Claudio Simonetti: "Io, Dario, i Goblin e Profondo rosso a lume di candela"

Il compositore ha condiviso con noi ricordi, riflessioni sul rapporto tra horror e musica e qualche gustoso aneddoto sulla genesi dell'horror italiano più celebre di tutti i tempi a quarant'anni dall'uscita.

Giuliana Calandra in una scena di Profondo rosso
Giuliana Calandra in una scena di Profondo rosso

Alzi la mano chi ancora oggi non ha i brividi quando sente le note sintetiche della colonna sonora di Profondo Rosso. La musica di Claudio Simonetti e dei suoi Goblin che accompagna le raccapriccianti immagini del capolavoro di Dario Argento è ancora oggi uno degli esempi più felici del connubio tra cinema e musica. E proprio Simonetti è approdato a Livorno per inaugurare la quarta edizione del FiPiLi Horror Festival e festeggiare il quarantennale di Profondo rosso ricordando la concatenazione fortuita di eventi che ha portato la sua band a entrare in contatto con Dario Argento.

"Nel 1973 Dario Argento ha girato Le cinque giornate, il suo unico film che non appartiene al genere thriller, e a firmare la colonna sonora è stato Giorgio Gaslini. Per Profondo rosso, Dario si è rivolto di nuovo a Gaslini che ha iniziato a lavorare al film componendo il canto della bambina. Dario, però, non era soddisfatto, voleva una musica più rock, voleva contattare i Pink Floyd, i Deep Purple o Emerson Lake and Palmer. All'epoca noi eravamo una band giovanissima, non ci chiamavamo ancora Goblin, bensì Oliver. Dopo essere stati un anno in Inghilterra, fortuna volle che firmassimo un contratto discografico con Carlo Bixio ed è stato lui a far sentire le nostre musiche a Dario Argento. Dario ci ha ascoltati, gli siamo piaciuti e ci ha fatto registrare le musiche di Giorgio Gaslini nella nostra versione. In seguito Gaslini ha litigato con Dario Argento e se n'è andato. Non abbiamo mai saputo i veri motivi, ma mancavano ancora i temi principali così Dario ha affidato a noi il compito di comporli. Li abbiamo registrati nella nostra cantina in una notte buia e tempestosa, come direbbe Snoopy, e così è nata la musica di Profondo rosso".

Un serial killer da hit parade

Claudio Simonetti, ospite del FIPILI Horror Festival di Livorno, introduce Profondo rosso
Claudio Simonetti, ospite del FIPILI Horror Festival di Livorno, introduce Profondo rosso

Ancora oggi, a quarant'anni di distanza, Claudio Simonetti appare sinceramente legato al film che ha determinato il suo successo cambiando per sempre il corso della sua esistenza. "Profondo rosso mi ha aperto le porte del cinema. Mi ha permesso di tirar fuori un lato inedito di me. E poi il film ha avuto un successo senza precedenti che ancora oggi mi lascia senza fiato. Lo metterei nella classifica dei dieci film horror più belli di tutti i tempi insieme a Shining e L'esorcista Anzi, per me sta nei primi cinque. Argento ha rivoluzionato il giallo introducendo la figura del serial killer. In realtà Profondo rosso è un film con poca musica. Contiene le parti orchestrali di Gaslini, ma nella parte centrale vi sono ben 32 minuti senza musica. L'abilità di Dario è stata quella di inserirla nei momenti chiave del film. Quando arriva è dirompente, anche perché abbiamo fatto un missaggio fortissimo, che scuote lo spettatore". Le conseguenze di questa collaborazione non si sono fatte attendere e sono state sorprendenti. "La visione de L'uccello dalle piume di cristallo mi ha terrorizzato. Se qualcuno mi avesse detto 'Lavorerai con questo regista' non gli avrei creduto e invece quattro anni dopo è andata proprio così. All'epoca non potevamo prevedere cosa sarebbe accaduto all'uscita del film. Finita la colonna sonora, che per noi era una parentesi, siamo tornati a lavorare al nostro album, Ma poi Profondo rosso ha venduto 4 milioni di dischi e noi abbiamo centrato un record mai superato, posizionandoci primi in classifica per 15 settimane. Prima di noi solo Claudio Baglioni, con Questo piccolo grande amore, era stato in testa per 13 settimane".

