"Abbasso i Savoia viva la Repubblica". Una scritta graffiata, su di un muro che ha resistito alla Guerra. Una scritta che passa sullo sfondo, nel tragitto che Delia attraversa tutti i giorni. Da casa sua, fino alla merceria dove presta servizio, andando oltre, fino all'ombrelleria, indaffarata nel riparare gli ombrelli dei gentiluomini. Sopra, ad aleggiare, c'è la fotografia in bianco e nero di Davide Leone. Una fotografia che ricorda il Neorealismo, ma che forse ha a che fare anche e soprattutto con i ricordi. I ricordi tramandati dalle nonne e dalle bisnonne, in un testamento storico che Paola Cortellesi è riuscita a tramutare in grande cinema popolare.
Perché non c'è dubbio che il suo esordio alla regia, C'è ancora domani, che ha segnato un successo al box office semplicemente strepitoso (uscito al cinema a ottobre 2023 ha incassato oltre 36 milioni), è legato stretto al concetto di memoria, in qualche modo capace di essere respirata dagli spettatori grazie a una fortissima adiacenza scenografica.
Opera pop, opera appassionata, opera di ricostruzione narrativa, puntando all'artigianalità di una geografia che vive in simbiosi con i luoghi che fanno da cornice al film. Perché non c'è dubbio: le location di C'è ancora domani sono un pregevole valore aggiunto. E se avete perso i tour organizzati, che sono andati alla riscoperta delle location, nessun problema: dal 31 marzo in streaming su NOW potete vedere e rivedere C'è ancora domani, fermandovi su quelle diapositive che vanno a comporre una scenografia di altissima qualità. Del resto, nella scrittura di Paola Cortellesi, che ha firmato la sceneggiatura insieme a Furio Andreotti e Giulia Calenda, Roma doveva essere una protagonista essenziale, capace di catturare con il suo spirito immortale e beffardo.
La Roma di C'è ancora domani
Partendo per questo viaggio tra gli angoli di Roma, iniziamo dalla trama: la protagonista è appunto Delia, che si arrabatta come può: qualche lavoretto, le faccende di casa, le "comari" pettegole in cortile. Soprattutto, prova a non alterare l'umore del gretto marito Ivano, che la tratta con sufficienza e, all'occorrenza, con inaudita violenza. Hanno tre figli, tra cui Marcella (Romana Maggiora Vergano), fidanzata con Giulio (Francesco Centorame), ragazzo benestante. Quando Delia riceve a casa una misteriosa lettera, la situazione cambia. Chi le avrà scritto?
Dunque, se l'esordio della Cortellesi è finalmente disponibile in streaming su NOW, noi vi ri-portiamo alla scoperta dei luoghi del film, scelti da Diego Morina, location manager, e poi riviste dalla scenografia di Paola Comenicini. Dunque, c'è Roma, e c'è Testaccio (uno dei rioni più rappresentativi di Roma, racchiuso tra il Tevere e via Marmorata). Insomma, la Capitale sparita, tornata a vivere grazie alla poetica di una regista sorprendente: partiamo quindi dall'appartamento di Delia e di Ivano (Valerio Mastandrea). Teatro di orrori edulcorati dalla bellezza e dall'umorismo, e per questo ancora più ficcanti e incisivi. Ecco, l'appartamento, che ricorda quello di Bellissima di Luchino Visconti, è stato ricostruito a Cinecittà. Il resto, per così dire, è rintracciabile tra le strade di Roma.
Gli esterni dell'appartamento si trovano in un condominio di Via Bodoni, a Testaccio, angolo con Via Torricelli. Ci sono le finestre basse che si affacciano sul cortile, che nei mesi estivi si riempie di colori, chiacchiere, bambini che giocano. Fuori, il mondo di C'è ancora domani: la macchina da presa scorre verso via della Madonna dei Monti, al centro del Rione Monti, dove si trova la famiglia del notaio. Per rintracciare il negozio di ombrelli, invece, dobbiamo arrivare nella periferia est, a Torpignattara. Luogo di incroci, di profumi, di riscoperta umana. L'altra faccia di Roma, in costante evoluzione e in costante cambiamento.
Le location e il cuore di Testaccio
Un cambiamento che troviamo in C'è ancora domani, in qualche modo segnato dai mutamenti del dopoguerra. Focale, infatti, l'incontro di Delia con il soldato americano. Per le sequenze è stata scelta Via Flavio Gioia, vicino al Lungotevere Testaccio. Sempre a Testaccio è stato ricostruito il famoso mercato: il banco di verdura di Marisa, interpretata da Emanuela Fanelli, si trova proprio in Piazza Testaccio, truccata per l'occasione. In Via di Monte Testaccio, invece, dove oggi ci sono una sfilza di locali, nel film troviamo l'officina di Nino (Vinicio Marchioni), vecchio amore di Delia.
Altra location chiave di C'è ancora domani è poi Via Antonio Cecchi, dove trovate lo storico bar Giolitti. Qui, ancora nel cuore di Testaccio, Delia fa la fila per ricevere i pacchi di prima necessità: vediamo un forno, la macelleria (tutt'ora c'è la scritta che vedete nel film), l'alimentari. A proposito, il bar Giolitti, aperto dal 1914, diventerà in C'è ancora domani la gelateria della famiglia Moretti. Dunque sì, C'è ancora domani, come i grandi film Neorelisti, si colloca a tutti gli effetti come uno dei film che più rappresentano Roma. Come spiegava la stessa Cortellesi, presentando il suo film "Roma centro, i quartieri eleganti, quelli popolari. Le periferie e le borgate. Roma è tante cose insieme". La stessa Roma riassunta in C'è ancora domani: gagliarda, ammaccata, dolente, spiritosa. E, soprattutto, libera.