storia sfumata e tridimensionale, tanto da far prendere alla sceneggiatura percorso inaspettati. Sempre per il regista, "Raccontiamo l'incapacità di essere presenti anche durante il desiderio. Un desiderio continuamente perturbato. Personaggi che sono disturbati anche quando dovresti essere dimentico di tutto", che poi si sofferma sulla mediocrità celata dei personaggi: "I personaggi sono medi, non mediocri. Si può essere medi ed essere felici? Sì. Questa è un po' la società performativa, che ci spinge ad essere sempre ad essere superiori. Ecco, i personaggi hanno il terrore di vivere questa dimensione media".
Come detto, in Confidenza, troviamo la bravissima Federica Rosellini, che durante la chiacchierata riprende il concetto delle vertigini e della finestra aperta: "Il tema della finestra aperta ha è interessante. Nella scena iniziale, c'è stato un ciak in cui mi gettavo dalla finestra, insieme a Vella. Questo è un film che mette in trappola i protagonisti. I grandi amori sono delle trappole, ed ecco perché citiamo Il misantropo di Menandro in una scena. Pietro Vella ha timore di gettarsi, mentre il mio personaggio ha un desiderio di lanciarsi. E non è un caso, che alla fine tra i due ci sia una membrana di vetro. Questo racconta al meglio l'arco tra i due".
Il cinema come specchio in cui riflettersi
La riflessione, tra umanità e riflessi, si sposta poi su Elio Germano, capace di dare al personaggio di Pietro Vella delle continue evoluzioni, pur restando fedele al tormento che gli strozzerà l'esistenza. La perdita del controllo, l'ossessione, il terrore di essere scoperto. Un mix emotivo di forte caratura narrativa. "La società ti impone a non essere mediocre", racconta l'attore a Movieplayer.it. "Ma perché? L'ambizione è un tema del film, e serpeggia. La felicità dovrebbe far rima con una posizione sociale? E invece una persona che vive nella finzione e si è rifugiata nell'apparenza? Raccontiamo una mediocrità e una meschinità che ci riguarda tutti, e fanno sì che accresceranno il nostro essere. Per questo Confidenza è molto pirandelliano. C'è un racconto dell'umanità, anche se non sappiamo bene di chi stiamo parlando. Si parlava di finestre: e il cinema è una grande finestra su qualcosa. Tuttavia, è anche uno specchio, che riflette chi siamo. E in questo film molti possono sentirsi osservati".
Vittoria Puccini, invece, ragiona su quanto Confidenza sia un film altamente canalizzante nei confronti dello spettatore, coinvolgendolo su più livelli. "Non raccontiamo messaggi o tesi, ma vuol far scattare qualcosa dentro lo spettatore. È il pubblico che riflette sui fatti, e su cosa lo circonda. Nadia, il mio personaggio, è una donna a cui manca l'aria. Si sente soffocata da Pietro, accettando la sua presenza, accettando anche la sua mediocrità".