Non possiamo che cominciare questa recensione di Come vendere droga online (in fretta) con un'informazione che potrebbe sbalordirvi: la serie tedesca, creata per Netflix da Philipp Käßbohrer e Matthias Murmann, è ispirata ad una (incredibile) storia vera. La vicenda a cui si rifà apertamente Come vendere droga online (in fretta) è infatti quella di un teenager tedesco che, dalla comodità di camera sua e del suo portatile, gestiva un impero della vendita di droghe online, l'Amazon delle sostanze illegali in poche parole.
Gli autori della serie, che hanno fatto della storia di questo intraprendente imprenditore un prodotto televisivo incentrato sul potere dell'amicizia e sulle difficoltà del passaggio all'età adulta, hanno scelto come pubblico di riferimento proprio gli adolescenti: il loro mondo, in sei velocissimi episodi da 30 minuti, viene messo in primo piano e rappresentato in molte delle sue sfaccettature, in uno show che esce dai confini tedeschi e risulta adatto ai giovani spettatori di tutto il mondo (ma anche chi quella fascia d'età l'ha superata da un pezzo lo troverà certamente interessante).
Come diventare ricchi e (al tempo stesso) riconquistare l'amata
La trama di Come vendere droga online (in fretta) si apre con un momento molto difficile nella vita del suo protagonista, il timido Moritz (Maximillian Mundt): la sua ragazza, Lisa (Anna Lena Klenke), dopo un anno negli Usa torna finalmente in Germania ma, appena rimette piede sul suolo natio, decide di lasciarlo, convinta di essere cambiata e decisa a trovare se stessa facendo nuove esperienze (tra cui l'assunzione di droghe). Moritz, con l'aiuto del migliore amico disabile Lenny (Danilo Kamperidis), decide di riconquistarla comprando una grande quantità di ecstasy da un piccolo (ma piuttosto feroce e brutale) spacciatore locale per compiacerla. Chiaramente le cose non vanno come previsto e i due, da nerd portati per l'informatica quali sono, si ritrovano ad aprire un sito per la vendita di droga online, prima per smerciare tutte le pillole comprate poi per guadagnare il più possibile e garantirsi un futuro lontani dal piccolo paesino in cui sono cresciuti.
La serie, estremamente fresca ma a tratti anche delicata ed introspettiva, sfrutta un montaggio veloce e scelte di regia originali e quasi sperimentali - tra cui un Moritz del futuro che fa capolino tra una scena e l'altra per raccontare come ha deciso di vendere a Netflix la sua storia - per raccontare al meglio le (dis)avventure dei suoi protagonisti. Nell'adattare la storia e nel creare i personaggi è però evidente che Käßbohrer e Murmann si siano in qualche modo rifatti ad altri prodotti destinati ad una fascia d'età simile: un confronto immediato è quello con Sex Education, serie tv britannica sempre per Netflix, in cui ritroviamo in toto il rapporto tra Moritz e Lenny (e la sua evoluzione) in quello tra il protagonista Otis ed il suo migliore amico Eric. Lo svolgimento della storia risulta quindi, fatte alcune eccezioni, piuttosto prevedibile ma non per questo meno divertente e piacevole da seguire.
Una serie costruita attorno ai suoi protagonisti
Come spesso accade in serie di questo tipo, in cui il protagonista è il nerd timido e sfortunato in amore di turno, sono i comprimari a risultare più interessanti. Seppur Maximillian Mundt sia bravissimo nel rappresentare i turbamenti del suo Moritz, che superato lo smarrimento iniziale abbraccia velocemente il nuovo ruolo di businessman della droga (paragonandosi a selfmade men del calibro di Mark Zuckerberg e Steve Jobs), è forse Lenny a guadagnarsi più di tutti la nostra simpatia. L'amico disabile, affetto da quella che ci viene fatto capire essere una malattia degenerativa incurabile, è la voce della coscienza, spesso cinica e disincantata, del protagonista che, con le sue scelte, si mette spesso in situazioni pericolose da cui non sa poi come uscire.
Purtroppo, forse perché gli episodi sono solo sei e di breve durata, si ha poco tempo per approfondire tutti gli altri personaggi secondari, un esempio fra tutti Lisa e l'amica Gerta (segretamente innamorata di Moritz), che risultano solo abbozzati e di cui alla fine sappiamo veramente poco. Se poi vogliamo rifarci nuovamente a Sex Education, un'altra pecca di Come vendere droga online (in fretta) è la poca attenzione data agli adulti, che nella serie britannica erano costruiti con grande attenzione (in primis la Jean Milburn di Gillian Anderson) e che qui restano sempre e solo sullo sfondo.
Le difficoltà dell'adolescenza
Tra i pregi indiscutibili di questo Come vendere droga online (in fretta) - in originale How to Sell Drugs Online (Fast) - è la scelta di rappresentare, utilizzando la storia di Mortiz, le difficoltà dell'adolescenza: il commercio di droga online non è altro che una scusa per parlare di quanto sia difficile crescere e trovare se stessi, di come il rapporto con i genitori possa influenzare profondamente la vita e di come anche da giovanissimi a volte si debbano affrontare ingiustizie come l'abbandono e la malattia.
La serie non riesce sempre a mantenere il giusto ritmo, passa infatti da momenti estremamente divertenti ad altri un po' meno riusciti: il passaggio tra i momenti di stasi, più introspettivi ed incentrati sull'emotività dei protagonisti, e quelli più sincopati e veloci legati ai vari step della vendita degli stupefacenti, è spesso così brusco da spiazzare lo spettatore. Sei episodi di mezz'ora, come accennavamo, sembrano troppo pochi per riuscire a comprimere tutta la vicenda, il finale soprattutto, pur restando apertissimo per una seconda stagione, risulta un po' troppo affrettato.
Conclusioni
Concludendo questa recensione di Come vendere droga online (in fretta) non possiamo far altro che sottolineare come questa serie Netflix, seppur con qualche difetto di ritmo e nella costruzione dei personaggi, sia un ottimo prodotto per il pubblico a cui si rivolge, i giovani adulti. Rappresentando le difficoltà di crescere e di trovare se stessi in modo divertente ed originale, la serie può risultare molto interessante sia per chi quei problemi li sta vivendo in prima persona sia per chi li ha già superati e rivive il passato con nostalgia.
Perché ci piace
- Che la serie utilizzi la (particolarissima) storia di Moritz per parlare di amicizia e di come si diviene adulti.
- Il montaggio veloce e scelte di regia originali e quasi sperimentali.
- Mortiz e l’amico Lenny, entrambi ben costruiti ed interessanti.
Cosa non va
- I comprimari (soprattutto i personaggi adulti) non vengono approfonditi a dovere.
- Non sempre la serie riesce a mantenere il giusto ritmo.