L'amore è una cosa complicata, tanto da far male. Sì, apriamo l'articolo con una banalità, ma in un certo qual modo risulta inerente e continua allo schema messo in campo da Jonathan Eusebio nel suo Colpi d'amore (Love Hurts, in originale). Fin dal titolo, infatti, l'idea di amore viene agganciata al concetto di cinema action, per una parossistica ma già vista struttura. Giocare con i generi, portare a favore di camera un attore di elevata caratura, rifarsi ad un linguaggio cinematografico tipico degli anni Novanta (tutto torna, del resto), senza però avere la lucidità giusta nell'affrontare al meglio il colpo (appunto) decisivo.

Tra l'altro, anche se non esplicativo e comunque contestualizzante, l'opera arriva in Italia dopo il sonoro flop worldwide: costato diciotto milioni di dollari, Colpi d'amore ne ha incassati appena 17. Ripetiamo: un dato relativo (molti grandi film hanno floppato in America) ma abbastanza indicativo rispetto ad un'uscita, diremmo, sfortunata.
Colpi d'amore: il fattore Ke Huy Quan
Al centro della narrazione di Colpi d'amore troviamo Marvin Gable (interpretato da Ke Huy Quan), un uomo apparentemente ordinario che conduce una vita di successo come agente immobiliare. Al suo fianco lavora Ashley (Lio Tipton), la sua assistente, che oscilla sul precipizio della depressione. Tuttavia, dietro questa facciata di normalità, si cela un passato tumultuoso e violento. Marvin un tempo apparteneva a una spietata organizzazione criminale guidata dal suo stesso fratello, Alvin (Daniel Wu).
Marvin era infatti un assassino senza scrupoli, abbandonando la sua vita precedente dopo un evento cruciale: risparmiò la vita di un'avvocatessa di nome Rose (Ariana DeBose), di cui si era perdutamente innamorato. Quando Rose inaspettatamente ricompare nella sua vita, il pericoloso Alvin, accecato dalla rabbia e dal desiderio di vendetta, invia una schiera di killer per stanare il fratello traditore. Marvin si trova così costretto a riabbracciare il suo passato oscuro, a tornare a "spezzare le ossa" pur di difendere se stesso e, ancora una volta, la donna che ama.
Un film che non lascia il segno

Inutile dirlo, ma la cosa migliore di Colpi d'amore è il cast: Ke Huy Quan è al suo primo vero ruolo da protagonista (incredibile ma vero), ce la mette tutta, ha il psych du role perfetto per il tono. Dall'altra parte, c'è Ariana DeBose, efficiente e catalizzatrice in un finale in cui, va da sé, prende la scena. Il resto del film, purtroppo, appare più fragile e discontinuo, quasi concepito per essere fruito e rapidamente dimenticato. Paradossalmente, questa sensazione di inconsistenza si manifesta non solo a livello generale, ma anche all'interno delle singole scene, che spesso faticano a lasciare il segno.
Il mix a cui punta il regista - all'esordio, dopo aver lavorato come stuntwork e regista di seconda unità in diverse produzioni hollywoodiane - è chiaro, ma forse poco ispirato se pensiamo a quanto sia sbilenca l'andatura, se divincolata dalle scene action che, visto il background del regista, sono ovviamente centrali. Infatti, non bastano le intenzioni, né l'umorismo spesso forzato, o una ridondante azione.
Pur essendo un prodotto dichiaratamente votato all'intrattenimento, come è giusto e sacrosanto che sia, Colpi d'amore sembra esaurire rapidamente la propria carica propulsiva. Forse, ironicamente, il suo destino potrebbe essere più fortunato nel panorama dello streaming, ritrovando un pubblico affine a quel genere di direct-to-video che un tempo noleggiavamo entusiasti il venerdì sera al Blockbuster sotto casa.
Conclusioni
Colpi d'amore tenta di fondere azione e romanticismo con uno stile che richiama gli anni Novanta. Nonostante il fattore Ke Huy Quan, non c'è mai un momento capace di lasciare un'impronta significativa. Le buone intenzioni e gli spunti, mixati ad un linguaggio pop votato all'intrattenimento, insieme alle sequenze d'azione, non compensano una narrazione ben poco coinvolgente. Un peccato.
Perché ci piace
- Il tono pop potrebbe funzionare.
- Ke Huy Quan, al primo film da protagonista!
Cosa non va
- Non c'è un momento capace di essere significativo.
- Intrattenimento sì, ma a volte poco centrato.
- Ariana DeBose forse sotto-utilizzata.