Fine marzo, e il mal tempo imperversa su Roma. A via Tuscolana il traffico è in tilt, almeno fino al semaforo che fa da snodo con la Togliatti. Più avanti, andando verso i Castelli, le corsie si allargano, e l'ingorgo si sbroglia. Da una parte, Cinecittà, mentre dall'altra, il Centro Sperimentale di Cinematografia. Le Colonne d'Ercole del cinema italiano. L'appuntamento, diremmo speciale, è per la tarda mattinata: un tour tra i luoghi del CSC sotto la guida del regista e responsabile della comunicazione Steve Della Casa e di Bruno Sergio, che cura la preservazione e il restauro delle pellicole storiche. Attraversiamo le aule, i corridoi, sbirciamo dentro gli uffici. Ci fermiamo davanti allo storico bar (lo stesso dagli Anni Trenta), diamo uno sguardo agli archivi, osserviamo (da fuori) il teatro di posa bruciato (ma che dovrebbe essere ristrutturato) e poi ci ritroviamo nel dipartimento del suono e in quello degli effetti visivi.
L'occasione per visitare il Centro Sperimentale di Cinematografia (suddiviso nella Scuola nazionale di cinema e la Cineteca Nazionale) coincide con il debutto, a diversi mesi dalla nomina, di Sergio Castellitto come Presidente. "Nel CSC coltiviamo il diritto di sogno degli studenti. Immaginare, creare, sbagliare, sono i diritti di chi fa questo mestiere", spiega il Presidente Castellitto, in conferenza stampa, organizzata dopo il tour del CSC. "Se ne avrò il tempo e la possibilità vorrei costruire un mio percorso didattico, interdisciplinare, tra regia, scrittura e recitazione. Sto continuando a capire e ad imparare, adattandomi agli eventi e alla didattica. Cosa suggerire e cosa modificare, cosa valorizzare. Non è un percorso veloce, i cambiamenti hanno bisogno di tempo e riflessioni".
Le sfide della presidenza Castellitto
Durante l'incontro, Sergio Castellitto, che dall'ottobre 2023 ha preso il posto di Marta Donzelli, ha spiegato quali saranno le prerogative del suo mandato: dalla ristrutturazione dei teatri fino ad un incontro con gli artisti provenienti da aree in guerra, arrivando poi al lavoro di restauro (in corso il restauro di Ecce bombo di Moretti), poi ancora l'introduzione di nuovi master e la rivalutazione della sede sull'Isola di San Servolo in Veneto. "Questo luogo deve rompere la cupola del convento", prosegue Castellitto. "Deve aprirsi verso l'esterno. Viviamo sotto pressione psichica, e allora mi è sembrato interessante ed emozionante che il CSC si facesse casa per ospitare studenti, cineasti, scrittori e artisti di paesi in guerra, dove potranno dimostrare il proprio lavoro. Ci saranno una serie di master di alto livello, uno organizzato insieme alla Minimum Fax, incentrato sulla scrittura creativa. Un altro con ANICA Academy sul management".
Per quanto riguarda la sede a San Servolo, ha spiegato che "Abbiamo una sede a San Sebolo, ho avuto la sensazione che quel luogo così speciale potesse essere immaginato e costruito come una sede decisiva. Abbiamo diverse sedi, Palermo, L'Aquila. Città profondamente decisive. Poi ancora Milano e Torino. Ecco, Venezia potrebbe diventare un posto decisivo, e andrebbe rivisto come luogo capace di abbracciare l'anno accademico in alcuni momenti dall'anno". Invece, sul teatro di posa, distrutto da un incendio negli Anni Ottanta, "C'è un posto, qui, che tutti chiamano teatro bruciato. C'è un progetto di rivalutazione di quel luogo, che vorrebbe sviluppare un micro CSC all'interno del CSC stesso. Questa è un'attività che vorrei far partire il prima possibile".
In stretta collaborazione con il CDA
Ovviamente, ogni scelta passa attraverso il CDA del Centro sperimentale, composto da Pupi Avati, Giancarlo Giannini e Cristiana Massaro, Mauro Carlo Campiotti, Andrea Minuz e Santino Vincenzo Mannino. A tal proposito, Castellitto ha detto che il ruolo di Presidente sia legato al suo essere in qualche modo indipendente, ma legato indissolubilmente ai reparti del CSC "Appartengo solo a me stesso, e alla mia storia. Questa esperienza la porto avanti come se stessi facendo un mio film: voglio avere un rapporto forte con tutti i reparti. Anzi, ho trovato una dimensione famigliare, con molti docenti e con molti direttori artistici ho precedentemente collaborato. Questo mi ha rassicurato, e facilitato. Ho subito capito di avere con me un CDA militante. Non si sono limitati ad attendere le comunicazioni, ma hanno chiesto subito di scendere in campo. A me non interessa il potere, ma il governo: e il governo deve essere collegiale nel rispetto della visione comune".
Sulla presenza di una rappresentanza di studenti nel collettivo decisionale "È auspicabile e giusto che gli studenti abbiano la propria presenza nel consigli didattici". Anche perché, sottolinea Sergio Castellitto, il Centro Sperimentale per la Cinematografia è "un luogo del pubblico, ma è anche una scuola d'arte. Attraverso la scuola e la cineteca lavoriamo sul talento, un oggetto misterioso. Franco Bernini quando fui nominato mi disse che il CSC è un luogo ammaliante. Ecco, stiamo cercando di non farlo diventare ipnotico".