Carry-On, intervista a Taron Egerton: "Die Hard? Non è una sfida: il nostro film è un omaggio"

"Non potrei mai confrontarmi con il grande Bruce Wills": l'attore è umile, ma regge sulle sue spalle tutto il film di Jaume Collet-Serra. Ed è convincente. Su Netflix.

Taron Egerton è il protagonista di Carry-On

Impossibile non pensare a Die Hard guardando Carry-On: il film di Jaume Collet-Serra segue la storia di Ethan, trentenne che ha sempre sognato di fare il poliziotto, ma non è riuscito a passare la selezione e si è quindi accontentato di un lavoro come controllore della sicurezza all'aeroporto. Quando un criminale senza volto e nome minaccia la vita della sua fidanzata per costringerlo a far passare una valigia con una bomba, è il momento della verità: chi è davvero Ethan?

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Taron Egerton in Carry-On

In streaming su Netflix dal 13 dicembre, Carry-On si regge tutto sulle spalle di Taron Egerton, talento poliedrico che sa affrontare tutto, dal musical alla commedia. Qui è chiamato a essere un eroe action, che un po' ricorda il John McClane di Bruce Willis.

Ma, nella nostra intervista, l'attore ci ha tenuto a specificare che non ha mai pensato di confrontarsi con lui: "No, assolutamente no! Questo è un personaggio iconico del cinema, interpretato da una delle più cool e grandi star del cinema. E credo che il nostro film sia un omaggio a Die Hard. Penso voglia essere una celebrazione di un'epoca passata dei film d'azione e, naturalmente, di quel film d'azione natalizio in particolare. Ma questo non è assolutamente il mio confronto con il potente Bruce Willis. Non è possibile!".

Carry-On: intervista a Taron Egerton

Se volete vincere il Whamageddon 2024 fate attenzione: in Carry-On c'è Last Christmas degli Wham!. Messo in chiaro questo, qual è la canzone di Natale preferita di Taron Egerton?

L'attore: "Ne ho diverse. Quella che amo davvero è 2000 Miles dei Pretenders. È una canzone un po' triste, ma mi piace molto. Ma questo perché, nel profondo, mi piacciono le cose che sono un po' tristi e malinconiche. Ma in termini di canzoni più allegre, forse la versione di Otis Redding di White Christmas, che non è allegra, ma la adoro".

L'importanza di correre dei rischi

La fidanzata del protagonista, Nora (Sofia Carson), gli dice di riprovare a diventare poliziotto, perché a volte nella vita, per cambiare, bisogna correre dei rischi. E così? Anche per un attore: "Sì, certo. Assolutamente sì. Credo che la vita sia fatta di rischi consapevoli. Nella mia vita di persona creativa, ogni decisione che si prende, ogni progetto, è un rischio. Non ci sono garanzie, non c'è un senso di certezza. E credo che sia vera l'idea che quanto più grande è il rischio creativo, maggiore è la ricompensa. Questo non vuol dire che si debbano fare cose pericolose, ma sicuramente correre dei rischi ed essere coraggiosi con se stessi credo sia molto importante".

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Una scena di Carry-On

Quindi non è d'accordo con Ethan, quando dice che i sogni hanno una data di scadenza? L'attore: "No, assolutamente no. Penso che all'inizio del film Ethan si trovi in una brutta situazione, e sappiamo tutti come ci si sente quando si è di cattivo umore, o quando non ci si sente abbastanza bravi. E, quando ci troviamo in quel luogo buio, diciamo cose che non rappresentano necessariamente chi siamo veramente. Non credo che questa sia la verità su chi sia Ethan: è caduto in disgrazia, nella trappola del cinismo. E parte del film è il suo ritrovare se stesso e la sua capacità di essere utile e realizzarsi. Ma no, non credo affatto che i sogni abbiano una data di scadenza. Credo che questa sia la frase di una persona un po' spaventata. E il bello di avere paura è che si può decidere di diventare coraggiosi. Che è proprio ciò che fa Ethan nel film".

Carry-On, recensione: Taron Egerton (come Bruce Willis) in un moderno Die Hard

L'aeroporto come la frontiera

Jaume Collet-Serra è stato bravo a utilizzare gli spazi dell'aeroporto come se fosse la frontiera: Carry-On a un certo punto diventa quasi un film western. Dopo averlo girato Taron Egerton vede i controlli in modo diverso?

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Sofia Carson in Carry-On

L'attore: "Sì, è una sensazione molto surreale ora che ho interpretato il ruolo. Ogni volta che passo i controlli ci penso. E ormai sono due anni che è così, da quando abbiamo girato il film. Sarà quindi molto interessante vedere come le persone che fanno questo lavoro reagiranno al film. E spero davvero tanto che lo apprezzino. Perché penso che le persone del TSA vivano un momento difficile, soprattutto in alcuni dei periodi più affollati dell'anno. Quindi spero che si sentano rappresentati bene dal film".