Compagni di viaggio, la recensione: Matt Bomer e Jonathan Bailey sono i Fellow Travelers negli anni dell'AIDS

La recensione di Compagni di viaggio, la miniserie con protagonisti Matt Bomer e Jonathan Bailey nei panni di due uomini la cui travagliata storia d'amore nasce e si sviluppa nella Washington dell'era McCarthy.

Compagni di viaggio, la recensione: Matt Bomer e Jonathan Bailey sono i Fellow Travelers negli anni dell'AIDS

Le storie d'amore e di sesso che si svolgono negli anni della diffusione dell'AIDS, tra ignoranza e bigottismo, oramai non si contano più sulle dita di una mano visto quanta sensibilizzazione sull'argomento l'audiovisivo ha voluto portare in tv e al cinema, soprattutto alle nuove generazioni che quei tempi non li hanno vissuti e rischiano di non conoscerli mai. Questo non vuol dire che non si possano accettare nuovi racconti e punti di vista sull'argomento. È in questo frangente che inseriamo la recensione di Compagni di viaggio (in originale Fellow Travelers), la miniserie targata Showtime e disponibile in Italia dal 28 ottobre su Paramount+. Creata dal candidato all'Oscar per Philadelphia Ron Nyswaner (già dietro alcuni episodi di Homeland) e basata sul romanzo di Thomas Mallon, unisce love story e thriller politico, per raccontare un'instabilità tanto emotiva quanto sociale negli anni dell'era McCarthy e nel cuore della presidenza, a Washington.

Compagni di matrimonio

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Compagni di viaggio: una scena

Scelti per interpretare la coppia che finì sulla bocca di tutti sono due volti conosciuti e molto amati della serialità. Matt Bomer (White Collar e il Murphyverse) è l'affascinante e carismatico Hawkins Fuller, che lavora proprio dietro le quinte della politica e non disdegna qualche incontro casuale nei bagni pubblici con altri uomini. Ovviamente tiene segreta la sua omosessualità, con grande attenzione di non essere visto insieme a qualcuno di compromettente per la sua carriera, e non si lega mai a nessuno proprio per questo. Tutto il contrario di Tim Laughlin (Jonathan Bailey, il Conte di Bridgerton), un giovane ancora pieno di ideali, tanto politici quanto sentimentali, che non pensa che provare qualcosa sia una debolezza e ha un forte credo religioso, con il quale combatte giornalmente per la contraddizione di fondo con la propria sessualità.

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Compagni di viaggio: una scena

I due si incontrano per caso e Hawkins non si fa problemi a fare la prima mossa, abituato ad avere il controllo su chiunque, e ad ottenere qualsiasi cosa, mentre Tim (o "Skippy" come lo chiama l'uomo) si lascia sottomettere dalla passione travolgente. La loro storia attraverserà quattro decenni della storia americana, dalla dichiarazione di guerra di Joseph McCarthy e Roy Cohn proprio ai cosiddetti "sovversivi e deviati sessuali", alle proteste per la Guerra in Vietnam, fino all'edonismo degli anni '70 e alla diffusione dell'AIDS degli anni '80. A travolgere entrambi però sarà anche ciò che provano l'uno per l'altro e che Fuller proverà in tutti i modi a negare.

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Compagni di malattia

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Compagni di viaggio: una scena

Gli autori e il regista dei primi due episodi, Daniel Minahan, giocano temporalmente con lo spettatore partendo da un flashforward in cui Fuller è sposato con figli, mentre Lughlin sta morendo per colpa di quella che veniva considerata una "malattia degli omosessuali". A quel punto si torna indietro nel tempo e flashback continui avanti e indietro ci faranno capire l'evoluzione della loro travagliata storia così come le altre della loro vita e quelle dei loro amici. Tra questi Marcus (Jelani Alladin) e Frankie (Noah J. Ricketts), due neri che ebbero il doppio dei problemi in quell'epoca di discriminazioni che fu uno dei periodi più bui della storia degli Stati Uniti del XX secolo. Una storia parallela che ha una sua dignità e valore narrativo. Scrittura e regia riescono a portare in scena il dolore di quegli anni senza risultare patetici e posticci tra trucco e costumi, mostrando come gli avvenimenti della storia americana siano indissolubilmente legati a quella tra i due protagonisti, che dimostrano chimica e grande affiatamento. Come se fossero persone realmente esistite in quegli anni, ci crediamo così come crediamo alla veridicità storica romanzata per l'occasione.

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Compagni d'amore

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Compagni di viaggio: una scena

La storia tra Hawkins e Tim è sempre stata in realtà un triangolo che ha visto coinvolta la futura moglie di Fuller, Lucy (una splendida Allison Williams), tanto dal punto di vista sentimentale quanto sessuale. Un'esplicitazione degli atti e degli amplessi che non ha paura di mostrare nulla perché ciò richiede l'argomento trattato. Williams non solo ha il compito di interpretare paradossalmente "l'altra donna" ma anche di non renderla respingente: in questo senso la talentuosa attrice è una conferma e riesce a donare una velata tristezza al personaggio così come un amore sincero ma anche pragmatico verso l'uomo della sua vita. Bomer, anche produttore, sembra quello più legnoso in termini di pathos recitativo, ma è grazie all'interazione con gli altri due interpreti principali che questo aspetto emerge in maniera meno sostanziale. Una riflessione puntuale e a volte anche pungente sul rapporto tra sentimenti e attrazione fisica e sul proprio rapporto non solo con il credo politico ma soprattutto con quello religioso, che creano la nostra identità insieme al resto.

Conclusioni

Abbiamo parlato della crisi dell'AIDS nella recensione di Compagni di viaggio, poiché suo argomento principale insieme ai grandi eventi storici che precedettero gli anni '80. La miniserie si concentra parallelamente sulla storia d'amore tra i due protagonisti maschili, ben interpretati da Matt Bomer, anche produttore, e Jonathan Bailey, affiancati da una Allison Williams perfetta nell’essere la moglie fedele che finisce per essere il terzo incomodo per tutta una vita. Una storia di rimpianti, di fedeltà e di fiducia.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Allison Williams è il valore aggiunto.
  • La storia raccontata non in modo didascalico ma mescolato alla finzione.
  • Il credo religioso e politico come temi.
  • Matt Bomer e Jonathan Bailey sono convincenti…

Cosa non va

  • …anche se il primo pecca di "legnosità".
  • Si aggiunge ai tanti prodotti sull'argomento con un'impostazione molto classica.