Non sono certo andati per il sottile in casa Medusa, quando hanno deciso di distribuire in oltre mille e duecento copie il nuovo di film di Luca Medici, alias Checco Zalone, Sole a catinelle, in uscita il prossimo giovedì, 31 ottobre; segno che nell'ultima fatica del popolarissimo comico pugliese, ancora prodotto dalla Taodue di Pietro Valsecchi, ci credono senza riserve. Il film, che conferma la collaborazione con Gennaro Nunziante alla regia, racconta la storia di un venditore di aspirapolvere ormai sul lastrico, costretto a portare il figlio in vacanza per mantenere fede ad una promessa fatta al bambino, scolaro diligentissimo; il budget risicato impone un itinerario piuttosto particolare, il Molise, dove Checco si dirige con la speranza di vendere qualche pezzo 'pregiato' della collezione ai suoi parenti. Finisce invece a casa di Zoe, una ricca donna che si offre di ospitarli per ringraziare l'uomo di aver finalmente infranto il mutismo selettivo del figlio. Tra feste private, yacht e cene luculliane, Checco assapora il gusto dell'agiatezza più sfrenata per poi rendersi conto di avere tra le mani qualcosa che nessuna ricchezza al mondo potrà mai acquistare, l'affetto del figlio. Lo abbiamo incontrato questa mattina a Roma, affiancato dalle co-protagoniste Aurore Erguy e Miriam Dalmazio e dal regista e sceneggiatore Gennaro Nunziante.
Luca, chi è il Checco protagonista del tuo film? Checco Zalone (nome d'arte di Luca Medici): Per prima cosa dico che è un papà, anche io lo sono e questo elemento della vita privata mi ha certamente spronato, anzi, non vedo l'ora che finisca il tour promozionale perché non vedo la mia bambina da tanti mesi; poi Checco è il prodotto di vent'anni di berlusconismo; è uno che c'ha creduto, insomma. Non volevamo condannarlo, però, il nostro film non ha alcun intento ideologico se non quello di fare soldi. In fondo ce lo ha insegnato lui....
A proposito di soldi e degli incassi stellari del tuo film precedente, Che bella giornata, ti aspettavi tutto questo successo?
Beh, lo sognavo, lo desideravo e per adesso c'è. Ma cosa vuol dire successo? Ti può voltare le spalle nel giro di un secondo; io avrei voluto fare il musicista, anzi mi considero un musico che è ancora riuscito a trovare una sua personalità. La carriera di comico è partita per caso.
Gennaro Nunziante: Noi il trash non lo abbiamo mai fatto e non siamo mai stati cinici. Il cinismo non è una qualità, per anni abbiamo pensato che la commedia cinica risolvesse i problemi, ma non è così. Quanto alla volgarità, per noi è volgare tutto quello che è goffo, scontato, fare una commedia all'italiana un po' vecchia, con lui, lei, l'amante, il cugino, il nipote, e via di seguito. E' un mondo logoro che noi teniamo distante.
Il film tocca anche il tema della crisi, vista dagli occhi di un uomo che proprio non se ne accorge e vive costantemente al di sopra delle sue possibilità. E' difficile far ridere parlando della crisi? Luca Medici: E' difficile sì, per questo ci siamo andati leggeri; il film non è un'analisi fenomenologica della nostra situazione economica, però. Ci piaceva l'idea di rendere protagonista un uomo completamente refrattario a tutto. Ora vediamo cosa dice la gente, noi dal canto nostro ci proponiamo di cercare la risata.
Se ti dicessero di provare a fare un film all'estero, come reagiresti?Direi di no, non penso di essere pronto. E' il sogno di tutti portare fuori dall'Italia un prodotto, ma il mio produttore mi dice sempre che non siamo capaci.
Ma qual è il segreto del successo della coppia Nunziante-Zalone?
Luca Medici: Non ce l'abbiamo, ci incontriamo, ci telefoniamo, si parte da una gag che è indicativa della storia, tipo quella del bambino che soffre di mutismo selettivo, e poi arriva la scrittura che è proprio la fase finale del nostro lavoro.
Gennaro Nunziante: E' la ricetta del successo della nostra grande commedia, attingere dalla realtà e poi rielaborarla alla propria maniera; una commedia muore quando racconti una vita che non c'è.
Nel film c'è una presa in giro del cinema d'autore e di alcuni temi che tocca come l'eutanasia, volevate prendere di mira qualcuno in particolare? Luca Medici: No, assolutamente, la nostra è stata una presa in giro bonaria. Soprattutto mi faceva ridere l'idea di uno che si voleva staccare la spina per il risparmio energetico.
Miriam e Aurore, voi interpretate rispettivamente la moglie di Checco e la sua nuova musa ispiratrice, com'è stato lavorare con lui?
Miriam Dalmazio: Sono stata fortunata a girare il mio primo film al cinema con mister grandi incassi; è stata molto dura in realtà, ma è stata anche un'esperienza molto formativa che mi ha fatto divertire; non mi hanno mai fatto sentire l'ansia e di questo li ringrazio.
Aurore Erguy: Anch'io mi sento fortunata, soprattutto voglio ringraziarli per la pazienza che hanno avuto, il mio italiano non è perfetto. Loro hanno un talento incredibile e questo film gli somiglia; è pieno di gioia di vivere e possiede un'umanità di fondo molto bella.