Siamo abituati a vederlo serissimo: mai un sorriso, un'aura sempre cupa, la benda nera sull'occhio. Invece in Captain Marvel, nelle sale italiane dal 6 marzo, Nick Fury, interpretato ancora una volta da Samuel L. Jackson, è completamente diverso: oltre ad avere ancora tutti e due i bulbi oculari e i capelli, è anche simpatico, fa battute e si rimbambisce completamente quando vede i gatti. O almeno quando incontra Goose, la gatta del film diretto da Anna Boden e Ryan Fleck, con protagonista il premio Oscar Brie Larson.
Come emerge da questa intervista a Samuel L. Jackson, l'attore deve essersi divertito come un matto a recitare questo ruolo: non solo è ringiovanito di vent'anni sul grande schermo, ma in Captain Marvel, insieme a Carol Danvers (Brie Larson)è tornato anche a giocare con i toni della commedia, potendo interpretare diverse scene in cui sembra proprio di vederlo in un buddy cop film. Lo diciamo fin da ora: vogliamo uno spin-off, o una sitcom, ancora meglio, sulle avventure in macchina di Fury e Carol Danvers. Marvel Studios ascoltateci!
Abbiamo incontrato Samuel L. Jackson a Londra, al junket europeo di Captain Marvel dove ha messo subito le cose in chiaro: "A Thanos dico solo una cosa: lei sta arrivando. Non gli dico di stare in guardia. Dico solo: lei sta arrivando!" E se lo dice Fury possiamo stare certi che Thanos farebbe bene a guardarsi le spalle. Captain Marvel la conosciamo però in un'altra epoca: nel film siamo infatti nel 1996 e, oltre ad esserci oggetti come il Game Boy e l'ormai estinto Blockbuster, la colonna sonora ci fa immergere immediatamente in quel mondo: "Se penso agli anni '90 mi viene subito in mente Prince" ci ha detto Samuel L. Jackson.
Captain Marvel ci insegna a rialzarci sempre
Nel film, di cui abbiamo parlato nella nostra recensione di Captain Marvel scopriamo che, durante tutta la sua vita, sia terrestre che aliena, a Carol Danvers è sempre stato detto di non essere "abbastanza" e che dovrebbe usare più la testa che il cuore. A volte però capiamo davvero una cosa solo quando la comprendiamo prima emotivamente. Samuel L. Jackson è d'accordo: "Essere in contatto con quella parte di te stesso è difficile per molte persone: se comprendi, come fa lei, gli alti e bassi della vita, l'essere buttato a terra e il rialzarti, come questo ti influenzi e ti renda più forte e non ti sconfigga ogni volta, allora hai una comprensione migliore di chi sei e cosa sei in grado di fare. Lei ricorda chi era e capisce che è sempre stata una persona capace, intelligente, forte e di successo, in un mondo dominato dagli uomini, cosa che la rende ancora più speciale di quanto non le dicano di essere."
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