Musica per corpi insanguinati

Claudio Simonetti saluta il pubblico del FIPILI Horror Festival di Livorno
Claudio Simonetti saluta il pubblico del FIPILI Horror Festival di Livorno

Quello inaugurato nel 1975 è un connubio creativo che dura ancora oggi, paragonabile al rapporto tra Hitchcock e Bernard Herrmann o a quello tra Fellini e Nino Rota. Simonetti riconosce che, nel corso degli anni, lo stile di Dario Argento è mutato e anche lui, in parallelo, ha sperimentato generi diversi, ma il legame con il regista non si è mai affievolito. "Io e Dario siamo legati da un'amicizia vera" ci confessa il compositore. "Dario è schivo, chiuso, malinconico, ma al tempo stesso può essere un trascinatore. Uscire a cena con lui è divertentissimo. Insieme abbiamo fatto 11 film, più 3 che ha prodotto. Ho collaborato con lui come Goblin. Poi nel 1978 il gruppo si è sciolto e ho proseguito come solista. Sono passato dal rock elettronico di Profondo rosso alla dance di Tenebre, dove usavo il vocoder per il cantato. Nel tema principale di Phenomena ho usato la voce lirica, cosa che a Dario è piaciuta molto. Nell'85, all'apice della musica elettronica, ho musicato anche Demoni di Lamberto Bava. Nel 2000 Dario mi ha proposto di comporre le musiche di Non ho sonno e ho provato a rimettere insieme i Goblin. Credo che ne sia venuta fuori una buona colonna sonora, ma l'esperienza umana è stata disastrosa perché in vent'anni di separazione aveva fatto esperienze diverse e non eravamo più uniti come all'epoca di Profondo rosso. Nella colonna sonora ci siamo addirittura divisi, lavoravamo separati e poi riunivamo le singole parti. Negli ultimi lavori, La terza madre e soprattutto Dracula 3D, è stata un'apoteosi di orchestra sinfonica e cori. Sentivo il bisogno di recuperare le mie radici classiche e allo stesso tempo ho cercato di ricreare con sonorità moderne le colonne sonore della Hammer. Il film non è andato bene, ma io credo di aver composto una delle colonne sonore più mature".

I Goblin tra passato e futuro

Ormai veterano della musica da film, con più di sessanta score, tra cui quella di Zombi di Romero, Claudio Simonetti riconosce l'importanza assoluta del contributo che le sue colonne sonore hanno fornito alle tante pellicole a cui ha lavorato. "Un film senza colonna sonora non ha lo stesso effetto. Mentre lavoro, mi arriva il film nudo e crudo ed è tutta un'altra cosa. Immaginatevi Guerre stellari senza le musiche di John Williams. L'accompagnamento musicale è talmente importante che all'epoca del muto c'erano sempre un pianista o un'orchestrina che accompagnava le immagini. E tra i generi, l'horror è quello che più necessita di un impatto sonoro forte. La colonna sonora può aiutare un film, ma può anche distruggerlo. Spesso mi capita di incontrare ragazzini di diciotto anni che non hanno mai visto Profondo rosso, ma hanno la colonna sonora come suoneria del telefono. Ancora non mi spiego come sia possibile, ma anche il film continua ad avere successo in tutto il mondo. Eppure rispetto a ciò vediamo oggi in tv, Profondo rosso sembra un film comico. All'epoca in cui uscì, in tv la domenica c'era Pippo Baudo. Oggi siamo bombardati da immagini violentissime di ogni genere. Il vero horror è la realtà che supera la fantasia". Oggi i Goblin suonano nuovamente dal vivo in una lunga serie di date che li porta a suonare in giro per il mondo, ma anche sul piano compositivo Simonetti sembra instancabile. "Ho due colonne sonore in uscita: The Dark Side, un film francese sulla stregoneria, e Prigioniero della mia libertà, film drammatico con Giancarlo Giannini, Martina Stella e Lina Sastri. In più a breve mi occuperò del nuovo lavoro di Dario Argento, The Sandman, con Iggy Pop. Il mio sogno sarebbe quello di fare un pezzo insieme a Iggy Pop". Prima di salutarci, il musicista ricorda un divertente aneddoto legato alla lavorazione di Profondo rosso. "All'epoca delle riprese Dario e Daria Nicolodi avevano appena traslocato e nella nuova casa non c'era ancora la corrente elettrica. Ci trovavamo da loro la sera ad ascoltare musica con il mangianastri a batterie. Pensate. Notte, Dario Argento, i Goblin e le musiche del film a lume di candela". Al pensiero, a noi qualche brivido di paura è venuto.

Il terrificante pupazzo di Profondo rosso
Il terrificante pupazzo di Profondo rosso