Dopo legal-series, intrighi politici e polizieschi d'altri tempi, ecco che al Roma Fiction Fest sbarcano i casi di Cold Case - Delitti irrisolti, la fortunata serie tv della CBS trasmessa su Raidue. La terza serie è terminata nel maggio scorso, e noi, in assoluta anteprima per l'Italia, vi raccontiamo i primi due episodi della nuova stagione, la IV, proiettati sul grande schermo del RFF.
Dal titolo si capisce subito qual è l'idea centrale della serie: un'apposita squadra della polizia di Philadelphia si occuperà di riaprire tutti i 'casi congelati', i files di omicidi irrisolti che la polizia ha archiviato in maniera un po' troppo superficiale. A capo del team il detective Lilly Rush (l'affascinante Kathryn Morris), della squadra omicidi, una donna acuta e dal passato burrascoso che usa la sua lunga esperienza per interrogare i testimoni di quei crimini le cui vite e circostanze sono completamente cambiate. Le conseguenze delle sue indagini rischiano di riaprire vecchie ferite o di portare il sospettato a commettere nuovi crimini, ma, malgrado tutto, Rush fa del suo meglio per assicurarsi che nessuna vittima venga mai dimenticata. Gli argomenti sono piuttosto importanti e a volte di grande attualità, in particolar modo nei due episodi al RomaFictionFest, che ci hanno permesso di affrontare temi delicati come la pedofilia e di riaprire vecchie ferite come quelle della strage della Columbine High School.
Si intitola Rampage ("furia") la puntata che apre la nuova serie di Cold Case. Siamo nel 1995. Due adolescenti si sono suicidati all'interno di un centro commerciale affollatissimo dopo aver compiuto una strage. Il caso viene ovviamente riaperto quando alcuni operai rinvengono nei condotti di areazione una telecamera che ha registrato in primissimo piano i due mentre sparano all'impazzata: è la prova schiacciante dell'esistenza di un terzo colpevole, un'ipotesi mai vagliata dagli investigatori. Qualcuno potrebbe infatti aver lasciato la scena del crimine confondendosi tra i sopravissuti. Rush e la sua squadra dovranno ricostruire le vite degli adolescenti scampati alla tragedia e capire cosa ci sia veramente dietro il folle gesto dei due ragazzi. La colonna sonora che chiude l'episodio è la splendida What If God Was One Of Us di Joan Osborne, primo singolo dell'album Relish del 1995. Dirige la prima puntata della nuova stagione Mark Pellington, il regista di Arlington Road e di alcuni famosi videoclip degli U2.
Nella seconda puntata, intitolata The War at Home, si riapre invece un caso militare, quello riguardante la scomparsa di Dana Tucker, una soldatessa reduce dall'Iraq. Quando la protesi al titanio del suo braccio viene ritrovata in un fiume, si torna ad indagare sulla sua morte. Tornata da eroe a casa dopo 93 giorni di battaglia, Dana non era più la stessa persona. A cambiare le carte in tavola l'entrata in scena della vedova di un soldato, suo collega, che è la sospettata numero uno nella sua scomparsa. Nel frattempo Scotty, uno degli assistenti
del detective Rush, fa visita a suo fratello Mike per parlargli di un'indagine in corso sulle molestie sessuali subite alcuni anni prima da alcuni bambini. A dirigere l'episodio Alex Zakrzewski, regista di numerose puntate di Law and Order. La colonna sonora che chiude l'episodio è Little by Little degli Oasis, estratto dall'album Heathen Chemistry pubblicato nel 2002.
Cold Case - Delitti irrisolti è un'eccellente e sofisticata serie-tv che avrebbe senz'altro meritato una collocazione migliore del sabato sera di Raidue. Un prodotto intelligente e intricato, dedicato ai cultori del genere e meno allo spettatore medio. Riesce non solo a tenere incollati allo schermo ma non dimentica assolutamente il contesto sociale e temporale in cui gli avvenimenti sono collocati. Nei circa 50 minuti di ogni episodio vengono concentrate le indagini, gli interrogatori, l'esame delle prove nonché numerosi flashback sull'epoca del delitto. Come capirete, l'azione e la suspense costituiscono l'aspetto preponderante di questo serial, ma gli sceneggiatori hanno riservato un importante spazio anche alle vicende personali dei protagonisti. Ognuno dei detective, in particolar modo Rush, viene coinvolto direttamente nella storia e questo fa si che emergano pian piano le ben definite personalità dei singoli personaggi. Il susseguirsi tra passato e presente poi consente una libertà non indifferente ai vari registi, un asso nella manica che, come in Lost, movimenta notevolmente la narrazione.