Per un paio d'ore una plumbea giornata milanese è stata meno grigia del solito, accecata da uno squarcio luminoso alto un metro e ottanta e largo quanto un sorriso garbato. Quando Sua Maestà Charlize Theron si è materializzata davanti alla platea dei giornalisti è emerso l'unico modo possibile per accoglierne la visione: il silenzio. Esterrefatto, incredulo, rispettoso di un'attrice che è molto più di una bella donna, ma persona di grande talento, capace di reinventare la sua immagine di continuo.
Il mezzo è il cinema, inteso come specchio di brame coraggiose, schermo attraverso cui ridefinirsi come donna e come attrice. Dopo aver rubato la scena a Tom Hardy in Mad Max: Fury Road grazie al carisma veemente di Furiosa, con Il cacciatore e la regina di ghiaccio Theron è tornata a rivestire i panni dell'algida regina Ravenna, per la prima volta alle prese con ruolo già recitato in passato. Abbiamo avuto l'onore di porle qualche domanda, spaziando da dorate sovrane sino ad oscure imperatrici post-apocalittiche.
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Sorelle e mostri
Regina altezzosa sul grande schermo e bellezza spontanea nella vita, Charlize Theron tradisce subito l'atteggiamento distaccato della perfida regina Ravenna grazie al suo fare disponibile, aggraziato ed empatico. Quando le chiediamo cosa ci sia di nuova in questo secondo atto della vita di Ravenna, lei prende molto sul serio la questione e recupera il ricordo del lavoro svolto nel cuore del personaggio. Così ci parla di una donna che non è più sola contro il mondo come nel primo film, ma subito rappresentata in una dimensione di coppia, al fianco della sorella minore Freya. Questa volta il dramma sarà proprio lo smarrimento di un amore familiare, sarà il racconto di un male contagioso, alla base di un effetto domino di odio.
Ma anche nel bel mezzo di un ghiacciaio fiabesco, è troppo difficile dimenticare la sabbia e la rabbia della sua Furiosa. Un personaggio che, a detta di Theron, non ha segnato la sua carriera più di quanto abbia fatto Monster dodici anni prima, da lei considerato il vero spartiacque della sua carriera. Un ruolo a cui va dato il merito di averla posta sotto una luce nuova, non più (e non solo) un sex symbol mozzafiato, ma un'attrice che preferisce mettere il suo corpo al servizio di un personaggio e di una storia, piuttosto che esibirlo e basta.
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"Ogni volta che leggo una sceneggiatura mi chiedo sempre chi sia il mio personaggio. Che persona è? Cosa la motiva? Che conflitto sta vivendo?". E questo appare evidente in Charlize Theron: il contrasto. La lotta, forse inconscia, tra l'aspetto e lo spessore morale, tra una bellezza che basterebbe a se stessa e la consapevolezza di un'attrice che ha sempre voglia di sperimentare e di mettersi in discussione. Mettendoci la faccia, il corpo e, a volte, rimettendoci persino un braccio.