Tre anni fa Suor Angela immaginava un futuro totalmente diverso: voleva diventare educatrice in un carcere minorile e sapeva che quello sarebbe stato il posto adatto a lei. La vita, invece, le ha riservato altri piani e ora si ritrova in un convento trasformato in convitto a tenere a bada le studentesse universitarie. La sua natura materna non cambia, ma la destinazione sì e in Che Dio ci aiuti 2, in onda per 8 prime serate su Rai Uno da giovedì 21 febbraio, ha modo di venire alla luce molto più nitidamente rispetto alla prima stagione.
Ancora una volta diretta da Francesco Vicario, sceneggiata da Elena Bucaccio e coprodotta da Rai Fiction e Lux Vide, la fiction ritorna nel convento degli Angeli Custodi di Modena gestito da Suor Costanza (Valeria Fabrizi) con l'aiuto di Suor Angela (Elena Sofia Ricci).
Dopo il matrimonio di Massimo Poggio (Marco) e Serena Rossi (Giulia), restano nella residenza Margherita (Miriam Dalmazio) e Azzurra (Francesca Chillemi), alle prese con i soliti battibecchi tra "sorelle" acquisite. La bionda si trova ad affrontare un anno in corsia per la specializzazione, mettendo momentaneamente da parte il sogno di diventare medico legale, mentre la brunetta salta da un lavoro all'altro. "Sono la regina del licenziamento", dice il personaggio interpretato dall'ex Miss Italia e sarebbe difficile darle tolto. Hostess di sala, promoter e persino ragazza-sandwich: non riesce a tenersi nessuna occupazione per più di qualche ora, con grande soddisfazione del padre notaio (Riccardo Polizzy Carbonelli), che continua a remarle contro. "Sei la stessa incapace di 6 mesi fa - le urla contro - solo senza la carta di credito".
Intanto nella residenza arrivano due nuove ragazze, entrambe occupate in un tirocinio legale nello stesso studio. Nina (Laura Glavan) ha perso il padre da piccola, vive in condizioni economiche precarie e cerca di prendersi cura della mamma, ma ha un carattere difficile e spigoloso che le rende complicati i rapporti con gli altri. Al contrario Chiara (Rosa Diletta Rossi) è la cocca del papà (il rettore dell'università) e ha sempre vissuto in un ambiente ovattato e protetto.
È in atto, quindi, una vera rivoluzione, che fa storcere il naso a Suor Costanza: "Sei la peggior suora che ho mai avuto - ammette con un sospiro a Suor Angela - ma ho imparato a conoscerti e a volerti bene e mi spezzerà il cuore a vederti andare via". Ovviamente questa ipotesi viene subito scartata perché la protagonista capisce quanto sia importante restare al fianco delle persone che contano su di lei.
Ormai "appartiene" alle sue ragazze e non può abbandonarle, né tantomeno affidare Davide ai servizi sociali e lasciare il convento nel bel mezzo di una crisi economica. Il cast allargato permette alla nuova stagione di Che Dio ci aiuti di cambiare prospettiva e di virare dal genere giallo al rosa, con un focus sui personaggi e sulle loro vicissitudini sentimentali ed emotive.
Il rapporto padre-figlio tra Guido e Davide, l'infanzia interrotta di Nina, le problematiche professionali di Margherita e l'interesse amoroso di Azzurra per il professore sono solo alcuni degli spunti narrativi da cui si parte per conoscere meglio i protagonisti a cui si aggiungono altre figure. Beatrice, la fidanzata "perfettina" di Guido è interpretata da Edelfa Chiara Msciotta, mentre Francesco Limbiati, il medico con cui lavora Margherita (da lei definito come un George Clooney all'italiana) ha il volto di Luca Capuano. Tra le new entry anche Ludovico Fremont, che con Elena Sofia Ricci ha lavorato sul set de I Cesaroni (Emilio), Alessandro Borghi (Riccardo) e Massimo Wertmuller (Giorgio).
Questi equilibri sperimentati in Che Dio ci aiuti 2 sembrano funzionare senza troppa nostalgia verso il passato, perché portano al cuore della storia mettendo alla prova la pazienza e la forza di volontà di Suor Angela, alle prese con situazioni sempre nuove.
La voce narrante del piccolo Davide che prova con tutte le forze ad essere buono per farsi volere bene dal "nuovo" papà, che considera a metà tra un principe e un eroe, riesce a commuovere senza risultare mai sopra le righe. La capacità di coinvolgimento delle storie, lontane da facili buonismi ma comunque intrise di buoni sentimenti, arriva dritta al pubblico senza deviare su falsi moralismi.
Eccezionale, come sempre, Elena Sofia Ricci che, con la sua suora tatuata dal passato criminale, riesce a tenere in piedi il racconto con dignità e decoro.