È il lontano 2006. Sono passati pochi mesi da un feroce attentato nel cuore e nelle viscere di Londra. Tre treni della metropolitana e un autobus fatti esplodere da quattro kamikaze islamici. Al-Qaeda rivendica l'attentato, mentre la capitale inglese conta 56 morti e 700 feriti. È il lontano 2006 quando Peter O'Brien, fino ad allora sceneggiatore di videogame come Halo: Reach, mette nero su bianco la storia di un film dove Londra è di nuovo minacciata dallo spauracchio del terrorismo. Ecco perché è difficile pensare che Codice Unlocked - Londra sotto attacco sia slegato da quella pagina nera della storia contemporanea, estraneo ai quei fatti poi traslati sul grande schermo solo oggi.
Dopo una lunga gestazione che lo ha visto finire nella blacklist degli script senza produzione e una distribuzione problematica che lo fa uscire in sala solo oggi nonostante sia stato girato nel 2014, Codice Unlocked arriva finalmente nei cinema senza però scrollarsi di dosso i segni del tempo. Una scollatura tra il mondo raccontato e il mondo in cui è immerso adesso che trasforma il film di Michael Apted in una spy story fuori tempo massimo. Non un film per niente riuscito, ma troppo canonico e pigro nell'adagiarsi su canoni ormai sorpassati sia dal cinema che dalla televisione. Sopra ognuno dei 98 minuti che compongono Codice Unlocked c'è uno strato di polvere impossibile da togliere anche per un cast dall'alto potenziale, qui incapace di elevare il film perché troppo ingabbiati nei soliti stereotipi. Sono questi i segni del tempo, di un film uscito nel 2017 e pensato in quel lontano, ferito 2006.
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Pedine e burattini
L'allarmante storia di O'Brien nasce da un trauma e nel trama affonda la sua protagonista, focalizzandosi da subito sul volto teso e mai dedito al sorriso di Alice Racine (Noomi Rapace), agente della CIA esperta di interrogatori che, dopo una missione dolorosamente fallita pochi anni prima, lavora sotto le finte vesti di assistente sociale per vigilare sul tessuto sociale londinese. Un tessuto eterogeneo, complesso, affollato, per sua natura incontrollabile. Una minaccia serpeggia tra le vie di Londra e stanare il nemico sarà ardua impresa perché non è facile capire dove cercarlo. Se al James Bond diretto da Apted (007 - Il mondo non basta) il mondo non bastava, alla sua Racine non basta la scrivania e questo castrante ritiro da un mondo d'azione, da un lavoro sul campo che non la mette solo davanti a pistole ed inseguimenti, ma soprattutto a giochi psicologici dove la fiducia e la lealtà sono alleati rari. Sostenuto da una regia dove il mestiere traghetta ogni personaggio verso un thriller d'azione molto classico, Codice Unlocked è popolato da pedine inconsapevoli e spietati burattinai. Se Rapace è l'unica a fornire un po' di spessore umano, di vissuto e di motivazioni al suo personaggio, Orlando Bloom gigioneggia tutto il tempo nei panni di un'ambigua testa calda, Toni Collette è assolutamente incolore, mentre Michael Douglas e John Malkovich non si discostano troppo da se stessi.
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Oltre le 24 ore
Citando più o meno consapevolmente diabolici piani mondiali già affrontati da Captain America nel Marvel Cinematic Universe, Codice Unlocked è debitore non solo nei confronti di tantissimi film di genere che lo hanno preceduto (alcuni persino con titolo originale e ambientazione quasi identica, vedi Attacco al Potere 2), ma soprattutto della serietà televisiva. Tra bombe, doppiogiochisti e inseguimenti urbani, Apted ci fa tornare in mente il Jack Bauer di 24 smarrendo per strada sia la tensione che il pathos delle gesta americane, e usando di continuo l'espediente del colpo di scena. Nel film ci sono almeno tre o quattro plot twist che assomigliano davvero al vertiginoso finale di una serie tv. Quasi rari sussulti, però, non permettono a Codice Unlocked di uscire dal calderone del già visto. Colpa di una sceneggiatura in cui le cose che accadono sono più importante di chi le vive, dei rapporti sfilacciati tra i protagonisti e soprattutto di un eccessivo didascalismo che sottolinea allo spettatore troppi aspetti, come se fossimo dentro un telefilm degli anni Ottanta. Ecco, il più grande nemico di questo film è il tempo. Quello che manca prima che le bombe esplodano. E soprattutto quello che è passato prima che questo film vedesse la luce.
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Movieplayer.it
2.5/5