Claudio Amendola è tornato di recente a fare notizia a livello professionale per il ritorno in tv dei Cesaroni, la fiction di Canale5 adattamento della serie di successo spagnola Los Serrano che lo ha reso ancora più popolare di quanto già non fosse. La conferma proprio durante il BCT - Festival Nazionale del Cinema e della Televisione a Benevento, dove lo abbiamo incontrato per parlare dei suoi prossimi progetti, non solo dei Cesaroni. Di personaggi iconici ne ha interpretati tanti tra grande e piccolo schermo, eppure lui sarebbe tornato su un altro, Davide, che va a braccetto con i suoi esordi.
"È difficile perché molti dei miei personaggi sono morti" scherza l'attore figlio d'arte "anche se al cinema e in tv non è mai detta l'ultima parola (ride). Non vedo altri titoli che potrebbero ritornare se non quello di cui si parla insistentemente e che inizieremo a girare a novembre".
Da attore a regista
Ad Amendola piacerebbe molto rifare Storia d'amore e d'amicizia, ma da regista, dopo aver già diretto ed interpretato in tv Nero a metà e Il patriarca. Si tratta di uno sceneggiato televisivo, tratto dal libro La ballata di un campione di Guglielmo Spoletini, anche sceneggiatore insieme ad Ennio De Concini, e diretto da Franco Rossi, trasmesso da Rai1 nel 1982. Nel cast anche il padre Ferruccio Amendola e la madre Rita Savagnone, come narratrice nel ruolo della figlia del protagonista - che ne I Cesaroni interpreta invece la suocera, madre del personaggio di Elena Sofia Ricci. Si tratterebbe di un cerchio che si chiude idealmente dato che passerebbe dall'altra parte della barricata e dato che aveva segnato il suo debutto nell'audiovisivo: "Mi piacerebbe molto in generale continuare il percorso dietro la macchina da presa. Però uno storico adesso costerebbe un sacco di soldi, necessiterebbe di una grande produzione. Per I Cassamortari (suo terzo film da regista, ndr) vediamo come va il secondo capitolo Ari Cassamortari, dal 23 settembre su Prime Video, ma c'è un'idea di continuare e arrivare ad una trilogia: si conclude con 'Fine, per ora' non a caso. La porta è aperta".
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Gli inizi della carriera
A proposito di esordi, Claudio Amendola ricorda bene il momento in cui ha capito che probabilmente avrebbe fatto il mestiere di attore: "Fu quando mi vidi in Mery per sempre di Marco Risi (1989), non poteva essere che continuassero a chiamarmi per sbaglio (ride). Ho creduto di poterlo fare bene e anche di cambiare un po' atteggiamento verso la professione, non di metterci più serietà perché quello l'ho ereditato da papà però di vederla non più come qualcosa che sarebbe potuta finire domani ma come qualcosa che andava coltivata in un altro modo. Già Soldati - 365 all'alba (sempre Risi, 1987, ndr) mi aveva fatto capire che qualcosa stava cambiando, poi ho avuto la fortuna e il privilegio immani di aver avuto tanti registi e sceneggiatori che erano dell'altra epoca del grande cinema italiano".
C'è anche la passione per la cucina (che abbiamo visto anche ne I Cesaroni) che l'ha portato ad aprire un ristorante a novembre 2022 ovviamente a Roma con piatti tipici, Frezza, Cucina de Coccio. "Nonostante io sia uno che lavora parecchio, i mesi liberi il nostro lavoro ce li da sempre, quindi ho la possibilità di essere presente al locale. Mi piace soprattutto la sorpresa delle persone che vengono a vedermi per verificare che sia davvero io in carne ed ossa (ride)".
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Che spettatore è Claudio Amendola?
Non solo attore e regista, produttore e ristoratore. Come tutti anche l'interprete romano è anche spettatore, ma ammette: "Sono purtroppo imborghesito dall'aver fatto questo mestiere per così tanto tempo (ride), faccio un po' fatica ad appassionarmi. Sono sempre in ritardo, non vedo mai qualcosa nel periodo in cui esce e ne parlano tutti, quindi sento tutto l'eco di quelle settimane e quando arrivo a decidere di vederlo, mi sono già rotto le scatole (ride). Però è vero che essendo pigro e andando poco ultimamente al cinema, mi piace recuperare i film in streaming. Ho superato il senso di colpa di non aver pagato il biglietto. L'ultimo che mi ha colpito è stato Mia di Ivano De Matteo".